Il provvedimento approvato - come ha più volte sottolineato l'assessore regionale alla Caccia - rivede la legislazione in materia faunistico-venatoria in chiave nuova e moderna, in sintonia con i cambiamenti nazionali ed europei e in maniera tale da recepire le esigenze e le sollecitazioni delle associazioni di settore.
La principale novità è costituita dal divieto di caccia per tutto il primo mese del calendario venatorio durante la domenica, una posizione portata avanti da alcuni consiglieri che ha generato un delicato lavoro di mediazione in seno alla stessa maggioranza che ha prodotto lo specifico emendamento.
Il provvedimento si caratterizza anche per la tutela nei confronti delle specie della tipica fauna alpina e degli uccelli protetti dalla direttiva comunitaria, dall'aumento della superficie venatoria minima degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, dall'obbligo di una prova di tiro per la caccia di selezione e dalla possibilità di commercializzare gli animali abbattuti. Nello specifico, sono state inserite quindici specie non cacciabili: fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca, lepre variabile.
L'articolata e lunga discussione - tra relazioni introduttive, esame dei 318 emendamenti e subenendamenti e dichiarazioni finali - ha evidenziato ha portato a un compromesso tra le posizioni dei vari Gruppi consigliari.