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I cambiamenti climatici stanno cambiando il profilo delle Alpi

La crisi climatica sta causando la riduzione dei ghiacciai su tutto l'arco alpino: Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano lanciano l'allarme tramite il report della "Carovana dei ghiacciai"

 

Lunedì, 13 Dicembre 2021

Alpi sempre più fragili, vulnerabili e instabili a causa della crisi climatica e del riscaldamento globale. Due gli indicatori che testimoniano quanto ormai sta accadendo ad alta quota: l'aumento ad un ritmo sempre più accelerato della fusione dei ghiacciai che stanno perdendo superficie e spessore, frammentandosi e disgregandosi in corpi glaciali più piccoli. E l'aumento di frane, valanghe di roccia e di ghiaccio e colate detritiche da aree deglaciate dovuto principalmente dalla riduzione dell'estensione e della durata del manto nevoso, dalla riduzione dell'area e dello spessore dei ghiacciai e nella degradazione del permafrost. È quanto denunciano Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano (CGI), che in occasione della Giornata internazionale della Montagna hanno presentato al Rettorato dell'Università di Torino e in diretta streaming sulla pagina fb di Legambiente Alpi, il report finale di Carovana dei ghiacciai in cui fanno il punto sullo stato di salute sulle montagne italiane, concentrando l'attenzione sulle Alpi.

Tra il 1850 e il 1975 i ghiacciai delle Alpi europee hanno perso circa la metà del loro volume. Il 25% della restante quantità si è perso tra il 1975 e il 2000 e il 10-15% nei primi 5 anni del nostro secolo. I dati raccolti evidenziano una concentrazione di eventi in alcune regioni: Valle d'Aosta (42%), Piemonte (18%), Lombardia (16%) e Trentino (15%). Tra gli ultimi episodi, nel 2019 la parete nordest del Monviso è stata interessata da un importante crollo in roccia. 

Nel report l'associazione ambientalista fa il punto, attraverso una serie di schede e grafici, fa sui diversi settori alpini (occidentale, centrale e orientale) e in particolare sui tredici ghiacciai alpini italiani. Le Alpi, e più in generale gli habitat di montagna, subiscono molto prima e maggiormente rispetto ad altri luoghi, gli effetti della crisi climatica, diventando un ambiente sempre più esposto alle sue conseguenze e più fragile.

Nel settore occidentale, l'area coperta dai ghiacciai è ancora ragguardevole (circa 160 km2), ma la loro distribuzione è alquanto disomogenea. Qui i ghiacciai si stanno fortemente contraendo e ciò si riflette anche nella riduzione del numero di ghiacciai monitorati, per estinzione degli stessi o per difficoltà nella misurazione legata alla morfologia impervia, alla loro copertura detritica e alla crescente instabilità dell'ambiente glaciale e periglaciale. Fenomeni di crollo in roccia e ghiaccio, deformazione delle morene possono comportare conseguenze significative anche per la percorribilità e la sicurezza della rete escursionistica. 

Nel report una pagina è dedicata al "Sentiero del Giardino dei Ghiacciai". Nel cuore del Parco del Gran Paradiso, grazie al contributo di FRoSTA, è nato il Giardino dei Ghiacciai della Valnontey. Un giardino speciale che, con il recupero dei sentieri e delle iscrizioni storiche incise negli ultimi 150 anni ai bordi dei ghiacciai del Gran Paradiso, vuole essere un'azione concreta di sensibilizzazione sulla crisi climatica e sul ritiro dei ghiacciai. Il primo atto creativo di questo percorso è stato realizzato dagli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna con il progetto "Segnali dal corpo glaciale".

Per approfondimenti:

Il report completo è consultabile sul sito di Legambiente.

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