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Emergenza neve per gli animali dei Monti Sibillini

Il bestiame domestico e la fauna selvatica dei territori colpiti dal sisma sono ancora in serie difficoltà. Il parco interviene nelle emergenze e chiede un aiuto concreto per ripartire: acquistare i prodotti agricoli dell'area protetta

  • Redazione
  • Febbraio 2017
Giovedì, 2 Febbraio 2017
Emergenza neve per gli animali dei Monti Sibillini

Le copiose nevicate avvenute tra il 15 e 17 gennaio hanno prodotto nel territorio del Parco nazionale dei Monti Sibillini accumuli notevoli. Secondo i dati del servizio METEOMONT del Coordinamento territoriale Carabinieri per l'Ambiente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (CTCA), il manto nevoso ha raggiunto lo spessore di 170 centrimetri a Pintura di Bolognola, di 134 centimetri a Montemonaco e 110 centimetri a Montegallo

Lo spessore medio della neve in queste località era comunque di circa 1 metro e mezzo e di quasi un metro nel versante dell'Alto Nera, raggiungendo altezze più consistenti, fino a oltre due metri, nei punti di maggiore accumulo dovuto al vento.

Si tratta di una nevicata molto intensa ma non eccezionale per i Sibillini, dove eventi simili si sono verificati anche in tempi recenti tra cui nel 2005 e nel 2012. L'evento ha inevitabilmente causato dei disagi che si sono aggiunti a una situazione già resa molto critica dagli eventi sismici, in particolare nei confronti di quegli allevatori che hanno subìto danni alle stalle.

In questo contesto gli animali domestici lasciati all'aperto, soprattutto cavalli e mucche, possono risultare molto vulnerabili alle avversità climatiche e facili prede di lupi o cani vaganti. Il Parco, anche tramite il CTCA, sta quindi monitorando alcune situazioni e ha richiamato l'attenzione della Regione Marche sull'urgenza di realizzare le previste strutture sostitutive delle stalle inagibili. Oltre che per il bestiame domestico, le forti nevicate creano inevitabilmente condizioni di criticità anche per la fauna selvatica, soprattutto ungulati, a causa delle difficoltà nella ricerca del cibo e della maggiore vulnerabilità nei confronti dei predatori. In questi giorni sono stati osservati diversi caprioli in difficoltà o predati, anche nelle vicinanze di centri abitati. Si tratta comunque di eventi che rientrano nei normali cicli naturali e che, pertanto, non destano preoccupazione per la conservazione della biodiversità e degli equilibri ecologici.

Le attività di monitoraggio del camoscio appenninico, specie di interesse comunitario reintrodotta dal Parco nel 2008, ha invece evidenziato una situazione di sostanziale normalità anche successivamente alle forti nevicate: si tratta infatti di animali perfettamente adattati agli ambienti e al clima estremo di alta montagna e che scelgono idonee aree di svernamento dove, grazie alle forti pendenze e all'esposizione a sud, la neve non forma spessi accumuli e non permane a lungo.

La neve ha invece causato seri danni all'area faunistica del camoscio appenninico a Bolognola - già in parte danneggiata dal sisma - abbattendo un tratto di circa 30 metri di recinzione. Il parco è comunque intervenuto con urgenza per effettuare un intervento che ha consentito di risollevare provvisoriamente la recinzione, scongiurando così il rischio di fuga degli animali ospitati o di introduzione di predatori. L'operazione, che ha richiesto la rimozione tramite pale di moltissima neve e la successiva messa in tensione dei pali e della rete, è stata effettuata tra il 24 e il 26 gennaio da parte del personale del parco e della Società Alcina (gestore dell'Area faunistica) con la fondamentale collaborazione dei Militari del 2° Genio Guastatori Alpino, chiamati dal Comune di Bolognola.

Ulteriori aggiornamenti sulla situazione post terremoto saranno comunicati, quando disponibili, sul sito dell'Ente parco e sulla pagina Facebook.

Ricordiamo che il Parco coordina un progetto di solidarietà nei confronti della comunità colpita dal sisma e propone l'acquisto di prodotti agricoli del parco.

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