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Formazza, il lontano nord del Piemonte

Laghi, boschi, una natura esuberante e una cultura antica, fanno dell'alta valle del Toce un interessante comprensorio turistico ma anche un'area di grande valore naturalistico.

  • Aldo Molino
  • dicembre 2011
  • Mercoledì, 28 Dicembre 2011

Accesso Con la realizzazione della super-strada che percorre l'Ossola l'accesso alla solitaria Val Formazza è diventato più agevole. Dopo Domodossola basta lasciare la strada internazionale del Sempione per continuare per Crodo, Baceno e Premia (terme). Una galleria di 3 km supera la zona delle "casse" facendo dimenticare gli stretti tornanti di un tempo per affacciarsi sulla valle. Una seconda lunga galleria paravalanghe consente di raggiungere la valle superiore oltre la cascata. A piedi si può scendere in Formazza dal Gries lungo la strada dello Sbrinz e il Sentiero Walser , dal Passo di San Giacomo (un tempo c'era una postazione di confine) o in traversata dall'Alpe Devero per la Scatta Minoia. Per saperne di più: Daniele Piazza, Il SIC e ZPS "Alpi Veglia e Severo-Monte Giove", Ente di gestione aree protette dell'Ossola, 2011
Info: Ente di gestione delle Aree protette dell'Ossola Varzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Ufficio turistico Formazza Tel 0324 63059, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Intorno ai primi anni del XIII secolo, coloni vallesani di lingua tedesca attraversarono il passo del Gries (2462 m) per scendere nella valle della Toxa, la Toce. Seguendo la storica mulattiera percorsa sin dai tempi più antichi raggiunsero i grandi terrazzi che caratterizzano il corso superiore del fiume, allora boscosi e disabitati, che nella loro lingua chiamarono Pomattertal. In poco tempo Pomatt, la Formazza dei romanzi, divenne una florida colonia con un surplus di popolazione tanto da dare origine ad altri insediamenti di seconda generazione come Salecchio (oggi disabitata e raggiungibile a piedi da Altillone), Bosco Gurin (l'unica colonia tedesca in Ticino) e il Rheinwald. Isolata per molti secoli, la Val Formazza ha conservato sino ad anni recenti gli usi e costumi walser dei primitivi abitanti e solamente con la realizzazione della strada carrozzabile intorno agli anni '20 del secolo scorso si è aperta verso il basso, dove si trovano Premia, Baceno, Domodossola. Già però nel 1862 un intraprendente albergatore costruì a fianco della cascata della Toce un albergo che conobbe fasti e popolarità ed ebbe come visitatori tra gli altri Wagner, Carducci, e Fogazzaro prima del lungo periodo di decadenza e abbandono conseguenti anche alla difficoltà di accesso. Allevatori e boscaioli, nel corso dei tempi si sono riadattati divenendo non solo operatori turistici ma soprattutto imprenditori dell'industria estrattiva della pietra, il famoso sarizzo. Geograficamente parlando la Valle Formazza costituisce l'alto bacino del Toce, il fiume che dopo aver percorso la Valle Antigorio e tutta l'Ossola sfocia nel Lago Maggiore all'altezza del golfo Borromeo. Guardando su una carta geografica è quell'estremo lembo settentrionale del Piemonte che si protende nel territorio svizzero. Montagne rudi che spesso superano i 3000 metri (la cima più elevata il Basodino raggiunge i 3273 m), ghiacciai che purtroppo come ovunque sulle Alpi sono in forte regresso, tantissima acqua, cascate, laghi naturali torbiere di altura, acqua per la maggior parte regimentata e destinata alla produzione idroelettrica. La maggior parte degli attuali bacini lacustri nasce come ampliamento artificiale mediante dighe di precedenti laghi ovviamente molto più piccoli. Kastel, Fischsee, Vannino, Morasco, Sabbione, Busin. Natura protetta Le valenze naturalistiche di questo territorio lo hanno fatto in gran parte includere nei SIC Monte Giove (naturale estensione dell'area protetta Veglia-Devero) e Maria Luisa (che prende nome dall'omonimo rifugio, realizzato ristrutturando la palazzina degli operai che lavorarono alla diga e dedicato a Maria Luisa Monaci, moglie del primo presidente del CAI di Busto) e nella grande ZPS Val Formazza (si tratta in tutto di circa 230 km2 di superficie