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Torre Guaceto, quando biodiversità e turismo convivono

E' una delle due Aree marine prottette italiane ad aver ricevuto l'ambito riconoscimento europeo della la Carta del turismo sostenibile. Ma oltre ad attirare turisti responsabili, Torre Guaceto è sede del Centro recupero per la tartaruga marina e un buon esempio di gestione della pesca in area marina protetta, nel rispetto della tutela della biodiversità.

  • Redazione
  • Marzo 2017
Mercoledì, 8 Marzo 2017
Torre Guaceto, quando biodiversità e turismo convivono

La Riserva naturale di Torre Guaceto si estende per 3,300 chilometri sulla costa adriatica dell'alto Salento fino a toccare la città capoluogo, Brindisi.
Come il nome dell' Area marina protetta suggerisce, il simbolo del parco è una torre di natali aragonesi. L'imponente struttura fu edificata per rendere possibile l'avvistamento delle flotte in avvicinamento nel 1.500, ma l'uomo ha abitato la baia della torre sin dall'età del Bronzo per via delle acque dolci qui presenti che sin dall'antichità hanno reso possibile un'agricoltura rigogliosa. Ed è proprio a questa caratteristica che si deve l'antico toponimo arabo Al Gawsit (luogo dell'acqua dolce) e quindi il nome attuale della riserva.
Oggi la torre aragonese ospita un allestimento museale e vanta la presenza di un'installazione storico-artistica di una nave romana realizzata sulla base di evidenze archeologiche rilevate nelle acque dell'Area Marina Protetta. Un'imbarcazione da trasporto romana creata in scala 1:1 che assume le sembianze di quelle che un tempo irradiavano le ricchezze delle terre della riserva, quali olio e vino, in tutto il Mediterraneo.

Gli ambienti naturali più importanti dell'area sono tre: il litorale, la macchia mediterranea e la zona umida.
Sulla sabbia depone le uova il fratino, uccello di piccole dimensioni. Le sue uova hanno il colore della sabbia, vengono sistemate in una depressione e mimetizzate con conchiglie e foglie di posidonia. Sono comunque tante le specie che frequentano questo ambiente nell'intero corso dell'anno alla ricerca di ristoro durante la migrazione. Tra tutti la più caratteristica è la beccaccia di mare, dal lungo e colorato becco.
Lungo tutta la linea di costa della riserva, gli arenili di sabbia si alternano a brevi tratti di scogliera; tra le vaschette riempite d'acqua salata e frequentate dai granchi, il finocchio marino, la salicornia ed il limonio pugliese fronteggiano il mare.

Dietro la duna numerose specie di arbusti sempreverdi crescono a stretto contatto l'uno con l'altro e si addensano fino a costituire le comunità di macchia mediterranea e di gariga, e comunità di lentisco, alaterno, asparago pungente, timo arbustivo, rosmarino e mirto. Tra gli animali che frequentano l'ambiente della macchia ci sono il tasso, un mammifero molto raro e schivo, la luscengola e il ramarro.
Dietro la duna, dove la falda acquifera affiora, la cannuccia domina incontrastata. Insieme a questa, poche altre specie, come la campanella che utilizza i fusti della cannuccia come tutori su cui arrampicarsi per esporre al cielo i suoi grandi fiori bianchi. Qui trovano l'habitat ideale un gran numero di uccelli. Alcuni di questi trascorrono tutta la vita nei chiari d'acqua di Torre Guaceto, come il tarabuso, altri, come gli storni e le rondini, lo utilizzano solo di notte per riposare. Altri uccelli palustri, come la folaga e il tuffetto qui costruiscono grandi nidi galleggianti ancorati alle piante. Là dove la salinità dell'acqua è meno elevata vivono anche anfibi e rettili tra cui la testuggine d'acqua.

