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Parco del Delta del Po, Riserva della Biosfera

Il Delta, terra strana e meravigliosa, continuamente plasmata dall'acqua e dai venti, teatro di una lotta ultramillenaria dell'uomo con la Natura. Per tutelare la sua unicità e biodiversità, da non molto, il parco è  entrato ufficialmente a far parte della 'Riserva della Biosfera, Mab Unesco'

 

  • Loredana Matonti
  • marzo 2017
Venerdì, 24 Marzo 2017
Delta del Po, veduta area Foto D. Soncin Delta del Po, veduta area Foto D. Soncin

Le terre del Po, fatte di terra grassa fra il
grande fiume e l'Appennino, nebbia gelata
e densa le opprime d'inverno, d'estate
un sole spietato picchia sui cervelli della
gente. Il grande fiume raccoglie, ogni
giorno, sulle rive della bassa padana,
nuove favole vere, che la corrente porta
al mare come foglie morte, disperdendole
nei mille dedali del suo delta.
(Anonimo romagnolo, fine XX secolo)

Sino a Ferrara non ci sono dubbi, ma dopo il paese di Pontelagoscuro incominciano i problemi nel voler individuare, tra canali naturali e artificiali, quale sia il ramo principale del Po.
Il maggior corso d'acqua italiano raggiunge l'Adriatico, ma dopo 650 km di percorso sembra non avere più una retta, attardandosi in mille giravolte, scindendosi e riunendosi neanche fosse uno dei tanti partiti che affollano il nostro mondo politico, nascondendosi dietro le lingue di sabbia e "sporcando" l'azzurro mare con le sue acque limacciose, che a diventar salate proprio non piace.
Ecco il Delta, proteso nel mare come un triangolo con l'asse sul ramo centrale del Po di Venezia, esattamente sul 45° parallelo che è lo stesso di Torino e con i lati a nord lungo l'Adige e a sud lungo il Po di Goro. Qui la natura è apparentemente padrona e protagonista, ma anche combattuta.

Una terra dalle molte contraddizioni, assediata, imbevuta, intersecata dalle acque, memore di una lotta millenaria dell'uomo con la natura, da tempo finalmente protetta con un parco distribuito in tre province (Ravenna, Ferrara e Rovigo) e due diverse regioni: Emilia Romagna e Veneto.
Tra bonifiche e alluvioni è la porzione di territorio più giovane d'Italia, in continua trasformazione e anche da questo deriva il suo fascino. Ma anche difficile da vivere e da interpretare.

In un mondo dai dislivelli minimi non si capisce quasi mai dove finisca l'asciutto e inizia il bagnato. E anche di interessi contrastanti: le grandi spiagge della costa romagnola, i lidi, le valli da pesca che contendono alle bonifiche lo sfruttamento economico, le aree marginali con le centrali elettriche e i grandi progetti turistici e industriali... Poi, finalmente, il mondo civile sembra finire e inizia il delta con le barene, le paludi salmastre, i canali che si aprono la strada tra fitte distese di canneti, quelli resi famosi dal celebre film "la donna del fiume".
Ma subito l'incanto si rompe perché dall'altra parte, sull'argine opposto, ecco automobili, strade e parcheggi e in fondo al sentiero magari un faro.

Tuttavia sono proprio alcuni interventi umani che hanno garantito la conservazione di vaste zone umide, come le valli salmastre e le lagune, con sbocco diretto a mare. Inoltre, vanta il più lungo tratto di litorale sabbioso non edificato d'Italia: circa 20.000 ettari, principalmente utilizzati per attività agricole, già in parte dedite alle colture biologiche ed integrate.

Oggi il territorio è parzialmente tutelato da due parchi regionali, quello veneto e quello emiliano romagnolo, dai caratteri abbastanza diversi. Con la riforma della Legge nazionale 394/91, verrano poste le basi per l'unificazione giuridico amministrativa che si estenderà, grosso modo, a macchia di leopardo da Chioggia a Cervia. Il direttore del parco veneto, Marco Gottardi, con soddisfazione afferma: "In tal modo diventerà il parco deltizio più grande di Europa".

Il Parco del Delta veneto comprende i rami più attivi del fiume, quella romagnola, a sud del ramo di Goro, quelli storici. Il Delta veneto è terra o meglio "acqua" di anatre e limicoli che d'inverno trovano, nelle riserve, protezione dalle doppiette dei cacciatori.

