Stagni, paludi, torbiere, bacini naturali e artificiali con acqua stagnante, sono alcune delle principali tipologie delle zone umide come definite dalla Convenzione di Ramsar stipulata il 2 febbraio 1971. Lo scopo della Convenzione è di preservare questi ambienti che ospitano una ampia biodiversità sia vegetale che animale, il 40% del totale, e che accolgono microclimi ed ecosistemi spesso molto fragili ed hanno anche una funzione mitigatrice dei mutamenti climatici avendo un'alta capacità di immagazzinare anidride carbonica. Il 2 febbraio di ogni anno è la Giornata Mondiale delle Zone Umide istituita dall'Onu con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica per la difesa e la valorizzazione di queste aree fortemente a rischio. Due terzi delle zone umide d'Europa sono scomparse negli ultimi cinquanta anni, molte altre sono degradate. Da qui la necessità di un'azione di conservazione e valorizzazione. In Italia, secondo gli ultimi dati, le zone umide d'importanza internazionale sono ad oggi 65 su un'area complessiva di 82.331 ettari; 56 siti già inseriti nell'elenco ufficiale della Convenzione Ramsar e 9 in via di perfezionamento.
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