Quest'anno la Riserva di torre Guaceto ha festeggiato la prima nidificazione del cavaliere d'Italia e lo stanziamento del fistione turco.
L'Area marina protetta protegge una ricchezza inestimabile. Nel mare di Torre Guaceto la diversità degli ambienti sommersi e le numerose specie di pregio naturalistico hanno determinato l'inserimento dell'area all'interno della Lista delle Aree specialmente protette del Mediterraneo per la conservazione della biodiversità.

Torre Guaceto può essere apprezzata anche attraverso una passeggiata con maschere e pinne, i primi metri sotto la superficie dell'acqua sono popolati da un "manto erboso", costituito da diverse specie di alghe che offrono riparo e fonte di cibo a una complessa comunità di organismi. Un'attenta esplorazione lungo la costa rocciosa sommersa dà la possibilità di osservare numerose tane dove trovano riparo pesci appartenenti alla famiglia degli Sparidi tra cui saraghi e occhiate.
Molto curiosi sono i comuni Serranidi come lo sciarrano e la perchia o i Labridi come le donzelle comuni e le donzelle pavonine, che fanno capolino tra le rocce interessati dal visitatore.

In questo basso tratto di fondale il paesaggio è colorato da svariati Antozoi tra cui il pomodoro di mare e dal madreporario Cladocora caespitosa, che rappresenta il più grande dei madreporari mediterranei, dalla caratteristica forma a cuscino di fiori.
Scendendo ulteriormente di profondità, Torre Guaceto offre gli ambienti più spettacolari della riserva, ossia le praterie di Posidonia oceanica e il Coralligeno. I posidonieti sono ricchi di numerosissime specie, tra cui il più grande mollusco bivalve mediterraneo, la Pinna nobile e gli Antozoi quali l'anemone dorato.

Al confine delle praterie si estende un altro degli habitat più importanti e spettacolari del Mediterraneo: il Coralligeno, caratterizzato dalla presenza di gorgonie, quali le Eunicella cavolinii e E. singularis, dall'esile struttura ramificata, di briozoi quali il falso corallo e la fragile Trina di mare, di antozoi come il Parazoanthus axinellae, di spugne, quali le grandi Axinelle.

Qui ben si coniugano, insieme, le opere di tutela attiva dell'ecosistema e dei suoi abitanti anche con il Centro recupero tartarughe marine "Luigi Cantoro" e quelle inerenti lo sviluppo e il turismo sostenibile, come ad esempio, il progetto che si è proposto la salvaguardia degli habitat presenti Sito di Importanza Comunitaria "Torre Guaceto e Macchia S. Giovanni" con la contestuale riduzione delle minacce che insidiano tale ambito di eccezionale valore naturalistico. Il piano ha agito in modo integrato per ridurre il degrado interessando, con modalità e intensità diverse, gli habitat presenti. Qui si è proceduto con acquisto e destinazione a conservazione della natura di 15,00 ettari, piantumazione di 20.000 piantine di 6 specie nelle aree acquistate, con una percentuale media di sostituzione di circa il 35% e un incremento del 102% della sua estensione attuale di 9,91 ettari.


Il Centro recupero per le tartarughe marine

Situato a Punta Penna Grossa è intitolato a uno dei padri di Torre Guaceto: Luigi Cantoro, storico attivista brindisino del WWF che ha dedicato la sua vita alla difesa della riserva.
Il Centro recupero per le tartarughe marine si pone come principale obiettivo la tutela e la conservazione delle tartarughe marine, attraverso il soccorso, la cura e la riabilitazione degli esemplari rinvenuti in difficoltà. Le sue peculiarità comprendono attività di ricerca, conservazione, informazione e sensibilizzazione della popolazione sul tema della tutela della fauna marina e in particolar modo delle tartarughe.
Soccorse in mare in fin di vita, a volte strette nella morsa di reti da pesca o rifiuti, altre strozzate da ami, addirittura spinte fino a riva dalle mareggiate e debilitate dal freddo, a casa Torre Guaceto le tartarughe hanno la possibilità di riacquistare le forze e la forma fisica ideale per poi tornare alla vita vera: quella di animali liberi.

