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Buone notizie per la biodiversità al Po piemontese

L'attività di monitoraggio e conservazione ha portato buoni risultati dimostrati dal ritrovamento di specie animali in precedenza assenti o numericamente limitate

Venerdì, 2 Luglio 2021

Tra le finalità istitutive dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese una delle più importanti e peculiari riguarda la sorveglianza della fauna e della flora, in particolare le specie che rientrano nelle Direttive europee "Habitat" e "Uccelli". 

Licena delle paludi, smeralda di fiume, barbastello, saettone, sono solo alcune delle specie, sconosciute ai più, presenti in aree specifiche, a seconda delle loro particolari esigenze ecologiche, nelle Aree protette del Po piemontese. Ma ci sono buone notizie e nuove scoperte che riguardano un gran numero di specie non necessariamente inserite in specifiche Direttive: di recente una colonia di topini (Riparia riparia), piccoli uccelli parenti delle rondini, composta da circa 40 nidi è stata trovata in una cava lungo il torrente Orba, in un luogo dove non si vedevano da molti anni. Sempre lungo l'Orba è stato avvistato il mese scorso il gonfo pinzato (Onychogomphus uncatus), una libellula mai segnalata prima nel tratto di Po a valle di Chivasso e la cui presenza in pianura è davvero insolita. Un ortottero, la cavalletta Pholidoptera littoralis insubrica, è stato trovato in un prato collinare a Verrua Savoia (TO); questa è una specie la cui distribuzione al di fuori dei rilievi prealpini è molto limitata e di cui l'unica rilevazione nel territorio che oggi fa parte delle Aree protette del Po piemontese risale a oltre vent'anni fa. 

La Sympaecma paedisca è stata vista in primavera, quindi verosimilmente si riprodurrà proprio lì dove è stata trovata, mentre tra le oltre 300 specie di farfalle notturne censite non mancano nuove aggiunte come la piccola Nemophora metallica che ha antenne sproporzionatamente lunghe rispetto al corpo. Un altro ritrovamento gradito, reso possibile grazie al prezioso lavoro svolto da ittiologi consulenti dell'Ente-Parco, è quello della lampreda padana (Lethenteron zanandreai) nel fitto reticolo idrografico della piana vercellese, un subendemismo italiano fortemente minacciato dalla perdita del suo habitat costituito da ruscelli e canali con acque ben ossigenate. Anche i molluschi sono oggetto di monitoraggio, con alcune specie presenti nelle Direttive: questo è il caso della vertigo di Demoulins (Vertigo moulinsiana), un animale dalle dimensioni estremamente ridotte e dunque particolarmente difficile da rilevare, che vive tra la vegetazione delle zone umide e che è stata osservata soprattutto in canneti a Typha latifolia dove vive attaccata agli steli di queste piante.

 

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