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Incendio nel Bosco dell'Alevè, salva la vasta foresta

Mentre bruciano migliaia di ettari del Parco nazionale della Majella, la tempestività dei soccorsi unita al lavoro congiunto del personale del Parco del Monviso e del Corpo Volontari Antincendi Boschivi limitano i danni a un Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale per gli uccelli, nonché una delle più grandi estensioni di pino cembro delle Alpi occidentali con i suoi 825 ettari

  • Emanuela Celona
  • Agosto 2017
  • Martedì, 29 Agosto 2017
Incendio nel Bosco dell'Alevè, salva la vasta foresta

 

È stata fortunatamente esigua – circa un ettaro - la superficie colpita dall'incendio divampato sabato scorso, 26 agosto, nella parte centrale del bosco dell'Alevè in alta Valle Varaita, e più precisamente in prossimità della Roccio Russo, sotto la Cima delle Lobbie.
Incendio per il quale sono ancora in corso accertamenti da parte delle autorità inquirenti per comprenderne l'eventuale natura dolosa. «Sappiamo tutti che i fuochi non si accendono da soli ma la zona colpita dalle fiamme è impervia e per questo poco frequentata. Ciò non fa pensare a qualche negligenza di escursionisti di passaggio ma spero davvero che possa essere fatta chiarezza sui fatti e in caso di atti dolosi si arrivi a individuare i responsabili» ha dichiarato Gianfranco Marengo, presidente del Parco del Monviso.

Nel complesso, l'ecosistema non è stato compromesso «grazie al pronto intervento e l'efficacia dell'opera di spegnimento che hanno sicuramente ridotto al minimo i danni, specifica Marengo. Seguiranno nei prossimi giorni accertamenti ma i primi riscontri forniti dal responsabile dell'area di vigilanza del parco, Daniele Garabello - che ha partecipato insieme con due volontari dell'AIB alle operazioni di bonifica - sono confortanti: probabilmente soltanto quattro o cinque pini cembri danneggiati».

Nella vicenda, il ruolo dell'Ente di gestione delle Aree naturali protette del Monviso non è stato secondario. È stato infatti il capo dei guardiaparco Garabello tra i primi a ricevere la segnalazione del focolaio e a partecipare direttamente alle operazioni di spegnimento e successivamente, con i volontari dei Vigili del Fuoco di Venasca e le squadre A.I.B di Rossana e Brossasco, alle operazioni di bonifica dell'area.

Al momento dell'accaduto, «abbiamo fornito indicazioni utili alla centrale operativa dei Vigili del Fuoco di Cuneo che ha subito attivato le procedure del caso individuando un D.O.S (Direttore delle Operazioni di Spegnimento ndr) partito immediatamente per la zona colpita già alle cinque di domenica mattina, ha raccontato Marengo. Questo ha consentito di essere sul posto in prima mattinata, pur essendo il luogo dell'incendio molto in alto e in zona impervia che richiede minimo tre ore di cammino e, valutata la situazione, ha consentito di far partire immediatamente l'ordine per l'elicottero che ha iniziato l'opera di spegnimento», spiega il presidente dell'Ente parco.

«Dalla nascita del nuovo Ente di gestione delle Aree naturali protette del Monviso, avvenuta a gennaio 2016, sono quattro gli incendi, o presunti tentativi, che si sono riscontrati sul territorio di competenza dell'area protetta, spiega Daniele Garabello, e in tutti i casi è stato fondamentale il supporto dei volontari. Le risorse umane a disposizione del parco sono purtroppo minime e impegnate in molteplici attività mentre, spesso, i volontari A.I.B. e del Soccorso Alpino (C.N.S.A.) sono residenti in zona e quindi sono i primi che riescono a intervenire e ad attivare le procedure di spegnimento».

È stato il caso di Livio Martino e Gilberto Gertoux residenti in loco, quindi ottimi conoscitori del bosco – e tra l'altro membri della Consulta del parco – che hanno raggiunto immediatamente la zona del focolaio provvedendo a primi interventi di contenimento. Purtroppo, senz'acqua e trovandosi di fronte un terreno arido e molto secco, non sono riusciti a spegnere l'incendio ma hanno inviato le coordinate cartografiche esatte della località che ha favorito l'intervento dei vigili del fuoco. «Non si è mai interrotto il contatto con il responsabile dell'AIB della Valle Varaita, Sergio Armando, che ha messo in allerta le squadre territoriali consentendo a diversi volontari di Rossana, Sampeyre, Brossasco, Venasca di essere operativi fini dalle prime luci di domenica mattina: alcuni sono partiti per il luogo dell'incendio, altri hanno garantito supporto all'elicottero montando in quota una vasca per l'acqua in modo da rendere più veloci le operazioni di carico dell'elicottero. La rapidità con cui si è intervenuti ha evitato che il fuoco coinvolgesse una vasta area boschiva e con soli 20 sganci di acqua si è riusciti a domare l'incendio», conclude Marengo.

La mancanza di precipitazioni da molto tempo ha aumentato il rischio incendi anche in Piemonte: soltanto qualche giorno fa abbiamo scritto delle fiamme che hanno coinvolto 700 ettari della Riserva del Torrente Orba, arrivando a contare 130 incendi tra gennaio e agosto di quest'anno nella nostra Regione. Un dato importante, se si pensa che sono solo quattro eventi in meno rispetto al totale registrato lo scorso anno, nel corso dei 12 mesi.

Il Piemonte quindi mantiene una situazione di allerta e la Regione non revoca ancora lo stato di massima pericolosità di incendi boschivi – soprattutto per tenere alte attenzione, vigilanza e collaborazione di tutti i cittadini – ma sono ben altre riserve naturali, in Italia, ad andare letteralmente in fumo.
In Abruzzo, 3mila ettari stanno bruciando all'interno del Parco nazionale della Majella sul Monte Morrone da dieci giorni.
Decine gli inneschi appiccati all'interno dei confini della riserva e il bilancio provvisorio dell'ente parco riporta cifre disarmanti: quasi il 5% della superficie del parco è stata compromessa, con 600 ettari di praterie sommitali, prezioso serbatoio di biodiversità che ospita numerose specie rare ed endemiche.

«Dopo terremoti e nevicate, mancavano gli incendi: l'Abruzzo regione verde è in ginocchio», scrive tristemente su Facebook Fabio Vallarola, direttore dell'Area marina protetta abruzzese Torre del Cerrano. E l'amarezza aumenta nel constatare l'indifferenza che avvolge questo disastro, a partire dal fatto che quasi nessuno racconta del fuoco che sta bruciando una regione di parchi.

 La foto in apertura è una veduta del bosco dell'Alevè (T. Farina | arc. CeDrap)
 

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