Ma anche la porzione del Parco del Delta dell'Emilia-Romagna con siti come Cervia e le sue saline e le valli di Comacchio, rappresentano un paradiso per i bird-watcher.
Decine di specie di uccelli che svernano o si riproducono da queste parti e, in anni recenti, sono arrivati anche i fenicotteri a mettere su famiglia. Queste ultime sono "le valli del Delta" per antonomasia, e dal punto di vista culturale e gastronomico, una visita qui è d'obbligo. Sacrificate in gran parte alle bonifiche agricole hanno perso un pò il loro originale fascino, ma ancora le anguille la fanno da padrone.

La cittadina di Comacchio è una deliziosa Venezia in miniatura con ponti, canali e barche e, al di là della strada, la grande distesa di acqua dove ancora oggi si pescano le famose anguille ma se poi si vuole saperne di più su capitoni e pesci marinati è necessario fare una capatina all'ecomuseo (e magari qualche acquisto) e una gita in battello per visitare uno dei casoni da pesca, con il suo sistema di canali e chiuse per catturare il pesce.
Qui, la Manifattura dei Marinati raccoglie la tradizione e la cultura di Comacchio, una città che da sempre ha uno stretto legame con le sue Valli. Nel periodo autunnale è possibile vedere l'intero ciclo di lavorazione di acciughe e soprattutto anguille, con la preparazione che viene fatta nella Sala Fuochi e prevede quattro fasi principali: il taglio, la spiedatura, la cottura ed il confezionamento.

Nella sala superiore vengono proiettati audiovisivi che mostrano com'era la città e il territorio circostante e raccontano la vita nelle valli del passato. Un patrimonio oramai storico è legato alle numerose "Maròte" presenti all'ingresso e all'interno nel centro visite, tipiche imbarcazioni vivai a fondo piatto, caratterizzate da fori e fessure sul fondo e lungo le fiancate.

I cefali, produzione tipica dell'acquacultura deltifera, si possono gustare appena pescati e abbrustoliti alla brace negli agriturismi della zona. Ma ancora più conosciute sono le vongole, importante produzione della Sacca di Goro che raggiungono i mercati del nord Italia.

Ad arricchire la proposta naturalistica c'è anche il bosco della Mesola, un gran bosco planiziale che ha conservato una fauna di ungulati autoctona. Non distante è la straordinaria Abbazia di Pomposa, con il suo zoo di pietra di animali fantastici.
Non possedendo di un'imbarcazione propria, è la bicicletta il mezzo migliore per muoversi nel parco, associata poi a una sana passeggiata a piedi sui cordoni sabbiosi o sugli argini. Ovviamente non ci sono dislivelli, ma bisogna sempre fare i conti con il vento. Pedalare in sfavore di questo è una fatica da tenere sempre in seria considerazione.

Un ambito riconoscimento

Dal giugno 2015 l'intero territorio del Delta veneto e buona parte di quello emiliano ha conseguito un prestigioso riconoscimento, entrando a far parte della "Riserva della Biosfera", qualifica internazionale assegnata dall'Unesco per la conservazione e la protezione dell'ambiente, all'interno del programma sull'«Uomo e la biosfera Mab (Man and the Biosphere)».

Le aree protette si prestano a costituire le zone centrali (core area) della Riserva di Biosfera riconosciuta. Si tratta di territori regolamentati da leggi regionali e nazionali che pongono al primo posto la conservazione dell'integrità ecologica, dei sistemi naturali e delle specie. La creazione di tale Riserva di Biosfera servirà a rafforzare la conservazione di queste risorse biologiche, attraverso la gestione integrata delle core areas con le altre aree, sedi di intense attività umane.

Il merito è dovuto alla grande diversità di ambienti presenti, articolati in diverse tipologie quali rami fluviali, una fitta rete idrografica secondaria, sistemi dunali costieri e formazioni sabbiose, scanni, aree lagunari, valli da pesca, barene, dune fossili, canali e pinete costiere e, in primo luogo, vaste zone umide principalmente salmastre, che supportano oltre 30 habitat Natura 2000.
In termini di specie, l'area designata ospita oltre 360 specie di uccelli (di cui 90 nell'allegato I Direttiva Uccelli), 3 specie di rettili, 2 di anfibi, 10 di pesci, 1 di mammiferi e 1 specie vegetale (allegato II della Direttiva Habitat).

