L'obiettivo del monitoraggio è quello di valutare, nel lungo periodo, la distribuzione e l'abbondanza sul territorio dell'Appennino Piemontese, per definirne lo status e intraprendere eventuali azioni di conservazione.
Il Gufo reale, come tutti i rapaci notturni, trovandosi al vertice delle "piramidi alimentari" costituisce un autentico "indicatore ecologico", in grado di fornire precise indicazioni sulle caratteristiche e qualità dell'ambiente, con particolare riferimento a diversi parametri collegati alla gestione e alla fruizione del territorio.
La metodologia utilizzata è quella dell'ascolto del canto spontaneo al crepuscolo nei mesi da dicembre a febbraio. Sono state predisposte mappe con la localizzazione di massima dei punti di ascolto, situati in prossimità delle aree vocate alla specie, sulla base di una contemporanea presenza di pareti rocciose utilizzabili per la riproduzione e di limitrofe aree aperte per la caccia.
Il progetto, coordinato della guardiaparco naturalista Mara Calvini, ha preso avvio il 6 gennaio 2021 con l'organizzazione di un incontro di formazione sull'ecologia e la metodologia di indagine del Gufo reale, rivolto al personale dell'Ente e ai naturalisti volontari che partecipano al monitoraggio.
La prima fase sperimentale di indagine è finalizzata alla valutazione della presenza della specie sul territorio e di individuare i territori occupati: sono state a tal fine monitorate complessivamente 29 stazioni di rilevamento che hanno interessato 15 comuni con il coinvolgimento di 25 rilevatori volontari oltre al personale di vigilanza e tecnico degli Enti.
Per maggiori informazioni: sito delle Aree protette dell'Appennino Piemontese