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Il Giardino dello "Zio John"

In Valle Stura, nei Prati del Vallone, un particolare giardino botanico creato da un prete naturalista molto speciale.
Il S.I.C. del Gruppo del Tenibres

  • Loredana Matonti
  • agosto/settembre 2011
  • Venerdì, 9 Settembre 2011

In media Valle Stura si trova un importante sito di interesse comunitario, che merita di essere visitato per la diversità dei paesaggi e la rarità delle specie che si possono osservare. L'area comprende il vallone del Piz e, marginalmente, parte della testata del Canalone di Pontebernardo e del Vallone dell'Ischiator. Il gruppo montuoso si trova alla destra orografica del torrente Stura e raggiunge la linea di confine con la Francia, lungo la quale si trova anche il Monte Tenibres. Il paesaggio è molto diversificato, con roccere che si alternano a graziose conche e deliziosi laghi alpini. Diversi gli habitat comunitari che hanno giustificato la scelta di protezione; risalendo il Monte Vaccia si trovano lariceti e due grossi nuclei di abete bianco (Abies alba), individuati come boschi da seme. La flora annovera specie protette di grande interesse come il Dracocephalum austriacum, rarissima, presente in questa unica stazione piemontese e in poche altre del Trentino Alto-Adige, l'Eryngium alpinum, l'Aquilegia alpina, oltre naturalmente a diversi endemismi esclusivi delle Alpi Marittime come la Saxifraga florulenta. Si possono anche ammirare specie tipiche delle Alpi sud-occidentali come la Primula marginata e la Fritillaria tubiformis subsp. moggridgei. Di notevole rilievo anche la fauna, con numerose specie di interesse comunitario; qui è presente ad esempio una delle poche popolazioni piemontesi e italiane di lucertola agile, oltre allo storico lupo, che già dalla fine degli anni '90 ricolonizzò il territorio, formando un branco trans-frontaliero. Inoltre sono state qui censite ben 40 specie di uccelli. Un'area di notevole pregio naturalistico quindi, che merita senz'altro di essere preservata.
Come si raggiunge Giunti a Cuneo, seguire le indicazioni per Borgo San Dalmazzo, poi percorrere la SS21 attraversando la valle fino ad arrivare a Pietraporzio. Continuare sulla via principale, fino ad arrivare al bivio per Pontebernardo. Svoltare a sinistra e proseguire dritti, seguendo le indicazioni per Prati del Vallone. Il Giardino botanico e la Casa per Ferie "Regina delle Alpi" si trovano al termine della strada sterrata. Quando è aperto Da inizio luglio a metà settembre. Contatti Referente: Paola Amerio. Tel.: +39 011 317 97 96, Fax: +39 011 317 70 70 e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., http://www.ziojohn.com

