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Piemonte Parchi

Apri le tue ali e vola come un soffione

Il tarassaco, pianta umile dai mille nomi, tra notazioni botaniche e citazioni letterarie.

  • Testo e foto di Caterina Gromis di Trana
  • Aprile 2023
  • Giovedì, 20 Aprile 2023
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Soffione di tarassaco Soffione di tarassaco

Quando soffi su un soffione,

sparpagli la sua luce per i campi, i fiumi, le colline fino alle cime,

alle costellazioni, ai mondi più lontani.
(Fabrizio Caramagna)

È conosciuto con molteplici nomi: dente di leone, dente di cane, soffione, nonnino, cicoria selvatica, cicoria asinina, grugno di porco, ingrassaporci, brusaoci, insalata di porci, pisciacane, lappa, missinina, piscialletto, girasole dei prati, erba del porco o anche con lo storpiamento del nome in tarassàco. E'il taràssaco comune (Taraxacum officinale), pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Asteracee. L'epiteto specifico, officinale, ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo delle sue radici e delle foglie. È un'erbacea perenne, alta tra 10 e 30 cm, munita di una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del terreno, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei ... Ecco perché dopo aver raccolto i "girasoli" per le nostre insalate primaverili, bisogna lavarli diverse volte, meglio ancora sotto l' acqua corrente, per togliere tutta la terra di cui sono incrostati.

I denti di leone sono solo delle piccole erbacce gentili che vogliono essere amate come i fiori.
(Heather Babcock)

Crescono spontaneamente dalle zone di pianura fino a 2000 metri di altitudine, a volte con carattere infestante. Piante tipiche del clima temperato, anche se non hanno bisogno di terreni e di esposizioni particolari, prediligono un suolo sciolto e gli spazi aperti, soleggiati o a mezz'ombra. In Italia crescono dovunque e li si possono trovare facilmente nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi delle strade. Hanno foglie semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con il margine dentato, da cui, uno tra i tanti epiteti, il nome "dente di leone". Il fusto si evolve dopo le foglie, cavo, glabro e lattiginoso, con un'infiorescenza giallo-dorata all'apice, detta capolino. Il capolino è formato da due file di brattee membranose, piegate all'indietro e con funzione di calice, che racchiudono il ricettacolo sul quale sono inseriti centinaia di fiorellini. La fioritura avviene in primavera per la maggior parte in aprile-maggio, ma si può prolungare fino all'autunno. I fiori, uno per ogni stelo, aperti di giorno, si chiudono di notte. Fusti e foglie emettono un lattice bianco quando vengono spezzati.

Il miele è come il sole del mattino,
ha tutta la grazia dell'estate
e l'antica frescura dell'autunno.
È la foglia appassita ed è il frumento.
(Federico Garcia Lorca)

Protagonisti dell'impollinazione sono gli insetti pronubi, ma può avvenire anche grazie al vento (non è stato dato a caso un altro dei suoi numerosi nomi, "soffione"). Da ogni fiore si sviluppa un achenio, frutto secco provvisto di un caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino. Il tarassaco viene usato sia dalla cucina sia dalla farmacopea popolare. La terapia a base di foglie o radici di tarassaco è chiamata "tarassacoterapia". È una pianta di rilevante interesse in apicoltura, perché fornisce alle api sia polline che nettare. Se ne ricava un ottimo miele monoflorale, che cristallizza abbastanza velocemente. Il nome ufficiale Tarassaco proviene dal greco ταραχή tarakhḕ "scompiglio", e ἄκος àkos"rimedio", a indicare come quest'erba sia capace di rimettere in ordine l'organismo. Qui si spiega un altro dei nomi con cui è conosciuto, "piscialletto", che gli deriva dalle sue proprietà diuretiche.

A volte penso che staremmo meglio se fossimo semi di soffione: niente famiglia, niente storia, liberi di volare nel mondo, ciascuno nel proprio batuffolo di lanugine.
(Sophie Kinsella)

Nel Medioevo il tarassaco veniva utilizzato come efficace rimedio contro i disturbi di fegato e reni, forse per via del suo colore giallo intenso, che ricorda quello della bile. Con il passare dei secoli la scienza ne dimostrò l'efficacia e tra il 1500 e il 1600 diversi naturalisti e farmacisti gli riconobbero proprietà curative per le ferite, oltre che diuretiche. Non per nulla la medicina cinese ne fa da sempre ampio uso. In tempi passati, dalle radici torrefatte si otteneva un surrogato del caffè, con tutte le proprietà benefiche della pianta, e durante la seconda guerra mondiale dalla radice si estraeva un lattice da cui si ricavava la gomma.

La vera difficoltà dell'uomo non è di godere i lampioni o i panorami, non di godere i denti-di-leone o le braciole, ma di godere il godimento, di mantenersi capace di farsi piacere ciò che gli piace.
(G.K. Chesterton)

Anche nella morta stagione, quando andar per erbe sembra assurdo, nelle campagne si percepisce tutto un ribollire di vita. E il tarassaco è generoso, si presta in ogni momento. Le foglie bollite, dal sapore forte e leggermente amarognolo, sono la base di un piatto di pastasciutta di raffinata semplicità, dove i pomodorini dell'orto essiccati fanno la parte del leone, e l'aglio è un tocco da re.

 

Fiore di tarassaco
Foglie di tarassaco
Il fascino irresistibile dei soffioni

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Tarassaco l'oracolo di primavera

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