Nei 9 mesi trascorsi dall'apertura del Centro, Torre Guaceto ha recuperato, salvato e rimesso in libertà un gran numero di tartarughe, prevalentemente Caretta caretta, e 3 Chelonia mydas (volgarmente detta tartaruga verde), animale straordinario e non solo per questioni estetiche, ma soprattutto per le caratteristiche uniche che lo rendono diverso rispetto alle altre tartarughe. La Chelonia, infatti, a differenza delle Caretta caretta e della Dermochelys che si nutrono di pesci, è vegetariana, adora la lattuga di mare. Caratteristica che, quindi, la porta a vivere ad acque basse per via della presenza dei vegetali e a riparo sia dai grandi predatori marini che da quelli umani, poiché non essendo interessata ai pesci e non si avvicinandosi alle imbarcazioni dei pescatori, non rischia di essere catturata per errore.
Ma non solo, questa tipologia di tartaruga popola il Mediterraneo orientale ed è davvero raro trovarne qualche esemplare in questa zona, infatti ne viene recuperato 1 ogni 400 tartarughe comuni.

Buone pratiche: il protocollo di pesca

Nella zona C dell'Area marina proetta è consentita la pesca professionale costiera locale, secondo normativa vigente, con rete da posta fissa tipo "tramaglio", con lunghezza massima di 1000 m, altezza massima 1,5 metri e misura della maglia, ogni lato, da nodo a nodo, pari o superiore a 30 mm; l'attività è consentita esclusivamente ai pescatori professionisti locali, una sola volta a settimana e previa autorizzazione dell'ente.
Grazie all'applicazione di questo modello di pesca è stato evidenziato che le popolazioni di molte specie ittiche, saraghi inclusi, mostrano densità e taglie più elevate nell'Area marina protetta rispetto a zone esterne aperte alla pesca. L'esempio di Torre Guaceto suggerisce che le aree similari possono contribuire a un recupero non solo delle popolazioni di specie bersaglio, ma anche a un ripristino delle loro funzioni ecologiche e un recupero a livello delle intere comunità acquisendo una corretta governance dell'attività pesca.

Da sempre Torre Guaceto vanta una notevole capacità di autofinanziamento. Dote affinata e conquistata negli anni grazie a una serie di progetti volti alla fruizione sostenibile dell'area. Tra questi la creazione di un lido attrezzato amovibile che ogni estate viene allestito in località Punta Penna Grossa (aldilà della piccola area interessata dal lido, tutte le spiagge della riserva sono a fruizione libera e costitute in calette in cui è possibile godere dell'acqua cristallina e la sabbia bianca in totale relax e senza il sovraffollamento delle grandi spiagge anche ad agosto) congiuntamente a un chiosco bar che offre esclusivamente prodotti bio individuati con Slow Food.

La promozione turistica

Sono numerose le azioni portate avanti dal Consorzio di gestione della Riserva per lo sviluppo di un turismo sostenibile. Lo scorso dicembre, l'Area marina protetta di Torre Guaceto ha ricevuto a Bruxelles, l'attestazione di meta sostenibile nell'ambito della certificazione della Carta Europea per il Turismo Sostenibile di Europarc e Federparchi. E va sottolineato che in Italia solo due aree marine protette, Torre Guaceto compresa, hanno ricevuto questo riconoscimento.

Sono numerose le attività che qui si possono svolgere 365 giorni all'anno. L'offerta va dallo snorkeling, alla vela, alle visite guidate, al bird watching, agli eventi, fino alla visita dislocata della riserva stessa grazie al nuovo centro visite.
Un evento tra i più popolari e seguiti tra quelli organizzati ogni anno dall'ente gestore del parco è quello dei Mercati della Terra e del Mare. Una tre giorni, ad agosto, inaugurata nel 2010. Il percorso eno-gastronomico della notte di San Lorenzo si conferma uno dei più attesi e seguiti eventi estivi, nel quale, il cibo narrante diventa elemento per penetrare la cultura e il sapore dei luoghi attraverso le antiche materie prime e la parola. Protagonisti dei Mercati della Terra e del Mare sono i produttori/trasformatori inseriti nelle Comunità del cibo della rete di Terra Madre, nel circuito delle masserie didattiche e del bio itinerario della provincia di Brindisi che hanno la possibilità di gestire uno spazio espositivo di vendita e degustazione dei propri prodotti, per la maggior parte dei casi tra i presìdi Slow Food, nell'atlante dei prodotti Tipici di Puglia, prodotti agricoli e alimentari regolati da sistemi di qualità riconosciuti dall'Unione Europea (DOP IGP ecc.) e produzioni biologiche.

