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Piombo vietato nei Siti Natura 2000

Le Misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 del Piemonte prevedono il divieto di utilizzo di munizionamento al piombo. Ricordiamo il perchè. 

  • Lorenzo Vay
  • Novembre 2021
  • Venerdì, 3 Dicembre 2021
 Foto Pixabay Foto Pixabay

E una misura per la salvaguardia dell'ambiente e della fauna selvatica - ma indirettamente anche dell'uomo - alla luce delle continue ricerche sugli effetti del metallo pesante e la sanzione ammnistrativa per chi utilizza munizionamento al piombo nei siti di Rete Natura 2000 del Piemonte è piuttosto salata: 1.010 euro, secondo quanto prevede il Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità (Legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 - art 55 comma 15).

Da tempo è nota la pericolosità del piombo per la salute umana e animale: infatti provoca una grave forma di avvelenamento conosciuta con il nome di saturnismo (da saturno, nome che gli antichi alchimisti davano al piombo), una malattia che può essere sia acuta che cronica din seguito all'esposizione a questo metallo.

Una volta assorbito dall'organismo, infatti, il piombo si può accumulare con effetti dannosi anche a basse dosi, causando malattie a livello cardio-vascolare, renale, digestivo, riproduttivo, con effetti tossici anche sul sistema nervoso.

L'utilizzo delle munizioni da caccia con piombo comporta la contaminazione delle prede con frammenti del metallo pesante e il rilascio nell'ambiente di tale sostanza.

Le conseguenze dell'avvelenamento

Questo scenario, oltre ad aspetti sanitari per gli utenti esposti, ha ripercussioni sull'ambiente, in particolare sulla fauna delle zone umide che possono ingerire il piombo presente nei sedimenti, sui predatori al vertice della catena alimentare, e indirettamente sull'uomo.

L'avvelenamento cronico provoca inoltre una riduzione della fertilità e diminuisce le probabilità di sopravvivenza dei nidiacei, e ha potenziali ricadute su tutta la popolazione. Uno studio coordinato da ISPRA pubblicato nel 2018 stima che nel territorio dell'Unione Europea siano almeno 40 le specie di uccelli acquatici a rischio di avvelenamento da piombo e circa 700.000 gli individui che muoiono all'anno, che rappresentano circa il 6% delle popolazioni acquatiche svernanti in Europa.

Nelle zone umide (Leggi l'articolo Zone umide, la UE bandisce il piombo che inquina) si verificano condizioni particolari che rendono questo problema più evidente, soprattutto per le anatre, anche se non sono gli unici uccelli colpiti. Le anatre si alimentano di semi e cibi vegetali molto duri, che necessitano di una triturazione per essere assimilati. Gli uccelli hanno il becco e non i denti, ma ovviano attraverso uno stomaco muscolare molto forte, che grazie all'ingestione di sassolini – tecnicamente chiamati gastroliti o grit– permette la macinazione dei semi e quindi la loro digestione. Questo grit viene mantenuto nello stomaco finché non si consuma completamente e così si avvelenano.

Avifauna, la più colpita

Per un germano reale basta l'ingestione di 2 o 3 pallini per causare un'intossicazione acuta che può portare in breve tempo alla morte. Per una specie più piccola, come l'alzàvola, ne basta ancora di meno.

Gli uccelli acquatici (Leggi l'articolo Il rosa antico e fragile del fenicottero) non sono però gli unici a utilizzare i pallini delle cartucce come "macine" e ad avvelenarsi ingerendoli: il problema riguarda un po' tutte le specie di granivori, che, per frantumare i semi ingeriti, usano questo sistema.

Nei casi più gravi gli animali con avvelenamento cronico perdono la coordinazione nei movimenti e faticano a volare. Di conseguenza è facile che vengano predati o muoiano in modo accidentale, prima ancora che per causa del veleno.

I rapaci sono esposti a loro volta al saturnismo quando si nutrono di una preda avvelenata, ingerendo direttamente i pallini al piombo o indirettamente per assunzione attraverso le catene alimentari.

 

 

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