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Origami marini hanno animato il Museo dei fossili di Asti

Curiosità e incanto con l'insegnante giapponese Masae Takanashi.

Lunedì, 17 Giugno 2019


Al Museo Paleontologico di Asti,  mani pazienti - sotto la guida di Masae Takanashi - hanno scoperto l'origami e fatto nascere, dalla piegatura della carta, balenottere, farfalle e pinguini.

Un'ora di laboratorio, nei luminosi spazi della sala didattica, che l'insegnante giapponese ha riservato a grandi e piccini domenica scorsa, 16 giugno, concordando con il Parco Paleontologico Astigiano la particolare impronta del workshop, finalizzato alla creazione di origami a tema marino. I bambini hanno terminato la lezione con un desiderio: "La prossima volta facciamo i delfini".

Masae ha promesso di tornare al museo e spiegato che "i delfini hanno bisogno di una piegatura in più della carta, un'altra volta faremo anche i granchi", soddisfatta per l'impegno dei partecipanti, che si sono portati a casa gli oggetti di carta ottenuti con concentrazione e precisione.

Tra un pesce e un uccello marino che prendevano forma, l'affascinante storia di Masae, che nei profili delle colline dell'Astigiano vede le onde del mare del villaggio di pescatori in cui è nata e cresciuta in Giappone. A 34 anni, dopo aver frequentato un corso di cucina all'Icif di Costigliole, ha deciso che avrebbe preso casa nell'Astigiano, è tornata nel suo paese a imparare l'italiano da autodidatta, poi, dopo una breve parentesi in Toscana, nel 2015 ha messo radici a Costigliole, alternando varie attività professionali (guida turistica, interprete, traduttrice, blogger, insegnante di origami). Quando parla del Museo Paleontologico i suoi occhi si illuminano: "Qui si comprende bene l'evoluzione dei luoghi in cui viviamo, ma anche la storia del cibo e dei vini che beviamo, nati da una terra che conserva tracce dell'antico mare. Un dettaglio che quando s'impara non si dimentica più".

A fine lezione Masae ha ringraziato i partecipanti per aver condiviso con lei il divertimento, ma anche l'intimo piacere di creare, e il Parco Paleontologico per averla ospitata.

Questo è un luogo che la ispira, tornerà comunque, anche se è presto per dire quando sarà l'ora dei delfini di carta.

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