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Un angolo esotico in Val Sangone

Appena all'imbocco della Val Sangone, il Giardino Botanico Rea sfoggia la sua collezione di Iris e Fuchsie e offre al visitatore la possibilità di vedere da vicino numerose piante carnivore e succulente esotiche.

  • Loredana Matonti
  • Luglio 2016
Giovedì, 7 Luglio 2016
Giardino Rea foto di Loredana Matonti Giardino Rea foto di Loredana Matonti

Ci sono luoghi che hanno una propensione per "accogliere" e far sentire a proprio agio chi li frequenta, una sorta di ristoro dal tran tran cittadino. Come il Giardino Botanico Rea, nella frazione S. Bernardino del comune di Trana in Val Sangone, nel cuore delle Alpi Cozie, a 450 metri di quota, ma vicinissimo alla città, dove è piacevole trascorrere qualche ora, non solo per riempirsi gli occhi di colori, ma anche per rallentare il proprio ritmo e godere della serenità del posto.

Storia
Il giardino prende il nome "Rea" in onore a Giovanni Francesco Re, medico naturalista di Condove, che all'inizio dell'Ottocento studiò la flora della Val di Susa e della Val Sangone e la sua origine risale al 1961, quando un amatore e collezionista di piante rare, Giuseppe Giovanni Bellia, animato da una grande passione per la botanica, crea i "Vivai di San Bernardino". E' un'azienda agricola specializzata nella coltura di piante erbacee perenni per il giardino roccioso che in pochi anni arriverà ad avere in catalogo alcune migliaia di specie e cultivar, tra le quali molte rarità, introvabili all'epoca nei vivai italiani.
Ma Bellia non è ancora soddisfatto, desidera qualche cosa di più, e così nel 1967 realizza il suo sogno trasformando i vivai in un giardino botanico sperimentale per l'acclimatazione di specie alpine provenienti da tutto il mondo ed incrementa le collezioni botaniche tramite lo scambio dei semi con diversi Orti Botanici di altri Paesi.

A partire dal 1969 coinvolge direttori e collaboratori di altri giardini botanici per fondare una Associazione di collegamento e mutua collaborazione tra i giardini delle Alpi occidentali. Nel 1970 a Rea con una prima tavola rotonda si decide di dar vita alla CIGAAO, Confederazione Internazionale Giardini Alpini delle Alpi Occidentali, che nel 1974 prenderà il nome di AIGBA (Associazione Internazionale Giardini Botanici Alpini). Nel corso degli anni l'AIGBA ha organizzato convegni e conferenze presso i vari Giardini alpini e attualmente è in via di rifondazione per modernizzarla e renderla più efficace nella divulgazione delle attività dei giardini membri.

A metà degli anni '80 il giardino inizia purtroppo ad attraversare un periodo di difficoltà. Affinchè il suo lavoro ed il suo sogno non andassero perduti, nel 1989 la Regione Piemonte acquista la proprietà del giardino e ne affida la gestione alla Comunità Montana Val Sangone che attualmente cura la direzione tecnico-amministrativa di Rea.
Dopo una profonda ristrutturazione, realizzata dalla Comunità Montana Val Sangone e dalla Cooperativa Agricola Produttori Val Sangone, su indirizzo del Museo Regionale di Scienze Naturali, nel 1992, il giardino è stato riaperto al pubblico ed è tutt'ora aperto.

 

Collezioni e attività

Nel tempo sono state arricchite le collezioni e sono stati sviluppati percorsi idonei all'illustrazione delle più moderne conoscenze botaniche, alla ricerca naturalistica, allo sviluppo di una nuova museologia botanica.
Attualmente vi sono coltivate circa 2.000 specie diverse di piante, provenienti da ogni parte del mondo: piante carnivore, succulente, officinali, alberi e arbusti piemontesi ed esotici.
Tre serre a clima differenziato, nella parte alta del giardino, ospitano numerose ed interessanti specie succulente e carnivore esotiche di climi caldi, ma anche alcune italiane, come pinguicole e drosere, oltre ad altre specie rare che vivono nelle acque correnti dei fossati di pianura.

