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Saxifraga florulenta, la morte ti fa bella

La Saxifraga florulenta è stata recentemente eletta pianta simbolo del Piemonte con un'iniziativa promossa dalla Società Botanica Italiana. Cresce ancorata alla roccia in un'area ristretta delle Alpi Marittime. Fiorisce una sola volta nell'arco della sua vita per poi morire dopo la maturazione dei semi.

  • di Francesco Garello e Martino Adamo
  • Luglio 2019
  • Martedì, 9 Luglio 2019
Saxifraga Florulenta, Colle Seccia (Foto M. Adamo) Saxifraga Florulenta, Colle Seccia (Foto M. Adamo)

 

Un destino segnato, una pianta dalla vita poetica, una storia di attesa, di tenacia e di un atto di vanità finale. La sassifraga dell'Argentera (Saxifraga florulenta) è una pianta dal fascino irresistibile. Saldamente ancorata alle rocce silicee si può trovare soltanto in un'area di pochi chilometri quadrati che si estende dall'alta Valle Roya all'Alta Val de Tinée e dall'Alta Val Vermenagna alla Valle Stura: un fazzoletto di terra nel sud del Piemonte tra Francia e Italia, unico luogo al mondo dove cresce la saxifraga florulenta. Si tratta di una specie alpina endemica delle Alpi Marittime, presente esclusivamente nel Massiccio cristallino dell'Argentera-Mercantour. Qui, nel cuore dei due principali parchi naturali di questo territorio transfrontaliero, in un ambiente poco ospitale tra i 1900 e i 3200 metri di quota si trovano i rarissimi e sempre più sparuti esemplari di quella che è stata eletta nel 2018 pianta simbolo del Piemonte dalla Società botanica italiana. In questo habitat povero di nutrienti e molto selettivo la saxifraga cresce a distanza di sicurezza dalla vie più battute dall'uomo e lontano anche da quelle di camosci e stambecchi che fanno fatica ad avventurarsi sulle spaccature di rocce e sui versanti verticali.

La morte ti fa bella

La saxifraga è al centro di quella che potrebbe essere definita una "mitologia botanica": per vederne un esemplare in natura bisogna camminare oltre i 2000 m di altitudine e arrampicarsi sulle pareti delle Alpi Marittime. Per vederla fiorita poi, bisogna essere ancora più fortunati, perché questa specie fiorisce una sola volta dopo anni di preparazione, per poi morire dopo la maturazione dei semi.
La sassifraga è una specie monocarpica che per anni cresce poco a poco aggiungendo foglie alla sua base, che forma una rosetta rotonda ben ancorata alla roccia. La pianta si sviluppa per circa 30-70 anni prima di fiorire e portare a maturazione i semi. Durante la fioritura, dal centro della rosetta parte uno stelo di qualche decina di centimetri ricoperto di piccoli fiori rosa chiaro. Uno spettacolo che si presenta una sola volta per ciascuna pianta, nel tempo di un'estate la sassifraga manifesta la propria bellezza e poi muore.

Un fossile vivente tra le rocce

La poetica di questa fioritura è senz'altro la caratteristica della sassifraga che più affascina gli appassionati botanici, ma i biologi sono interessati soprattutto alla sua lunghissima storia e a quello che può insegnare su questa e altre specie. La sassifraga, infatti, può essere considerata una pianta fossile vivente. La sua presenza nell'area del Massiccio cristallino dell'Argentera-Mercantour risale a oltre 4 milioni di anni fa. La Saxifraga è sopravvissuta alla serie di glaciazioni del Quaternario, grazie alle sue capacità di adattamento ai climi freddi e ai substrati poveri di nutrienti. La sua attuale distribuzione è proprio la conseguenza della fine dell'ultima era glaciale quando l'aumento delle temperature medie ha spinto questa specie a quote sempre più elevate fino a stabilizzarsi a quelle attuali. Un ennesimo esempio della caparbietà di questa pianta.

L'ultima minaccia

La S. florulenta ha dimostrato di essere una specie tenace, capace di sopravvivere alle glaciazioni, in grado di fiorire in ambienti difficili sfruttando una sola chance riproduttiva durante l'unica fioritura che ne condiziona inevitabilmente le possibilità.
Questa pianta ha resistito per millenni con adattamenti evolutivi impressionanti. Le sue caratteristiche, la sua aura mitica e la difficoltà nell'individuarla sulle rocciose pareti verticali delle Alpi Marittime hanno contribuito a renderla anche una preda ambita per gli appassionati che, raccogliendola dimostravano il proprio coraggio. Una pianta che ha resistito addirittura alle fucilate dei cacciatori del Re che speravano, con i loro proiettili, di far cadere alcuni steli della sassifraga con i quali omaggiare i reali. Nonostante questa storia di tenacia e di successi l'ultima minaccia sembra essere la più difficile da affrontare per la Saxifraga florulenta e ancora una volta la causa è l'attività umana.

L'aumento delle temperature medie causato dal cambiamento climatico ha spinto questa specie a quote sempre più elevate, confermando ancora una volta la sua estrema adattabilità a condizioni difficili, una capacità che rischia, però, di diventare il suo principale punto debole. Infatti il riscaldamento globale spinge questa specie sempre più in alto alla ricerca di temperature più basse, più adatte alla sua biologia. Ma con le temperature diminuisce costantemente anche il suo areale che diventa sempre più ridotto e che rischia di scomparire.
Anche per questo motivo e per evitarne la raccolta da parte di appassionati, la sassifraga dell'Argentera è oggi tutelata da diverse convenzioni e norme italiane, francesi, europee e internazionali. 
In Piemonte è considerata specie a protezione assoluta dalla Legge Regionale n. 32 del 1982
.

La Saxifraga florulenta è, infatti, una specie caparbia, bella, ma vulnerabile. Ha resistito per millenni in un territorio limitato adattandosi ai successivi cambiamenti storici e climatici, un piccolo tesoro nascosto, che arriva da un lontano passato e siamo chiamati a conservare per le generazioni future.

 

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