"Siamo nella chiesa più bella del mondo: il cielo è la volta...non pochi fiori, ma vasi di verde, alberi... non canne d'organo ma il canto degli uccelli..." - Don Culasso, in arte "zio John". Ci sono persone speciali che sanno imprimere un segno indelebile nel cuore della comunità in cui vivono: una di esse è senz'altro lo "zio John". Soprannome affettuoso dato a Don Giovanni Culasso, prete naturalista dall'indubbio carisma, che educò un'intera generazione all'amore e alla bellezza della natura. Non è facile raccontare chi fosse il nostro uomo: sacerdote, insegnante, educatore, naturalista... Per comprendere la sua "filosofia" è meglio ricordare una sua affermazione di sapore francescano: "...Per me una pianta è pagina di Bibbia che mi rivela qualche cosa di Dio, è un patrimonio che non si può buttare via, distruggere: lo abbiamo trovato, lo dobbiamo salvare e lasciarlo anche agli altri dopo di noi... può esserci nascosta lì dentro anche la medicina per una grave malattia...". Per questo allestì questo particolare giardino botanico alpino, situato nel vallone di Pontebernardo, nell'Alta Valle Stura, in provincia di Cuneo, a 1700 m di quota. La storia inizia negli anni '70, quando Don Culasso rilevò e ristrutturò alcune caserme diroccate nel vallone, trasformandole in un centro sperimentale di ricerca sulla floricoltura di montagna e di ecologia attiva, nonché di ospitalità per gruppi. Questo angolo di Paradiso divenne così meta estiva quasi degna di un santuario, non solo per i ragazzi, ma anche per famiglie in crisi e solitari in cerca di se stessi, qui invitati a lasciare i loro affanni e a immergersi nella ricchezza naturale del luogo. Si fecero alcune scelte precise, come la preferenza di specie caratteristiche o endemiche della Valle Stura o comunque protette. Arrampicandosi giorno dopo giorno, nei dirupi e negli anfratti tra le rocce, Don Culasso raccolse piante rare da riprodurre nel suo giardino, come fece con la bellissima regina delle Alpi (Eryngium alpinum), salvandola, allora, dal rischio di una probabile estinzione; oggi invece è diventata l'emblema del centro, comparendo numerosa in tutti gli angoli. Dato l'aspetto aperto del giardino non è possibile descrivere un vero e proprio percorso di visita. Appena giunti, sulla destra della strada sterrata, compare una lunga morena adibita a roccere, con specie sia comuni che endemiche delle montagne circostanti. Dopo metà luglio si osserva la massima fioritura, con uno spettacolo multicolore fornito dalle specie più vistose: si possono ammirare numerosi e splendidi gigli martagone (Lilium martagon) dall'intenso color rosa carne, la stella alpina (Leontopodium alpinum), l'astro delle Alpi (Aster alpinum), l'Aquilegia alpina, la velenosa digitale (Digitalis grandiflora), l'endemica e rara Saxifraga florulenta, oltre a numerose altre piante endemiche di rilevante interesse. Però, come sosteneva Don Culasso, tutto il vallone dei Prati è un "giardino", grazie ai diversi substrati litologici che consentono una particolare ricchezza di specie. Uomo intraprendente il nostro zio John, perché accanto al giardino avviò anche un'attività collaterale; la coltivazione di esemplari di genepì locale (Artemisia mutellina o umbelliformis), producendo un liquore "per gli amici", di cui andava particolarmente fiero. Oggi questa sua intuizione è diventata opportunità di lavoro per alcuni valligiani, impegnati nella coltivazione del genepì, ma anche dell'arnica e della stella alpina, da cui si ottengono estratti usati in saponi artigianali col marchio locale, dando così continuità a quello che è stato il sogno di un uomo. Tutti i prodotti sono poi venduti in un negozio a Pietraporzio dall'associazione "zio John". Un altro filone importante è la ricerca scientifica dei principi attivi delle piante medicinali, sviluppata dal comitato scientifico presieduto dal prof Appendino, dell'Università del Piemonte Orientale e in collaborazione con Dipartimento di Scienze e Tecnologie del Farmaco dell'Università di Torino, diretto dal prof. Bicchi, ma si auspica in futuro una convenzione anche col dipartimento di Tecniche erboristiche di Savigliano. Il giardino è annoverato nell'elenco di quelli riconosciuti dalla regione Piemonte, ma è anche sito di inanellamento di parecchi uccelli migratori, divenendo, già dal 1980, meta di rilevamenti a cura di vari ricercatori del gruppo ornitologico piemontese (GIPSO). Dopo la morte del suo fondatore, avvenuta nel 2004, l'Associazione, raccogliendo il suo testimone con la guida del dott. Michele Amerio, un tempo suo consulente fiscale, ha ripreso il cammino di sensibilizzazione alla natura, riaprendo la Casa per Ferie Regina delle Alpi. La struttura può essere meta di gite giornaliere, punto sosta di escursioni e sede di momenti di formazione e riposo per piccoli gruppi famigliari e giovanili, che vogliono ritrovare un momento di serenità, immersi nella bellezza incontaminata della natura. Sono disponibili camere dai 4 ai 10 posti letto, ma recentemente è stato ristrutturato anche il vicino rifugio Talarico, con ulteriore incremento dell'ospitalità. I gruppi organizzati possono anche fruire della chiesetta all'aperto e luogo ideale per i momenti di riflessione e di incontro. L'accoglienza è caratterizzata da una cucina genuina e casalinga, in cui vengono proposti piatti con l'utilizzo di prodotti locali, tra cui formaggi e dolci fatti in casa e, per concludere, non possono mancare l'amaro e il genepy di zio John. L'obiettivo prossimo è quello di creare un percorso ad anello, percorribile in due sensi opposti, con stazioni predisposte per la riflessione e la meditazione e di stimolazione sensoriale attraverso la vista e l'olfatto, con l'obiettivo di far scaturire sensazioni di benessere a tutti quelli interessati ad acquisire una maggior consapevolezza di sè. Il nostro "Zio John" ha lasciato un messaggio attualissimo e troppo importante per non essere colto: "dare serenità e lavoro educando alla pace e al rispetto della bellezza della Natura". Un compito difficile e impegnativo, che l'associazione si è ripromessa di mantenere.

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