In ambito regionale sono operative, da un paio d'anni, le squadre WPIU (dall'acronimo inglese Wolf Prevention Intervention Units) come previsto dal progetto LIFE Wolfalps per rispondere in modo efficace al bisogno di assistenza in caso di predazione sul bestiame da parte del lupo. Una di esse è intervenuta in seguito alla segnalazione di un attacco avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 maggio a Predosa (AL), ai danni di un vitello nato nel pomeriggio del giorno precedente, che è stato ucciso. La risposta della WPIU, di cui fa parte personale tecnico e di vigilanza dell'Ente-Parco, come previsto dal protocollo, è stata di informare tempestivamente l'ASL di riferimento in modo che i veterinari potessero accertare se fosse o meno opera del lupo, consigliare l'allevatore sulle attività di prevenzione che dovrà adottare in futuro e posizionare una fototrappola per monitorare l'evolversi della situazione.
Tra le 21.30 dell'11 maggio e le 2.00 del giorno successivo l'occhio elettronico ha sorpreso due lupi (video su Youtube a questo link), un maschio e una femmina, affaccendati attorno alla carcassa lasciata di proposito sul terreno come esca. Interessante il fatto che si tratti proprio della coppia seguita da tempo da due giovani laureandi dell'Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, che hanno descritto nelle loro tesi le abitudini del primo branco di lupi insediatosi nella pianura piemontese. L'identificazione di questi due esemplari con quei lupi è certa perché la femmina è priva della coda, proprio come osservato nel branco locale.
L'episodio si è chiuso con l'individuazione, d'accordo con l'allevatore, delle migliori strategie per la protezione del suo bestiame, partendo dal presupposto che i parti devono sempre avvenire all'interno delle stalle oppure all'aperto ma in aree recintate.
Per approfondimenti:
Sito Aree protette del Po piemontese
FB: areeprotettePo.piemontese