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Riserva Val Sarmassa

Riserva Val Sarmassa

Carta d'Identità Gastronomica


Asparagi, cardi, tartufi e vini sono i punti cardinali di un'economia contadina che da tempo ha scelto la strada della qualità per offrire il meglio della produzione. Lungo gli ondulati crinali della Sarmassa, ricchi di suggestioni e incanti, nasce uno dei frutti della terra più rari e raffinati, un dono di natura per eccellenza: il tartufo bianco, oggetto di culto, ormai non solo per gastronomi.Nella Riserva, accanto al bosco, i vigneti storici si arrampicano verso il cielo su balze sabbiose neanche protetti da terrazzamenti: è l'immagine di una tradizione millenaria, di una viticoltura eroica, che esclude quasi del tutto la meccanizzazione ed esprime con schiettezza l'anima e il carattere di un territorio.

 

Prodotto Bandiera

IL CARDO GOBBO

S i coltiva nei terreni ricchi di sabbia alluvionale adiacenti le sponde del fiume Belbo, ai piedi delle colline della Riserva Naturale della Val Sarmassa.
I "cardaroli" dotati di sapiente manualità, custodiscono una tecnica che si tramanda da generazioni: a maggio seminano i cardi della varietà Spadone e li raccolgono d'autunno. I "gobbi" sono un bell'esempio di agricoltura sostenibile perché non si irrigano, non si concimano e non si trattano. A fine estate, quando sono già alti e rigogliosi, il "cardarolo" scava una buca, vi adagia dentro i cardi legati, ricoprendoli di terra. Tentando di liberarsi dalla terra sabbiosa per ritrovare la luce, i cardi si gonfiano e s'incurvano trasformandosi in cardi gobbi.  Le coste perdono la clorofilla e diventano bianchissime
e tenere. Dopo un mese l'imbianchimento è compiuto e inizia la raccolta: con la "purinetta" (una roncola lunga e sottile) si eliminano le foglie esterne e le coste danneggiate, si tiene solo il cuore croccante e dolce. E' l'unico cardo che si mangia crudo, il re delle verdure che accompagnano il piatto simbolo dell'arte culinaria piemontese: la bagna càuda.

 

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