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Saxifraga dell'Argentera, eletta pianta simbolo del Piemonte

E' questa la pianta simbolo del Piemonte secondo gli appassionati ed esperti che hanno partecipato alle 'primarie', ovvero le elezioni indette dalla Società Botanica Italiana.

  • Emanuela Celona
  • Dicembre 2018
  • Martedì, 11 Dicembre 2018
Saxifraga dell'Argentera, eletta pianta simbolo del Piemonte

Sono 20 in tutto, esattamente quante le Regioni italiane. Le piante simbolo di ogni realtà regionale sono state elette da oltre 500 appassionati ed esperti botanici che - da tutta Italia - hanno partecipato alla proposta 'elettorale', per certi versi simile a quello delle primarie, della Società Botanica Italiana che ha chiesto di esprimere la propria preferenza, partendo da una rosa di candidature.

Quella scelta per rappresentare il Piemonte è l'endemica sassifraga dell'Argentera (Saxifraga florulenta), tra l'altro la più votata in assoluto. Pianta monocarpica (fruttifica una volta sola), rupicola, sopravvissuta alle glaciazioni, con stupendi fiori rosa, caratterizza le Alpi Marittime italiane e francesi.

L'iniziativa, promossa appunto dalla Società Botanica Italiana, è stata coordinata da Lorenzo Peruzzi, professore di Botanica sistematica presso il Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e Direttore dell'Orto e Museo Botanico.

Lo abbiamo intervistato per farci raccontare i particolari di una iniziativa presentata durante la giornata di studio "La flora in Italia: stato delle conoscenze, nuove frontiere, divulgazione", lo scorso 7 dicembre, all'Università La Sapienza di Roma, e nata per sensibilizzare cittadini e istituzioni sul tema della biodiversità vegetale.

Professor Peruzzi, dove nasce l'idea di 'eleggere' una pianta simbolo delle Regioni italiane?

L'idea nasce dal professore Fabio Garbari, già Presidente della Società Botanica Italiana negli anni '90, con il quale ho avuto un colloquio amichevole lo scorso ottobre all'Orto Botanico di Pisa, durante l'inaugurazione del nuovo allestimento di una serra. Mi è sembrata una iniziativa dalle forti potenzialità divulgative, oltre che facilmente realizzabile. Pertanto, ne ho parlato subito nell'ambito del Direttivo del Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana, che si è dimostrato entusiasta nell'intraprendere questa avventura.

Chi sono i 500 appassionati che hanno votato?

I votanti effettivi, per la precisione, sono stati 526. Per ogni Regione, un comitato ristretto di esperti, referenti regionali della recentemente pubblicata checklist della flora italiana, ha selezionato da 2 a 6 specie ritenute potenzialmente rappresentative di ogni Regione. Dopo questo primo passaggio, abbiamo coinvolto le Sezioni Regionali della nostra Società, chiedendo ai soci di esprimere una loro preferenza tra le specie preselezionate. I soci della SBI sono botanici di professione che lavorano in ambito universitario, in musei, in aree protette, liberi professionisti o anche semplici appassionati di Botanica. Abbiamo dato la possibilità di votare anche agli utenti del forum online Acta Plantarum, che riunisce molti appassionati della materia.

Si aspettava i risultati ottenuti o ha invece riscontrato diverse sorprese? Nel caso può farci qualche esempio?

Come spiegavo prima, tutte le piante in lizza (85) erano state ritenute potenzialmente meritevoli in partenza, per cui in molti casi non era semplice prevedere chi avrebbe vinto per le varie Regioni. Vi sono stati appassionanti testa-a-testa all'ultimo voto, come ad esempio è avvenuto per la Lombardia, dove Silene elisabethae l'ha spuntata su Campanula raineri per un solo voto in più - o veri e propri plebisciti come nel caso di Soldanella calabrella per la Calabria. Molti, pur esprimendo validamente un voto per una delle specie in lizza per la loro regione, si sono lamentati dell'assenza, tra le votabili, di altre specie. Del resto iniziative come queste, le critiche sono inevitabili, anche pensando che in Italia contiamo ben 8195 specie e sottospecie native! Sono invece rimasto molto sorpreso dal fatto che alcuni abbiano espresso voti (non validi) per piante che non figuravano tra quelle indicate, come ad esempio Orchis italica per l'Emilia-Romagna, Retama raetam per la Calabria, Gentiana lutea per l'Abruzzo, Bubon macedonicum per il Molise; si tratta comunque perlomeno di specie native, alcune delle quali effettivamente meritevoli. Addirittura, in altri casi, è stata fraintesa l'essenza stessa dell'iniziativa (cioè valorizzare la flora spontanea e la sua conservazione), 'votando' piante coltivate come Plumeria per la Sicilia, l'ulivo per la Puglia, il crisantemo per il Piemonte.