La piazza dei Mercati di Torre Guaceto rappresenta il punto di arrivo di una lunga ricerca tra cibo, sostenibilità ed arte. Un evento multidisciplinare, che già dalla sua prima edizione ha mostrato tutte le sue numerose potenzialità (nelle scorse edizioni si è registrata una media di 20mila presenze). L'evento non si rivolge solo agli appassionati del cibo di qualità, ma anche ai più piccoli con particolarizzati percorsi di educazione al cibo, alla sostenibilità e alla lotta allo spreco.
L'obiettivo dei Mercati è quello di valorizzare il senso del lavoro in difesa dei piccoli contadini, dei pescatori e delle produzioni tradizionali, il senso dell'educazione alla qualità, della richiesta del buono, pulito e giusto e della lotta per la giustizia sociale nel sistema alimentare, stringendo sempre più un'alleanza tra produttori e consumatori nella rete di Terra Madre.

Il nuovo centro visite

Si chiama Gawsit, ed è stato inaugurato nell'aprile 2016 presso la borgata di Serranova, a pochi metri dal perimetro della riserva, nell'entroterra locale.
Qui sono stati realizzati allestimenti con valenza storico-culturale e storico-archeologica, corner interattivi grazie ai quali gli utenti possono ricevere un'anticipazione virtuale delle risorse e delle specie presenti in Riserva, oltreché delle attività che si possono svolgere al suo interno. Grazie ai nuovi portali messi a disposizione dell'utenza, il pubblico può visionare video e una ricostruzione 3D del villaggio di Torre Guaceto nell'Età del Bronzo, oltreché visitare un'intera area in cui sono esposti reperti datati allo stesso periodo storico e rinvenuti nell'area della riserva attraverso scavi archeologici.
Nella sala di proiezione 3D, l'utente può guardare e ascoltare testimonianze su importanti filoni della cultura popolare, come la pizzica, per mezzo degli stessi protagonisti delle tradizioni che oggi vanno perdendosi.
C'è uno spazio completamente dedicato ai diorami sull'ambiente marino sommerso dell'Area marina protetta.
Pannelli touch che forniscono all'utente sia le informazioni generiche sulla riserva, che quelle specifiche circa i vari ambienti dell'area protetta.

Tanto è stato fatto dal 2001 a oggi, anno di istituzione del Consorzio di Gestione della Riserva, ma altrettanto si può ancora fare sul fronte della sensibilizzazione ambientale e dell'esportazione dell'etica Torre Guaceto nei territori limitrofi e nelle altre aree protette.
Per questo motivo la riserva è social. Qui il leit motiv di ogni attività è l'apertura al pubblico affinché questo abbia modo di conoscere a fondo questo territorio e quindi di amarlo fino a farsi protettore in prima persona del parco e del suo ambiente.
A tal fine è nato il progetto Cap per la creazione di una comunità degli agricoltori e del pescatori del Salento. Un progetto finanziato da Fondazione per il Sud che ha come capofila l'associazione Slow Food Alto Salento e coinvolge le realtà naturalistiche locali quali la Riserva di Torre Guaceto, il Parco Naturale di Ugento, la Riserva del litorale tarantino e l'Area Marina Protetta di Porto Cesareo. L'obiettivo del progetto Cap è l'esportazione del modello di pesca sostenibile ideato ed applicato all'interno della Riserva di Torre Guaceto.

Torre Guaceto sui social

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