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Si fa in fretta a dire 'bosco'

La capacità delle foreste di offrire beni e servizi di diversa natura dipende dalle modalità con cui l'uomo è in grado di gestirle. Per questo la pianificazione in ambito forestale è importante, ed è quanto avviene, ad esempio, nelle Aree Protette della Fascia Fluviale del Po

  • Luca Marello*
  • Ottobre 2018
  • Mercoledì, 31 Ottobre 2018
 Foto Pixabay Foto Pixabay

 

Approvato di recente e valido fino al 2033, il Piano Forestale Aziendale (PFA) del Sistema delle Aree Protette della Fascia Fluviale del Po interessa un'area particolarmente vasta, caratterizzata da un'omogeneità delle formazioni forestali e dei loro indirizzi gestionali di tutta la fascia fluviale del Fiume Po in territorio piemontese (ad esclusione del tratto montano) classificata come area contigua, compresi parchi e riserve naturali e siti della rete Natura 2000. E nonostante l'area vasta cui fa riferimento, il Piano può definirsi di tipo "aziendale", cioè con un preciso livello di dettaglio.

L'importanza del dettaglio nella pianificazione forestale

Come qualsiasi pianificazione anche quella forestale è caratterizzata da diversi livelli di dettaglio, in relazione all'ampiezza dell'area di riferimento.
Al riguardo, la normativa della Regione Piemonte (l.r. 4/2009) così come il recente Testo Unico in materia di Foreste e Filiere Forestali (D.lgs. 34/2018), indicano la necessità di dotarsi di tre livelli di pianificazione sempre di maggior dettaglio: il Piano Forestale Regionale – PFR, che indica gli obiettivi e strategie a scala regionale, in conformità con la Strategia Forestale Nazionale (ancora da approvare) e il quadro internazionale in cui essa si colloca; il Piano Forestale Territoriale - PFT (denominati "Piani forestali di indirizzo territoriale" nel D.lgs. 34/2018), un livello di maggior dettaglio riferito ad "Aree forestali" sovracomunali omogenee per caratteristiche territoriali e forestali che contengono indicazioni sulle destinazioni d'uso, le forme di governo e trattamento e le relative priorità d'intervento, e che, tra l'altro, con il nuovo D.lgs. 34/2018, concorrono anche alla pianificazione paesaggistica e, infine, il Piano Forestale Aziendale – PFA, caratterizzato da un maggior dettaglio a livello di proprietà forestale che si pone l'obiettivo di programmare e gestire l'insieme degli interventi selvicolturali che saranno realizzati nei 15 anni di validità.

Uno strumento di gestione già pronto per i Comuni

Dal momento dell'entrata in vigore – settembre 2018 - il PFA è vigente però per le sole aree classificate come Aree naturali protette (riserve e parchi naturali e siti della rete Natura 2000). Per le restanti superfici ricadenti in area contigua è stato introdotto un ulteriore elemento di semplificazione dando la possibilità ai Comuni interessati di adottare il Piano, se ne condividono l'impostazione e gli obiettivi gestionali. A seguito di una eventuale adozione da parte di un Comune, quindi, il Piano diviene efficace anche sulle proprietà pubbliche del territorio comunale interessato. In questo modo, sono molti i Comuni che hanno la possibilità di dotarsi uno strumento di pianificazione forestale di dettaglio "a costo zero", assicurando una gestione sostenibile delle superfici interessate e, al contempo, beneficiando delle semplificazioni che il Piano Forestale Aziendale (PFA) del Sistema delle Aree Protette della Fascia Fluviale del Po porta con sé.

La gestione forestale in Piemonte

Il Piano forestale regionale è in vigore dal 2017, mentre i piani forestali territoriali sono stati redatti già precedentemente per ogni area omogenea di territorio, mentre la pianificazione a livello aziendale resta, invece, in continua progressione con i Piani (per oltre 100.000 ettari) in corso di redazione o in fase di programmazione, in vista delle Misure del PSR – Piano Sviluppo Rurale, con le quali vengono periodicamente finanziati. Oltre a consentire un gestione più attenta e sostenibile dei boschi valorizzando le diverse caratteristiche, la pianificazione a livello "aziendale" consente anche di ottenere una semplificazione amministrativa importante, e quello della fascia fluviale del Po è un esempio.

In assenza di PFA, infatti, molti interventi devono essere autorizzati secondo le modalità e procedure dettate dal regolamento forestale e, se interessano Siti della rete Natura 2000, devono espletare la Valutazione di Incidenza. Quando il PFA viene approvato dalla Giunta Regionale, invece, gli interventi previsti sono già implicitamente autorizzati. Ne consegue che gli interventi inseriti nel PFA dovranno solo più essere "comunicati" al momento in cui vengono realizzati. Una bella semplificazione che riduce notevolmente tempi e risorse necessari.

Perché la pianificazione forestale è importante

La multifunzionalità degli ecosistemi forestali è oggi un elemento alla base di tutte le strategie in materia di gestione forestale. La capacità delle foreste di offrire beni e servizi di diversa natura (ambientale, economica, sociale), in maniera duratura e rinnovabile, dipende largamente dalle modalità con cui l'uomo è in grado di gestirle, in modo da valorizzare tutte le loro caratteristiche. Per questo occorre che tutti gli interventi appartengano a una visione che tenga conto delle peculiarità territoriali, basata su un'approfondita conoscenza del contesto in cui si opera e con obiettivi a lungo termine in coerenza con i "tempi naturali". In due parole, pianificazione forestale.

*Luca Marello è un tecnico forestale, funzionario del settore Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte

 

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