Iniziativa come questa possono aumentare la conoscenza della biodiversità vegetale?

La mia speranza è che queste piante-simbolo possano contribuire a instillare nella popolazione la consapevolezza che attorno a noi, in ogni Regione italiana, vi è un patrimonio naturale di inestimabile valore, che abbiamo il dovere di conoscere, tutelare e tramandare intatto ai nostri figli. Da questo punto di vista, la conoscenza è un primo passo fondamentale: non si può voler conservare ciò che non si conosce. A volte, utilizzare una specie-bandiera (come è stato per decenni, ad esempio, il Panda per il WWF) può essere utile. Lo scopo è far avvicinare l'uomo alla natura e ricordare a tutti noi che non esistono solo animali e vegetali a noi utili, ma anche moltissimi altri organismi che, pur se 'non servono a niente' in ottica antropocentrica, giocano comunque un ruolo importantissimo nel mantenimento di delicati equilibri negli ecosistemi e, in ultima analisi, nel mantenimento della vita stessa - inclusa la nostra - sulla terra.


Come sta la divulgazione naturalistica nel nostro Paese ?

La divulgazione naturalistica è estremamente importante. Purtroppo, in Italia, a parte pochi casi fortunati e piuttosto di nicchia, non brilliamo particolarmente in questo tipo di attività. Vi è anche poco spazio nei media, che probabilmente ritengono che altri temi siano di maggiore interesse per il pubblico. Io, invece, credo che se fosse riservato un maggiore spazio a questi temi, alla lunga l'atteggiamento dell'italiano medio sulla necessità di tutelare la biodiversità potrebbe cambiare. Nel mio piccolo, cerco di divulgare il più possibile notizie a tema botanico tramite social network, carta stampata, conferenze divulgative. Bisogna però anche ricordare che divulgazione non vuol dire, pur di semplificare, trasmissione di concetti errati... altrimenti si rischia di portare più danno che beneficio alla causa.


Veniamo al Piemonte: secondo lei, quanto è simbolica la Sassifraga dell'Argentera?

Si tratta di una pianta molto caratteristica, di una particolare bellezza quasi geometrica, ma anche estremamente inaccessibile: vive arroccata su altissime pareti rocciose verticali, tanto che in passato veniva raccolta per farne omaggio alle Regine di Casa Savoia buttando giù le piante a colpi d'arma da fuoco! Oggi è una specie a rischio di estinzione, che gode in Piemonte di protezione assoluta ai sensi della Legge Regionale n. 32 del 1982. Oltre alla valenza scientifica ed estetica, alcuni votanti hanno anche ravvisato similitudini con la tenacia e risolutezza che caratterizzano il popolo piemontese. A mio avviso, quindi, è un simbolo perfetto per la vostra Regione. Tra l'altro, assieme all'Abete delle Madonie, è stata la specie più votata in assoluto, lasciando molto indietro le altre pretendenti per il Piemonte. Ad esempio la seconda classificata, Campanula elatines, si trova a otto voti di distanza da Saxifraga florulenta.

 

Quale ruolo hanno i parchi nella tutela della biodiversità vegetale?

I parchi, e le aree protette in genere, giocano un ruolo chiave nella conservazione della biodiversità. Purtroppo, devo osservare che a volte in tali enti le piante sono meno considerate degli animali, e che in alcuni casi i parchi si trovano a fronteggiare una cronica mancanza di fondi per le attività di conservazione, nonché richieste 'anomale' dal mondo della politica, quasi come fossero aziende che per forza debbano produrre un utile. Certamente, ad esempio, un parco deve cercare di favorire e promuovere un turismo sostenibile... ma non è certo quello il motivo primario della sua esistenza.

 

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