Stampa questa pagina

A Torino, il bosco va in città

Dal 5 al 10 novembre, A Torino, una settimana dedicata al delicato rapporto tra uomo e foreste. La soluzione? Una gestione selvicolturale sostenibile del bosco, come verrà spiegato nel IV Congresso nazionale di Selvicoltura ospitato nella città più verde d'Italia.

  • Emanuela Celona
  • Ottobre 2018
  • Martedì, 30 Ottobre 2018
'Radura', l'installazione artistica di Stefano Boeri che accoglierà gli ospiti del IV Convegno nazionale di Selvicoltura tra gli eventi-off (Foto E. Celona) 'Radura', l'installazione artistica di Stefano Boeri che accoglierà gli ospiti del IV Convegno nazionale di Selvicoltura tra gli eventi-off (Foto E. Celona)

 

Selvicoltura è una parola difficile dal significato però piuttosto semplice: si riferisce, infatti, a quella parte delle scienze forestali relativa all'impianto, alla conservazione e all'utilizzazione dei boschi.
Sono questi gli aspetti che il IV Congresso nazionale di Selvicoltura - organizzato dall'Accademia Italiana di Scienze Forestali in collaborazione con la Regione Piemonte – metterà al centro del dibattito, con l'ambizione di portare alla riflessione anche il pubblico più vasto sull'importanza che hanno i nostri boschi per la natura e per noi, esseri umani.

Del resto "l'uomo è capace a fare molte cose, spiega Alberto Valmaggia, assessore regionale alle Foreste, tranne due: fotosintetizzare e costruire un bosco, o una foresta. Consci di questa realtà, dovremmo tutti avere ben chiara l'importanza del nostro patrimonio naturale. E questo Congresso, che affronterà temi selvicolturali da un punto di vista scientifico ma anche territoriale, contribuirà a far crescere perfino nel cittadino comune una maggiore consapevolezza del valore naturale, e non solo, delle superfici forestali. Per questo abbiamo organizzato una serie di eventi off destinati al vasto pubblico", ha detto Valmaggia.

Perchè un Congresso sulla selvicoltura

Un Congresso, quello di Torino, che viene organizzato a dieci anni dal precedente: un tempo lungo, ma non a caso, spiega Renzo Motta dell' Accademia Italiana di Scienze forestali e presidente del Corso di laurea in Scienze forestali e Ambientali dell'Università di Torino. Il 2018 è infatti un anno importante per le foreste italiane, poiché la copertura forestale nella nostra penisola ha superato quella occupata da coltivazioni agricole. Un trend che, naturalmente, dura da tempo e che oggi riguarda il 38% di superficie terrestre.
"Nel 1955, quando ci fu a Firenze il I Congresso nazionale di Selvicoltura, ci ponevamo una questione su tutte: come raccogliere legname per aiutare le economie rurali più in difficoltà? Oggi ci chiediamo la stessa cosa, più consapevoli del fatto che le foreste sono nostre alleate su più versanti, come ad esempio nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici: perchè stoccano carbonio e perchè sostituiscono materiali da combustibile fossile. Ma come avere più foreste e, nello stesso tempo, più legno da consumare?", si domanda l'accademico. 

Il Piemonte, buon esempio di gestione forestale

La risposta sta in una buona pianificazione delle risorse forestali, partendo dal presupposto che oggi, in Italia, solo il 15% della superficie forestale è correttamente gestita, mentre il Europa lo è il 50% e, in Germania, addirittura il 100%: questo per dire che abbiamo ancora molta strada da fare.

Il Piemonte, tuttavia, è sulla strada giusta. Sia a livello normativo che in termini di gestione è una delle regioni più all'avanguardia nel nostro Paese. Ce lo dimostra il testo forestale regionale che definisce le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, a partire dal divieto di abbruciamento diffuso del materiale vegetale in tutta la regione, dal 1 novembre al 31 marzo, a partire da quest'anno.
Un passo importante che va nella direzione di contrasto agli incendi, un rischio serio per i nostri boschi – basta ricordare ciò che è avvenuto più o meno in questo periodo, lo scorso anno, in Val Susa  – unitamente a una corretta gestione dei boschi d'invasione e a un miglioramento generale delle performance dei sistemi di riscaldamento.

Dal bosco (anche) risorse produttive

Tutte problematiche che implicano anche un necessario cambio culturale nella gestione del bosco, e delle risorse a questo connesse. Prendiamo, ad esempio, l'industria del legno. 'Ci chiediamo mai da dove vengono i nostri mobili?', si domanda provocatoriamente Marco Vidoni - Filiera legno FVG, presidente di Assolegno. Il settore del legno, in Italia, vanta numeri importanti: un fatturato da 41 milioni di euro, 77mila aziende con almeno 300mila dipendenti. Eppure, il legno dei nostri mobili è fatto di una materia prima che proviene prevalentemente dall'estero, nonostante un terzo della superficie terrestre del nostro Paese sia ricoperta di boschi.

Com'è corretto, dunque, utilizzare le nostre foreste, in modo produttivo ma anche sostenibile? Affinché possano convivere diverse gestioni redditizie – quella agricola, turistica, etc – senza comprometterne il patrimonio naturale? Questa sarà una fra le tante domande a cui il Congresso tenterà di trovare una risposta. 

Perchè è stata scelta Torino

Probabilmente, la risposta a questa domanda è 'Radura': un'installazione artistica realizzata dall'architetto Stefano Boeri che accoglierà nel cortile del Rettorato dell'Università di Torino i partecipanti del IV Congresso nazionale di Selvicoltura, così come tutti coloro che saranno alla ricerca di uno spazio pubblico di congestione cittadino, nel quale fermarsi, riposare, aspettare. Sono 350 colonne cilindriche in legno di larice proveniente da boschi certificati del Friuli, quindi che non hanno recato danni alle foreste da cui arrivano: un 'bosco artificiale' di 10 metri di diametro che si trasforma in una grande cassa armonica a cielo aperto di giorno, mentre diventa un cerchio luminoso di notte, che si riconosce nella città e che rappresenta un punto di approdo e di sosta per lo sguardo.

Sosta e sguardo che si potranno posare anche in una delle porzioni di superficie boscata, appartenente a quel 16%, che ricopre Torino, considerata una delle città più verdi d'Italia. Con i suoi 150mila alberi censiti dal Comune e il cuore verde pulsante della Collina torinese, viene da sè pensare che una migliore location  per 'il bosco che va in città' non si poteva trovare.

 

 

Potrebbe interessarti anche...

Senza tema di smentita, l'Orchidea gigante Barlia robertiana o Himantoglossum robertianum ...
Viaggio alla scoperta della pesca, frutto antichissimo dalle mille virtù, fra notazioni storiche ...
Il nocciòlo è conosciuto fin dall'antichità e i Romani lo consideravano addirittura magico, at ...
Alla scoperta del mais, cereale fra i più popolari al mondo, portato in Europa da Colombo ma uti ...