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Vulcano, la fucina di Efesto

Al largo delle coste siciliane tra Milazzo e Cefalù, dove sette turbolente e irrequiete sorelle hanno attraversato mito e storia

  • di Aldo Molino
  • gennaio 2014
Mercoledì, 19 Marzo 2014
Vulcano, la fucina di Efesto

L'odore acre dello zolfo, lo avverti già mentre l'aliscafo costeggia la dirupata costa orientale dell'isola. Le rocce scure e i pennacchi di vapore che salgono dalle fenditure, fanno subito capire che questo non è un posto come gli altri. A differenza delle altre sorelle Eolie, Vulcano è ancora oggi una quella terra irrequieta che periodicamente in passato a messo in fuga i suoi abitanti comunque cauti nella colonizzazione senza per altro causare disastri epocali come quello del Vesuvio intorno al 79 a.c.. Soltanto Stromboli ma in modo diverso è altrettanto agitata.
Le strane rocce, la nera ossidiana il mare che ribolle riscaldato da polle di vapore sottomarino il cratere artificiale di fango terapeutico, le sabbie nere ci ricordano che siamo su un vulcano (con la v minuscola dal quale ci si può aspettare prima o poi qualche sorpresa. Ma è anche un esperienza unica perché in poco più di un ora puoi arrivare in cima al Gran Cratere e sbirciare dentro il cono.
Nota ai Micenei e agli Elleni, secondo una antica tradizione, di queste isole era signore Eolo, il re dei venti che ad Ulisse ne donò un otre pieno. Erodoto la chiama Hierà e dalla lontana Lemno, Efesto inpiantò la sua divina fucina dove forgiava, con l'aiuto dei Ciclopi, le armi per i super-eroi del tempo. Non sappiamo se la sua diletta e volubile consorte Afrodite frequentasse anche lei queste spiagge o preferisse altri lidi meno rustici . I pragmatici romani, scambiarono Efesto con Vulcano il dio del fuoco che divenne il nuovo padrone dell'officina. Un padrone irascibile che fece scuola tanto che di lì a poco tutte le montagne che sputavano fuoco e nubi ardenti divennero vulcani tout-court.

Di vulcani a Vulcano c'è né più di un uno e lo spettacolare Gran Cono è soltanto uno di questi, il più recente che si è installato e in parte smantellato una più antica caldera di cui il monte Aria (il rilievo più elevato dell'isola) è una parte. All'estremità che guarda Lipari c'è invece Vulcanello, unito al corpo principale da una stretta lingua sabbiosa. Sorto dal mare verso il 180 a.c. per molto tempo fu un'isoletta autonoma sempre incerta fra l'essere e il non essere finchè con l'eruzione del 1560 fu inglobata nell'isola maggiore. Il Gran cratere è conosciuto anche come Fossa di Vulcano si è formato circa 10.000 anni fa. L'ultima eruzione, risale 1888 e si è conclusa nel marzo 1890. Da quel momento il vulcano si è limitato all'attività secondaria: lungo i suoi fianchi, da fessure della superficie, vengono emessi vapori fortemente saturi di zolfo a temperature comprese tra i 100° ed i 200°C: il contatto con l'aria fredda provoca la cristallizzazione dello zolfo che da gas passa subito allo stadio minerale, bordando le aperture delle fumarole di gemmazioni cristalline, di color giallo citrino.

Dal 2.000 buona parte dell'isola è compresa in una Riserva naturale della Regione Siciliana gestita dal Corpo Forestale dello Stato. Oltre alle emergenze paesaggistiche, storiche e geologiche Vulcano ospita una flora e una fauna rara e interessante con alcune specie endemiche.
La salita al cratere è un esperienza davvero unica che porta a diretto contatto con i fenomeni vulcanici. Si percorre un tratto della strada principale che porta al Piano, poi si devia a sinistra per imboccare un sentiero che oltrepassate ultime case inizia a salire. Il primo tratto attraversa macchie della rara ginestra efedroide poi ci si inerpica lungo le instabili pendici del cratere tra vapori di zolfo e nubi di vapore. La salita (evitate le ore più calde e portatevi da bere ) richiede almeno un ora e giunti in cima il periplo del cratere è d'obbligo come una sosta per ammirare un panorama davvero unico.

Unici sono anche i capperi delizia di questi luoghi e ancor più rara è la Malvasia delle Lipari che se a Salina vanta ormai numerosi produttori a Vulcano è una ripresa recente

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