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Il tulipano, storia di un fiore singolare tra alchimia e bellezza

Considerato simbolo di rinascita e bellezza, il tulipano ci rallegra per il colore vivace dei suoi fiori che, al termine dell'inverno, iniziano a emergere tra molti prati di parchi e giardini.
Ma, a parte la sua bellezza indiscussa, chi conosce davvero l'origine e la storia bizzarra di questo splendido fiore?

  • Alessandra Corrà
  • Febbraio 2019
  • Lunedì, 25 Febbraio 2019
Il tulipano, storia di un fiore singolare tra alchimia e bellezza

La nascita del nome 'tulipano' sembra risalire a una parola persiana "tulipan", che significa "turbante", certamente per la similitudine fisica tra il tulipano e il turbante.
Originari del Centro Asia, queste piante si diffusero anche nelle Valli del Tian Shan, fino ad arrivare in Turchia.
Pare che furono proprio i turchi ad apprezzare maggiormente questi fiori selvatici, all'epoca di soli due colori, rossi e gialli.
La prima testimonianza documentata in Europa risale invece al 1559, quando il botanico Conrad Gessner, descrisse e rappresentò nel suo libro Bibliotheca Universalis un esemplare di tulipano, visto nel giardino di un magistrato in Baviera.
Non si sa come fosse possibile che qualcuno coltivasse già questa specie di pianta, perché chi li portò per primo in Europa, con lo scopo di farlo studiare e classificare, fu l'ambasciatore belga alla corte di di Soliman II il Magnifico a Costantinopoli, Ogier Ghiselin de Busbecq che, da grande appassionato di piante, desiderava scoprire più aspetti possibili di questo bellissimo fiore che aveva raccolto e ammirato in Turchia.

A Vienna lo consegnò a un coltivatore francese, Carolus Clusius, bravo naturalista, che schedava ogni tipo di pianta allora conosciuta. Lo scienziato entusiasta del fiore, lo esaminò con gran interesse, cercando di comprenderne il ciclo riproduttivo per trovare il modo di ibridarlo e ottenere così altre varietà.
Intanto, nel 1593 Clusius fu chiamato dall'Università di Leiden per allestire un giardino/orto botanico da popolare non solo di piante medicinali, ma anche di specie raggruppate secondo le loro caratteristiche per favorirne lo studio. Nacque allora una nuova scienza, la botanica.

La tulipomania

Proprio in quegli anni Clusius scoprì un fenomeno davvero singolare per l'epoca: dal nulla si creavano nuove specie di tulipani. In seguito all'impollinazione degli insetti i fiori diedero origine a piante diverse rispetto al primo tulipano arrivato in Europa. Fatto ancora più straordinario, alcuni improvvisamente cambiarono completamente fisionomia, apportando delle fiammate di colori contrastanti sui petali di tinta unita: un rosso diventò scarlatto, un bianco fu screziato da altri colori. Alcuni petali non erano più lisci come in origine, ma divennero sfrangiati, piumati. Le varietà di tulipani si moltiplicarono grazie a questa "rottura del colore", che, in modo del tutto imprevedibile, donò ai fiori una bellezza singolare.
Il fenomeno scatenò molto interesse, tanto che si formò quasi subito una cerchia di curiosi, soprattutto ricchi e benestanti, che iniziarono a comprare, vendere e scambiare varie tipologie di tulipani, scatenando una vera e propria "febbre del tulipano".

In quegli anni, fece la sua comparsa anche il tulipano più famoso di sempre, il Semper Augustus, proprietà di una persona, ancor oggi sconosciuta, che rifiutò di vendere il fiore a un acquirente che gli offrì addirittura 2.000 o 3.000 fiorini. Prezzo esorbitante, considerando che una famiglia di artigiani all'epoca viveva con 300 fiorini.
Anche in pittura, sia sui quadri degli eredi di Bruegher sia sulle tele di altri artisti olandesi, comparvero i primi tulipani screziati da colori sgargianti e piumati.
La speculazione finanziaria, chiamata "tulipomania", raggiunse il suo apice intorno agli anni 1634/1636, quando ormai le persone compravano e vendevano i bulbi delle piante senza nemmeno sapere come si sarebbe trasformati di lì a qualche anno.
Nessun scienziato riusciva a comprendere il motivo della trasformazione della pianta, cosicché alcune persone, per spiegarne il fenomeno, cercarono cause anche nella magia e nell'alchimia.
Circondato sempre di più da un'aurea di mistero e segretezza, un bulbo di tulipano arrivò a costare 10.000 fiorini, cifra con cui si poteva comprare anche una sontuosa villa ad Amsterdam.
Purtroppo, non passò molto tempo in cui si constatò che le piante più belle erano anche le più fragili, incapaci di sopravvivere oltre i due o tre anni.
Verso il 1637 i prezzi dei fiori crollarono improvvisamente, per motivi ancora poco noti. Da questo momento susseguì un gran caos, in molti tribunali si scontrarono fiorai, vivaisti e altri ricchi commercianti, i cui dibattiti non si risorsero mai, poiché da un giorno all'altro il governo olandese emise un decreto in cui dichiarò privi di validità ogni accordo speculativo, fissando in 50 fiorini olandesi il prezzo massimo per un bulbo di tulipano. Fu così che molti commerciati fecero bancarotta e vennero condannati a lunghe pene detentive.

Il tulipano oggi

Solo nel 1928 uno scienziato scoprì che la passione sfrenata degli olandesi del 1600 per i tulipani non era stata scatenata da un virus, il Tulip Breaking Virus.
L'infezione veniva trasmessa da diverse specie di afidi, che influenzando la distribuzione dei colori sui petali, interferivano con la sintesi dei pigmenti all'interno delle cellule. Per cui, il risultato finale dipendeva dal numero e dalla posizione delle cellule infettate, ma anche dal momento dello sviluppo del fiore ormai infetto. Da qui la grande variabilità nei colori, la debolezza degli esemplari infetti e l'impossibilità di trasmettere questi tratti in maniera ereditaria.
I vettori più frequenti dell'infezione virale furono gli insetti che, succhiando il succo dei tulipani e volando dalle piante malate a quelle sane, infettarono tutte le piante.
Ancora nel 1928, a Limmen venne realizzato un Hortus Bulborum, che oggi contiene la più vasta collezione al mondo da piante da bulbo.
All'epoca, un appassionato locale, accortosi che alcune varietà di tulipani stavano estinguendosi, acquistò un ettaro di terreno per trapiantarvi tutti quei bulbi in pericolo.
Oggi quest'orto, oltre a preservare la biodiversità, racchiude nelle sue aiuole tutta la storia delle piante da bulbo olandesi e custodisce 2.500 varietà di tulipani.
Altro luogo degno di grande menzione è il Parco floreale di Keukenhof, il giardino più fotografato al mondo che, con i suoi 15 chilometri di sentieri, custodisce 4 milioni e mezzo di tulipani.
Mentre, per tornare in Piemonte, non ci si dovrebbe dimenticare del Castello di Pralormo che, ogni anno in primavera, ospita l'interessante manifestazione "Messer Tulipano", momento in cui i giardini della reggia si riempiono di sfavillanti colori grazie allo sbocciare di 100.000 tulipani.

Nota per il lettore

Gli aspetti storici e gli approfondimenti sul tulipano raccontati in questo articolo sono stati raccolti durante la conferenza di Edoardo Santoro, "Tulipomania e storie di bulbi bizzarri" che ha replicato il successo di pubblico e di critica a Torino, presso Palazzo Madama.

 

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