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Quel colle Tra Cozie e Marittime

L'alta Valle della Stura di Demonte è caratterizzata da ambienti di alta montagna ricchissimi di flora e ospita numerose colonie di marmotta.

  • Aldo Molino
  • Luglio 2011
  • Sabato, 2 Luglio 2011

Nei libri scolastici, quando la geografia era importante, il Colle della Maddalena, studiando la suddivisione della catena alpina era luogo topico: Alpi Marittime, dal Col di Tenda alla Maddalena, Alpi Cozie dalla Maddalena al Moncenisio. Per chi non fosse residente nel cuneese il riferimento con la collina che sovrasta Torino, quella con il Faro della Vittoria era inevitabile. La Maddalena quella vera, si trova alla testata della Valle Stura di Demonte e mette in collegamento con la francese e occitana Ubayette. Per i transalpini è semplicemente la Larche, dal nome del piccolo villaggio più prossimo. Al di qua delle Alpi invece è spesso chiamato l'Argentera riprendendo la denominazione medievale Collumi Argentarie. Il nome attuale fa riferimento invece al culto di Maria Maddalena legato alla presenza sul valico di una antica cappella. Trattandosi del passo meno elevato dal Col di Tenda al Monginevro è sempre stato piuttosto frequentato: escluso Annibale vi sono comunque transitate le orde celtiche di Belloveso e le ordinate legioni di Pompeo nel 76 a.C. e ancora l'imperatore Graziano nel 378, Francesco I nel 1515, il Re di Sardegna nel 1682, i tedeschi in ritirata nel 1945. Questi ultimi non mancarono di compiere in valle efferatezze di ogni tipo e complici i tetti di paglia che ricoprivano ancora la maggior parte delle case dell'Alta Valle Stura, misero a fuoco molti villaggi. È la sorte toccata alle Grange dell'Argentera, i cui sinistri ruderi si possono ancora vedere a sinistra della strada che sale al Colle. Nell'unica casa parzialmente riattata sino a pochi anni fa vivevano ancora due sorelle che quasi come fantasmi si aggiravano tra le macerie. La storia di Elena Rosso e delle due figlie è raccontata da Nuto Revelli in Il mondo dei Vinti: "Grange non fa testo, Grange è un caso limite. Ma dice come tutto precipiti quando si sfrangia il tessuto sociale, quando le comunità si assottigliano, quando cresce il deserto". Nei pressi una targa ci ricorda di un altro nobile e meno cruento frequentatore del colle, Fausto Coppi che qui scrisse una delle pagine più epiche del ciclismo. La Maddalena è infatti il primo dei cinque colli della mitica tappa del Giro d'Italia Cuneo-Pinerolo. Dalle Grange il panorama si scopre sul Vallone del Puriac con al centro l'omonimo valico che dà accesso alla francese valle della Tinée. Mentre sulla destra ecco le cime della Rocca dei Tre Vescovi e del Monte Enchastraye. Pendii dolci, dolci ondulazioni prative, niente a che vedere con le rudi e affilate creste della non lontana Serra dell'Argentera. Siamo infatti ai margini del massiccio cristallino, dove agli gneiss e ai graniti si sostituiscono le rocce sedimentarie calcaree proprie dell'orogenesi ercinica, più morbide ed erodibili. Queste caratteristiche geologiche hanno determinato in epoche neppure troppo remote la cattura da parte della più aggressiva Stura di alcuni dei valloni laterali come quello del Puriac, che precedentemente sversavano le acque nell'Ubayette. Tornando al Colle, è la presenza di calcari e calcescisti a farne un'area giustamente celebre per la ricchezza della flora, anche se talvolta messa a repentaglio da un pascolamento eccessivo. Tra le circa 930 specie che compongono l'elenco floristico dell'area, 30 sono quelle inserite nella lista rossa nazionale. Tra le specie interessanti o appariscenti sono da ricordare Tulipa australis, Anemone narcisi flora (abbondantissima), Primu­la farinosa, Silene campanula, Aconi­tum anthotra, Trollius eurpeus Dra­cocephalum ruyschiana la rara Swertia perennis e Dracocephatum ruyschiana.

Molte sono le specie endemiche ad areale limitato alle Alpi occidentali. Purtroppo, nonostante le intense ricerche, non è stato più possibile ritrovare il rarissimo e splendido cardo blu (Eryngium alpinum), la "regina delle alpi" (ancora presente in Valle Stura di Demonte ai Prati del Vallone ai piedi del Monte Tenibres). Il SIC- ZPS (Sito di interesse comunitario-direttiva Habitat, Zona di protezione speciale-direttiva Uccelli) Colle della Maddalena-Puriac, si estende per 1831 ettari a cavallo tra Cozie e Marittime tra i 1684 m e i 2798 m. Il paesaggio è tipicamente alpino, caratterizzato da pascoli e ambienti rocciosi. Molto limitate sono invece le superfici a bosco, rappresentato dal lariceto e da ridotti ma importanti lembi di pino uncinato. Di notevole interesse sono gli ambienti umidi e acquatici rappresentati da torrentelli, piccole paludi e dal lago della Maddalena. Nel territorio protetto sono state segnalate ben 68 specie di uccelli dei quali 50 nidificanti, per lo più legati agli ambienti aperti. Va ricordato che il colle è interessato dal transito di rapaci in migrazione autunnale. E ancora 45 specie di coleotteri carabidi, 71 di lepidotteri diurni, 5 di chirotteri e tra le specie di interesse comunitario particolarmente rilevante il lupo. Volendo però cercare un animale simbolo, questo non può essere che la marmotta. Il tranquillo e simpatico roditore abita i pascoli della zona e non è neppure necessario scomodarsi più di tanto per osservarlo e ammirarne le attività. Le prime colonie già si possono vedere a fianco della strada poco prima dell'abitato di Argentera dove le marmotte sono sicuramente più numerose degli abitanti locali (paese curioso Argentera, il capoluogo comunale non ha neanche un residente stabile, a essere abitata è principalmente la frazione Bersezio). Giunti al Colle della Maddalena poi, basta percorrere le piste agro-pastorali: l'incontro con il sciuride è assicurato. Ancora oggi si ricorda come un tempo, quando i migranti non erano nord-africani bensì valligiani, c'era chi d'inverno scendeva in Costa Azzurra e si guadagnava da vivere facendo ballare una marmotta appositamente addestrata, accompagnandosi al suono della ghironda, strumento particolarmente utilizzato da musicisti ambulanti. La testata della Valle Stura è uno di quei luoghi dove è piacevole camminare anche senza una meta precisa. Vallette nascoste, ruscelli, piccoli specchi d'acqua celano per gli amanti della natura innumerevoli sorprese. Ecco allora un prato giallo di tulipani e una conca affollata da guardinghe ma curiose marmotte, una distesa di rododendri. Dal tornante della Strada Statale immediatamente precedente Grange di Argentera, inizia una carrareccia che attraversato il torrente risale poi come sentiero tutto il vallone sino al colle del Puriac (800 m di dislivello e 2,30 ore di cammino) Dall'inizio del lago invece un bel sentiero sale a fianco di un ruscello permettendo di raggiungere in pochi minuti un vasto ripiano prativo ricco di acqua, di fiori e di animali dove il frastuono del traffico sulla sottostante strada non è più percepibile. Qui si incontra una carrareccia che si segue in discesa e che con un lungo giro conduce nuovamente sulla Statale un chilometro circa più a monte dell'inizio del sentiero.

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