Ma il fiore all'occhiello (è proprio il caso di dire...) del Giardino è la collezione di iris, ben 250 specie, che permette la conservazione di molte preziose varietà storiche italiane. Si iniziò con un nucleo di iris ornamentali antiche comprendente quelle ibridate da Bellia ed altre di Nita Stross, importante creatrice italiana di iris ibride negli anni Sessanta.

Nel 2007 questo nucleo è stato arricchito con iris ibride antiche italiane, attraverso un paziente lavoro di ricerca e di analisi curato da Patrizia Verza Ballesio, presso il Giardino dell'Iris di Firenze e gli eredi dei più importanti ibridatori storici italiani, che conservano queste iris nei loro giardini.
Al nucleo storico sono state affiancate numerose iris italiane moderne premiate in concorsi internazionali, provenienti dalle collezioni personali di ibridatori italiani, che affiancano la ricca selezione di iris ornamentali francesi e americane, donate dalla Comunità Monastica SS. Pietro e Paolo di Germagno (Verbania).
Ora le bellissime e variopinte iris fanno bella mostra di sé in nuove aiuole tematiche di notevole impatto visivo, vicino a una bella meridiana solare.

Al Giardino è stata inoltre riorganizzata la collezione di specie spontanee, denominate 'iris botaniche', che comprende sia specie 'barbate', come Iris pallida e Iris variegata, sia specie 'non barbate', come Iris kerneriana, Iris sibirica e Iris orientalis. In alcune roccere sono state inserite iris bulbose con fioritura scalare da febbraio a giugno. Questa collezione viene ampliata annualmente con semi provenienti dagli scambi fra giardini botanici di tutto il mondo.
Simbolo di questa collezione, un'iris a fiore bianco e rosa, merito dell'ibridatore piemontese Augusto Bianco di cui è stata richiesta nel 2007 all'American Iris Society la registrazione con il nome Iris 'Giardino Rea'.

Le attività del Giardino sono molteplici e vanno dalla corrispondenza con oltre 500 Orti e Giardini Botanici in tutto il mondo, tramite la pubblicazione dell'Index Seminum, un elenco di semi che vengono messi a disposizione per uso scientifico e didattico, alle attività didattiche per le scolaresche in visita, con accompagnamenti guidati e laboratori didattici e attività varie rivolte al pubblico generico, nonché giornate a tema, mercatini, mostre tematiche, concerti ed esposizioni di piante in vaso al di fuori del Giardino.
Il suo spazioso salone, attrezzato per mostre, ospita anche numerosi seminari e conferenze su tematiche naturalistiche, ambientali e legate al benessere della persona.

 

GIARDINO BOTANICO REA
via Giaveno 40, Frazione San Bernardino di Trana- 10090 Trana (TO)

Orari di apertura
Dal 01/05/2016 al 30/09/2016
Lunedì | Martedì | Mercoledì | Giovedì | Venerdì
09.00-12.00 ; 13.00-17.00


Sabato
Su Prenotazione


Domenica
14.00-19.00
e i festivi infrasettimanali, es. lunedì 15 agosto.
Aperture straordinarie in occasione di mostre e manifestazioni e su prenotazione per gruppi e altre attività.

Tariffe
Intero: 3,00 euro; ridotto 1,50 euro (gruppi min. 10 pax ; militari; studenti tra 18 e 25 anni); gratuito: disabili accompagnati; maggiore 65 anni; minore 18 anni; possessori di Abbonamento Musei; studenti; possessori di Torino+Piemonte Card.

Note

Il Giardino Botanico è accessibile quasi interamente a invalidi motori, a eccezione di alcune aree a maggior pendenza.

Per contatti:
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tel: +39 339 534 1172

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