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Dentro le acque del fiume Crati, Un ambiente ricco di vita animale e vegetale

Un recente studio scientifico mette in evidenza l'insospettata ricchezza biologica del Crati, il principale corso d'acqua della Calabria. Dalle sorgenti alla foce è un susseguirsi di varietà di specie animali e vegetali, che conferiscono all'intera zona lineamenti unici di elevata qualità.

  • Enrico Massone
  • dicembre 2013
Mercoledì, 19 Marzo 2014
Dentro le acque del fiume Crati, Un ambiente ricco di vita animale e vegetale

È il principale fiume della Calabria. Il Crati sebbene abbia un regime torrentizio, è tra i maggiori corsi d'acqua dell'Italia meridionale, dopo il Volturno e il Sele. Nella lingua degli antichi greci, il suo nome significa "personificazione della potenza".
Nasce a circa 1.650 m di altezza, sulle pendici occidentali della Sila, poi scende rapidamente dai monti e bagna Cosenza. Qui separa l'antico centro storico della città dalla parte più moderna ed aumenta di dimensioni, grazie alla confluenza del fiume Busento (nel cui fondo, secondo la leggenda, nel 410 d. C. fu sepolto il re visigoto Alarico col suo favoloso tesoro). Il corso del Crati prosegue, attraversando con ampio letto ciottoloso la stretta pianura localmente chiamata Vallo del Crati in cui si arricchisce di svariati affluenti, per poi scorrere nel suggestivo tratto incassato di Tarsia, dove una diga forma un lago artificiale, per entrare, dopo lo sbarramento, nell'alluvionale Piana di Sibari, in cui sorgeva Sibari, fiorente città della Magna Grecia. Qui si riducono pendenza e velocità, ma con le acque del Coscile, la portata raddoppia e s'avvia a sfociare nel golfo di Taranto presso la marina di Corigliano Calabro (Schiavonea).


Le oltre 100 pagine del volume "Flora & Fauna - Acquatiche della Riserva Naturale Foce del fiume Crati" a cura di Amici della Terra Italia / Ente gestore, mettono in evidenza le particolarità ambientali del Crati e riportano i dati di una ricerca realizzata con il supporto scientifico del Dipartimento di ecologia, biologia e scienze della terra dell'Università della Calabria nell'ambito del Programma operativo del fondo europeo per la pesca, promosso dal Dipartimento agricoltura e foreste della Regione Calabria.
L'ente gestore delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del Crati ha recentemente reso noti gli esiti conclusivi di un lungo e accurato progetto di conservazione, tutela e monitoraggio degli habitat e delle specie di fauna e flora acquatica delle due riserve.
Sono stati individuati e validati 175 unità tassonomiche animali, di cui 109 rinvenute in area marina e 66 in area fluviale: 22 sono le specie comuni tra le due aree. Tra le specie faunistiche di grande valore naturalistico è segnalata la singolare presenza del cavalluccio marino comune e camuso. Si tratta di una specie atipica per gli ambienti di transizione del Mediterraneo, paragonabile solo a quella delle popolazioni atlantiche della Laguna di Ria Formosa in Portogallo.
Altrettanto interessante e meritevole di ulteriori indagini scientifiche è l'aspetto botanico-vegetazionale dell'area, che si manifesta con la presenza di specie di notevole importanza per gli ecosistemi monitorati: 57 tra piante superiori, macrofite e microfite, 39 generi di fitoplancton, oltre ad alghe rare e all'angiosperme Najas marina, new entry in Calabria.

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