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Le azioni del Po piemontese per fronteggiare la siccità

L'ente di gestione monitora la situazione delle specie vegetali e animali in difficoltà e cerca di mitigare alcuni danni come l'invasione delle piante esotiche con progetti come la "foresta condivisa"

Martedì, 8 Febbraio 2022

La siccità di questo periodo è causa nelle zone di pianura di una grande morìa di querce, oltre che di ontani. Sono in sofferenza le aree di alneto, lungo il Po (Parco naturale del Po piemontese) a Rondissone e a Crescentino, perchè gli ontani neri affondano le loro radici nell'acqua, che si sta ritirando. Subentrano così specie che vivono su suoli meno bagnati, come i frassini e altre specie frugali e anche alcune specie esotiche "opportuniste" a scapito di quelle autoctone di maggior valore ecologico. Il Parco naturale della Collina di Superga è sempre più popolato di palme, per esempio. 

La Foresta condivisa del Po piemontese è parte attiva nel cambiamento: infatti l'Ente-Parco sta puntando sulla messa a dimora di specie più resistenti come l'orniello o il cerro (Quercus cerris), che a differenza di altre querce sono meno bisognose di acqua.

Tra gli animali in una situazione di forte stress ci sono ovviamente gli anfibi, come la rana dalmatina e la rana di Lataste, specie ora che si avvicina il periodo della riproduzione, e il pelobate fosco insubrico, oggetto del progetto di tutela Life Insubricus, ma anche un gran numero di pesci; patiscono in particolare le specie autoctone, più esigenti dal punto di vista ecologico, come lo scazzone, la trota marmorata e la lasca, a vantaggio delle specie esotiche più adattabili, tra le quali il siluro e il cobite asiatico.

Il controllo dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese è continuo e i prossimi monitoraggi che contribuiranno a verificare gli effetti di questo altro anno di siccità si terranno tra i mesi di marzo e giugno, per intercettare il maggior numero di specie possibile: rane verdi e rane rosse, raganelle, tritoni, pelobati e rospi.

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