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Il Piemonte e la lotta alla Popilia Japonica

La nostra Regione è in prima fila nel contrasto di questo pericoloso coleottero giapponese che attacca foglie, fiori e frutti delle piante, nutrendosi anche delle radici e addirittura dei manti erbosi

Martedì, 20 Ottobre 2020

L'Assessore regionale all'Agricoltura, Marco Protopapa, ha recentemente incontrato le associazioni di categoria e i rappresentanti dei produttori del settore florovivaistico per fare il punto sui danni provocati dalla Popillia japonica, il coleottero giapponese che attacca foglie, fiori e frutti delle piante, nutrendosi anche delle radici, e manti erbosi, rinvenuto per la prima volta nel 2014 nella zona del Parco del Ticino. Al tavolo sono state condivise le analisi degli interventi posti in essere dal Servizio Fitosanitario della Regione Piemonte per contrastare la diffusione del parassita, che non ha un antagonista naturale. La diffusione del parassita interessa in parte le province di Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Biella e Alessandria. La Regione Piemonte sta seguendo anche questa emergenza insieme alle altre emergenze fitosanitarie che stanno colpendo l'agricoltura piemontese. Pertanto proseguono le azioni di contenimento alla Popillia japonica attivate dal Servizio fitosanitario regionale, attraverso l'utilizzo di trappole e altri interventi di prevenzione nei siti a rischio di diffusione. La Regione Piemonte valuterà, con gli operatori del settore, l'opportunità di emanazione di un ulteriore bando a favore delle aziende florovivaistiche per l'installazione di reti anti insetto atte a proteggere le colture da questo parassita.

La Popilia japonica è un insetto inserito tra le specie da quarantena, riportato nella direttiva 2000/29 CE e nelle liste di allerta del European and Mediterranean Plant Protection Organization (EPPO). E' giunto in Europa dapprima nelle Isole Azzorre (Portogallo) nel 1970 e, più recentemente, in Italia. E' di piccole dimensioni (un adulto misura 8-12 mm di lunghezza e 5-7 mm di larghezza). Il colore è dato sostanzialmente dalle elitre (ala sclerificata tipica dei coleotteri) che sono color rame, mentre il capo ed il pronoto (zona immediatamente dietro alla testa) sono verde metallico. Le larve vivono nel terreno, sono lunghe 20 mm a maturità (3 stadi larvali) e sono molto simili a quelle di qualunque altro maggiolino: a forma di C, di colore bianco con capo e zampe marrone chiaro. E riconoscibile per la presenza sull'addome di cinque ciuffi di peli bianchi per lato e altri due all'estremità, particolarità che permettono di distinguerla facilmente da altre specie già presenti nella nostra regione come il maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola), la cetonia dorata (Cetonia aurata) e l'Anomala vitis.

Per approfondimenti:

Sito della regione Piemonte

 

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