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Il sentiero archeologico del Monte Beigua

A due passi dal Parco Capanne di Marcarolo, approfondite ricerche hanno individuato le numerose rocce istoriate tutelate oggi dal Parco naturale regionale del Monte Beigua (Liguria)

  • Aldo Molino
  • Novembre 2016
Giovedì, 10 Novembre 2016
Il sentiero archeologico del Monte Beigua

Negli ultimi lustri, approfondite ricerche hanno permesso di individuare numerose rocce istoriate nell'area di pertinenza del Parco naturale regionale del Monte Beigua (parco ligure attiguo a quello piemontese di Capanne di Marcarolo). Il corpus di incisioni è relativamente ampio e va ad aggiungersi ad alcune preesistenze note da tempo e a manifestazioni di megalitismo. Parlare di megaliti e di incisioni rupestri non vuol dire necessariamente preistoria, anzi le testimonianze sinora rinvenute che ci rimandano ai nostri lontani progenitori sono relativamente scarse, incerte e controverse.

La pietra è una materia senza tempo e su di essa e con essa si è costruito il sacro e il profano, e si sono tracciati segni con modalità e forme espressive immutate talvolta nei secoli. La conservazione del patrimonio litico pone comunque seri problemi: vandalismi, furti e incuria sono sempre in agguato. Due le strade possibili: quella di far conoscere e sensibilizzare affinchè la tutela diventi un fatto condiviso, oppure non pubblicizzare troppo siti e ritrovamenti in modo che i reperti in qualche modo si auto-tutelino da soli. A differenza di altri luoghi antropizzati, dove spesso le pietre rivestono precisi ruoli culturali per le comunità che le conoscono e ci costruiscono leggende e conte, sul Beigua solamente poche località sono conosciute e trovano riferimento nella toponomastica locale.

La scelta di chi gestisce questo territorio è di non rendere fruibili la maggior parte dei massi istoriati, ma di realizzare invece un percorso tematico dove sono stati collocati le riproduzioni (e non gli originali) delle rocce più significative.
L'itinerario predisposto dall'Ente parco richiede un paio d'ore di cammino con le inevitabili soste e permette di conoscere cinque di questi massi scolpiti e le principali tipologie di incisioni.

Si parte nei pressi della torbiera dei Laioni situata sul versante settentrionale del Beigua dove si può comodamente parcheggiare nello slargo in cui si trova il pannello descrittivo del percorso. L'itinerario si può agevolmente percorrere in entrambi i sensi prestando attenzione ai segnavia, in questo caso quelli tipici della F.I.E, cioè "tre pallini".
Per accedere all'inizio del sentiero è necessario raggiungere la frazione Piampaludo di Sassello e proseguire in direzione del Monte Beigua per un paio di chilometri sino alla torbiera situata a circa 1.000 m di quota. Si supera il primo pannello e si continua per un altro km sino alla successiva sosta. A piedi, si imbocca lo sterrato che scende sulla sinistra, dopo aver tralasciato una pista sulla destra e in breve si giunge allo spiazzo della casa Buschiazzi, meglio nota come casa del "Che", una cascina costruita negli anni '50 del secolo scorso ai margini della quale sorgono diversi affioramenti rocciosi dove sono state rinvenute alcune delle rocce incise più interessanti del comprensorio.

Il sentiero (cartelli indicatori-sentiero archeologico) scende a sinistra nel bosco di faggi. Seguendo i segnavia si percorre la faggeta superando mediante rustici ponticelli alcuni ruscelli sino a un ripiano dove (cartello) si piega a sinistra. Si attraversa ancora un rio e dopo poco, si incontra la prima pietra incisa, la "Roccia del Dolmen", a cui fanno seguito la "Grande Roccia, la Roccia dell'Orologio, la Roccia a Polissoir" e dopo una breve salita la "Pietra Scritta".

Il sentiero, quindi, inizia una risalita sempre nel bosco di faggi e piegando decisamente a sinistra con una breve discesa, riporta alla strada asfaltata. Si costeggia la torbiera dei Laioni percorrendo un tratto del Sentiero natura, poi ci si ritorna sull'asfalto e in breve al punto di partenza.

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