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Nothofagus, il cugino australe del faggio europeo

Il genere Nothofagus è presente esclusivamente nell'emisfero meridionale e ha diversi punti di somiglianza con il genere Fagus che, al contrario, vive solo nell'emisfero settentrionale. Tra climi freddi e mari in tempesta l'avventura di questi due cugini, così simili, ma così diversi, inizia molto tempo fa. Breve storia di un viaggio nella geologia e nella storia evolutiva di alberi divenuti un simbolo per ogni civiltà che li ha conosciuti.

  • Francesco Garello e Martino Adamo
  • Lunedì, 2 Novembre 2020
Esemplare del genere Nothofagus a El Chalten, Argentina - Foto di Martino Adamo Esemplare del genere Nothofagus a El Chalten, Argentina - Foto di Martino Adamo

Questa è la storia di una famiglia, anzi di due. La storia di continenti che non lo sono più e di terre e luoghi lontani che condividono qualcosa di profondo. E' la storia del genere Nothofagus, delle sue origini, della sua misteriosa famiglia e di come è arrivato ai confini del mondo.

Oggi si ritiene che il genere Nothofagus appartenga alla famiglia delle Nothofagacee, ma fino a poco tempo fa lo si considerava parte delle Fagaceae, ovvero il gruppo di piante che racchiude castagni, querce e ovviamente il faggio. Questo non deve sorprendere considerato che per molto tempo l'unico metodo di indagine era l'osservazione e le similitudini tra alcuni generi di queste due famiglie sono davvero numerose.

Questa somiglianza è frutto di un fenomeno comune in natura: la "convergenza evolutiva" per cui specie diverse, che vivono in habitat simili, evolvono per selezione naturale sviluppando adattamenti che li portano a somigliarsi sotto vari aspetti. Esistono diversi casi celebri per spiegare questo fenomeno, ma il caso Fagus-Nothofagus è uno dei più interessanti per botanici e biogeografi.

Due cugini agli antipodi

Il genere Fagus, distribuito in tutto l'emisfero boreale, è composto da 10 specie diverse. In Italia conosciamo il faggio europeo (Fagus sylvatica), che ricopre le pendici di Alpi e Appennino fino a 1700 m di quota. I suoi boschi sono stati una risorsa di ottimo legname e di nutrimento per il bestiame anche se oggi tendiamo a dimenticare il ruolo fondamentale che hanno ricoperto per la storia, la cultura e l'economia.

Il genere Nothofagus è, invece, distribuito esclusivamente nelle aree più meridionali dell'emisfero australe, in luoghi distanti tra loro e separati da oceani tempestosi: l'Australia, la Nuova Zelanda e l'America del sud, in particolare nella Terra del Fuoco tra Cile e Argentina. Anche il genere Nothofagus, che annovera quasi 40 specie diverse, è stato fondamentale per lo sviluppo economico e culturale delle aree nelle quali sorge come testimoniano la sua presenza nei miti dei Selk'nam, popolazione nativa della Terra del Fuoco, e la successiva importanza delle foreste di Nothofagus per l'industria cilena. Nothofagus mostra un'impressionante plasticità ecologica e forma fitti boschi che dal livello del mare salgono fino quasi al limite delle nevi. Particolarmente degne di nota sono le tre specie "magellaniche", che vivono nelle estreme propaggini sud del continente americano. Si tratta di N. antarctica, N. betuloides e N. pumilio. La prima raggiunge i 55° di latitudine Sud che gli valgono senza dubbio il riconoscimento di "ultimo albero del mondo". Tutte e tre le specie sono diffuse in un territorio caratterizzato da condizioni climatiche particolarmente difficili con inverni rigidi, temperature basse e venti costanti anche molto intensi che hanno l'effetto di forte stress idrico e meccanico su chioma e rami. Pertanto questi alberi hanno dovuto adattarsi e, via via che si sale di quota o di latitudine gli esemplari si presentano di dimensioni sempre più ridotte. N. Pumilio può assumere addirittura un portamento strisciante da albero nano che lo accomuna più a un arbusto che a un albero. Tuttavia il suo legno è di ottima qualità e trova un uso frequente nella costruzione di mobili, altro punto di contatto, questo, con il suo cugino del nord il faggio, che è ampiamente sfruttato nell'industria dell'arredamento.

A rendere Nothofagus un genere affascinante e di particolare interesse per botanici e biogeografi non è soltanto questa sua capacità di adattarsi ma, come accennato, anche la convergenza evolutiva con il genere Fagus.

Storia di una famiglia, anzi due

Questa storia comincia centinaia di milioni di anni fa con una famiglia separata dalla deriva dei continenti. La lontana parentela con Fagus sembra spiegabile, infatti, soltanto con il riferimento agli antichi super-continenti di Laurasia e Gondwana che costituivano la Pangea alla fine del Giurassico, nel pieno dell'era dei dinosauri e agli albori delle piante da fiore. Due immensi territori che hanno costituito le linee di frattura principali sulle quali i movimenti delle placche tettoniche hanno separato le terre emerse.

Mentre il mondo assumeva l'attuale geografia, a nord e a sud sui due supercontinenti le piante da fiore (angiosperme) iniziavano la loro radiazione evolutiva con direzioni opposte. Mentre la Pangea si frantumava e i continenti si allontanavano, formando a nord Eurasia e N-America e a sud Australia, S-America, Africa e Antartide, si andavano creando due generi di piante che invece di allontanarsi, convergevano fino a ricoprire ruoli ecologici molto simili pur trovandosi in ambienti diversi, entrambi formando foreste fondamentali negli ecosistemi che ospitano.

Secondo alcuni studiosi, quindi, Fagus e Nothofagus avrebbero avuto origine quando la presenza di grandi blocchi e di collegamenti tra le terre emerse permetteva alle piante di diffondersi e di migrare da un estremo all'altro, mentre la successiva divisione delle terre emerse avrebbe sancito la loro separazione e la strana e intermittente diffusione del Nothofagus. Questa teoria è confermata anche da diversi ritrovamenti fossili distribuiti in tutti i territori interessati.

L'insostenibile semplicità della complessità

Al di là della spiegazione scientifica resta il fatto che le due famiglie hanno numerosi aspetti comuni che non richiedono il ricorso a complesse teorie evolutive per essere individuati: il termine Nothofagus è un termine latino che significa "falso faggio", chiaro segno che già ai primi esploratori europei che si imbatterono in queste piante fu evidente loro somiglianza.

Questa è la storia di due famiglie molto vicine, sebbene senza vincoli parentali. Fortemente legate allo stesso clima pur vivendo in aree completamente diverse. Insomma è la storia della complessità che ci circonda e di come possa, alle volte, apparire più semplice di quanto sia in realtà. É una storia che ci insegna ad andare oltre alle apparenze, specialmente in questo periodo in cui la scienza è così presente nelle nostre case. Ci mostra la complessa trama di una spiegazione scientifica, la cui reale comprensione si raggiunge solamente attraverso uno studio accurato e approfondito.

 

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