territoriale in qualche modo tutelata). L'area è caratterizzata da una notevole varietà di rocce, sono presenti gneiss, calcescisti, dolomie e rocce ultrabasiche, con conseguente grande ricchezza di specie floristiche ed è molto interessante anche dal punto di vista della geotettonica in quanto affiorano gli elementi più profondi della falda alpina pennidica. Laddove pietra, ghiaccio e macereti interrompono il loro dominio estese praterie d'altitudine costituiscono un'importante risorsa pascoliva. Pascoli dove, per la ricchezza di erbe tra cui quella chiamata "mattolina", il latte assume caratteristiche organolettiche del tutto particolari tanto da permettere la produzione (limitata) del raro formaggio Bettelmatt (dall'omonimo alpeggio sopra il Morasco). Queste praterie sono un habitat minacciato, in quanto con il parziale abbandono delle attività tradizionali viene ricolonizzato velocemente dagli invasivi ontani trasformandosi in una impraticabile boscaglia con scarsa biodiversità. A giustificare l'istituzione di ZPS (zona di protezione speciale per l'avifauna) sono le circa 130 specie di uccelli segnalate di cui 80 nidificanti favoriti nella loro presenza dall'estensione e dalla varietà degli ambienti. Le formazioni erbacee dei pascoli ospitano popolazioni consistenti di pernice bianca e di coturnice, mentre nelle foreste di conifere più fresche troviamo invece il francolino di monte, Bonasa bonaria piccolo ed elusivo fasianide. Ancora abbondante sebbene in regresso qua e là è il fagiano di Monte, Tetrao tetrix, tetraonide talvolta confuso con il gallo cedrone (molto più grande, con la coda a ventaglio e non a lira, estinto da molti decenni nel territorio piemontese) che è oggetto di estesi e approfonditi programmi di monitoraggio e di censimenti annuali. Questi animali sono infatti molto sensibili ai cambiamenti climatici, ai mutamenti degli assetti ambientali e al disturbo antropico causato principalmente dalle attività sciistiche invernali. Formazza Formazza è il nome collettivo (in Italiano) delle 12 principali borgate che costituiscono il più antico e il più importante insediamento walser al di qua delle Alpi. Se lungo la strada principale (per lo meno nella stagione turistica) è il lombardo (come idioma) a farla oggi da padrone, le origini tedesche del paese sono tradite dai molti toponimi, dalle scritte sulle case e dall'architettura che senza essere spettacolare come quella dell'alta Val Sesia offre molti begli esempi di case antiche in pietra e legno con sapiente uso della tecnica del block-bau e ancora qualche raro tetto in scandole (tavolette di larice). Se poi si ha la possibilità di visitarne qualcuna, non si può fare a meno di constatare come l'elemento distintivo sia la stube, la grande stufa in muratura alimentata dall'esterno, tipica delle genti germaniche. Presso Ponte, troviamo una massiccia costruzione in muratura che sbarra quasi la strada: è la Casa Forte che risale al 1569. In essa risiedeva l'Ammano, il "capo" dell'antica comunità formazzina, giudice e amministratore sino a quando la valle annessa nel 142 al ducato di Savoja perdette le sue prerogative. L'edificio pluriuso fu di volta in volta parlamento, tribunale, magazzino, deposito. Ora è sede del museo etnografico che racconta dei walser e del loro modo di vivere, visitabile nei mesi estivi. Si può fare scursionismo d'estate, ma anche sci (sempre più precario al nevaio del Siedel che come tutti i ghiacciai delle Alpi sta scomparendo), di discesa, ma soprattutto di fondo d'inverno. La Val Formazza è stata una delle culle delle discipline nordiche (il locale sci club compie quest'anno i 100 anni di attività) di cui vanta anche un olimpionico, Mario Bacher, che ha gareggiato alle olimpiadi di Grenoble nel 1968. Due le piste, quella di San Michele, 12 km di saliscendi, e quella in quota a Riale, a monte della cascata molto tecnica (10 km) e apprezzata anche come luogo di allenamento da alcune nazionali nordiche. L'offerta turistica è supportata da numerosi alberghi, da tre campeggi, da un area camper in quota, comodissima per le gite in alta valle e da diversi rifugi alpini.

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