Tra gli anfibi una specie endemica italica (Tritone crestato italiano) e due padane (Rana di Lataste, Raganella italiana).
La Rana di Lataste, in particolare, è l'endemismo più significativo, essendo specie tipica dei boschi umidi e allagati, rara e localizzata in Italia e presente nel Parco solamente a Punte Alberete, sito più meridionale di presenza.
Recentemente è stata confermata la presenza del Pelobate fosco, una delle specie di anfibi più rare d'Europa.
Naturalmente nelle acque salmastre del Delta pullulano numerosi pesci, tra cui ben dieci sono le specie endemiche, una adriatica (Storione del Po), due nord-adriatiche (Ghiozzetto di laguna, Ghiozzetto cenerino), tre italiche (Lasca, Rovella, Barbo italiano) e quattro padane (Triotto, Savetta, Cobite mascherato, Ghiozzo padano).

Lo Storione del Po e il Cobite mascherato, in particolare, sono gli endemismi più significativi. Il primo per l'estrema rarità, il secondo essendo specie rara e localizzata in Italia e presente nel Parco solamente a Punte Alberete, sito più meridionale di presenza.
Tra le altre specie di interesse si segnalano Nono, Spinarello e Cagnetta, oltre all'Anguilla, vero e proprio emblema delle valli del Parco.
E' presente inoltre il Cervo della Mesola, la cui popolazione è riconosciuta come geneticamente distinta dalle altre di cervo rosso presenti in Europa ed anche dalla sottospecie sarda Cervus elaphus corsicanus.

Tutta questa ricca biodiversità soddisfa ampiamente la funzione di conservazione e contribuisce a promuovere lo sviluppo sostenibile, offrendo anche un ottima occasione per l'educazione e la formazione ambientale.
Insomma, un riconoscimento, questo dell'Unesco, più che meritato.

Per info:

SEDE AMMINISTRATIVA PARCO VENETO
: Via Marconi 6 Ariano nel Polesine (RO)
SEDE OPERATIVA: Piazza Matteotti 3 Porto Viro (RO)
Orario Uffici: Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8.30 alle 13.30 e il Martedì e il Giovedì dalle 15.00 alle 17.30
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Posta Elettronica Certificata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

SEDE AMMINISTRATIVA PARCO EMILIA ROMAGNA
C.so G.Mazzini, 200 - 44022 Comacchio, Ferrara - Italia
Tel. + 39 0533 314003 - Fax + 39 0533 318007
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E-mail certificata: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Servizio Informativo del Parco - Infopoint Area Leader Delta del Po
Tel. +39 346 8015015
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CENTRI VISITA PARCO Emiliano Romagnolo
Il Centro Visite di Cervia è il luogo di partenza per le visite guidate alla Salina di Cervia. Al suo interno si snoda un percorso di conoscenza che consente di approfondire sia le tematiche storiche ed economiche legate alla produzione del sale, sia gli aspetti naturalistici che caratterizzano l'ambiente della Salina. Nei prossimi mesi sarà completato l'allestimento di un sala dedicato al birdwatching che, grazie ad attrezzature specializzate e a una grande vetrata affacciata direttamente sulle vasche della salina, permetterà ai visitatori di fare interessanti osservazioni dell'avifauna anche durante il periodo invernale o con condizioni meteo non adatte alle uscite.
All'interno del Palazzone convivono due realtà importanti per il territorio: il Centro Visite del Parco Stazione "Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna" e il Museo Ravennate di Scienze Naturali: al primo piano gli allestimenti, studiati per accogliere una selezione della vasta collezione ornitologica Brandolini, oltre ad alcuni esemplari di rettili e mammiferi sia locali che esotici, sono composti da ampie teche, intervallate da apposita cartellonistica illustrativa e da diorami più o meno ampi e compositi. Il sottotetto ospita un ampio magazzino visitabile, costituito da teche di minori dimensioni in cui i reperti sono disposti secondo i criteri più propriamente sistematici, utili per studi e ricerche.
Via Rivaletto, 25 - 48020 Sant'Alberto (RA)
Tel. + 39 0544/528710-529260 - Fax + 39 0544/528710
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