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Il lino di Narbona e le altre specie

Un Sito di Interesse Comunitario nella valle del Castelmagno

  • Aldo Molino
  • Giugno 2017
  • Lunedì, 12 Giugno 2017
Il lino di Narbona e le altre specie

"Questa specie è tra le più belle , del genere, e però preferenza d'ogni altra merita di essere coltivata per decorare i giardini "(Dizionario delle scienze naturali, Firenze 1844)

Il vallone dei Tiié (vallone dei Tigli) è una zona di piccole dimensioni che però anche se ormai completamente disabitata, per gli abitanti di Pradleves (Valle Grana) riveste una grande importanza per la sua valenza mitica. 

Sù in alto, ormai nascosti dalla vegetazione, sono i resti delle Barmo del Capitani, personaggio misterioso e leggendario ma altri ripari si celano lungo le pendici della montagna: Barma Grossa, Barmo del Diau, Barmo di Cunéte, etc. tutti con una loro storia. Di fronte, il vallone della Cialancia, con la miniera della Mèno luogo di oscure leggende.

Tutto il ripido versante che dal centro di Pradleves sale sino al santuario della Madonna degli Angeli, piccola chiesetta alpina meta di devozione popolare, è costellato di piccoli insediamenti, e in passato era intensamente coltivato. I prati salivano sin oltre il santuario con "Lou Pra Grant" oggi interamente invaso del bosco. Una parte di quest'area dove la vegetazione spontanea sta riprendendosi quello che gli uomini le avevano faticosamente sottratto, è compresa in un SIC della Rete natura 2000, uno dei più piccoli del Piemonte (appena 13 ettari), denominato "Stazioni floristiche di Pradleves". Non a caso il Tiié era chiamato il "giardino".

Il lino di Narbona

Se le orchidee selvatiche la fanno da padrone, senza troppa fatica se ne possono individuare a seconda dei periodi anche più di 10 specie differenti, contemporaneamente e le farfalle hanno qui un buon ristorante, il motivo di maggior interesse è dato dalla presenza dell'unica stazione conosciuta in Piemonte di Linum narbonense, il lino di Narbona o lino lesinino, dove Narbona non è evidentemente la borgata di Castelmagno situata sempre in valle Grana, a pochi chilometri da qui dove si dice sia stato inventato il Castelmagno e che oggi si cerca di salvare dall'oblio e dalla rovina, ma la città del sud della Francia, già capitale della provincia romana della Gallia narbonense. Questa specie di lino dagli straordinari fiori blu è abbastanza ben diffusa nella Francia meridionale, in Spagna e nelle Baleari ma piuttosto rara in Italia. E' nota infatti oltre che ai Tiié di Pradleves, nei pressi di Mortola nella Liguria di ponente, nel Carso triestino e in poche località del centro Italia da verificare. Sempre che i botanici siano d'accordo.

Ammirare il lino non è difficile: a fine primavera (il periodo migliore sono i primi di giugno) la sua fioritura è garantita, basta osservare con attenzione la scarpata a monte della strada che porta al santuario. La stazione più importante è proprio quella 200 metri oltre la borgata d'Aco d'Marquet. Del perché proprio lì piuttosto che altrove? Quella scarpata garantisce lo spazio vitale di cui il lino ha bisogno. L'abbandono dei coltivi come detto ha ridato spazio a specie invasive e più rustiche che minacciano talvolta la vegetazione preesistente.

Il percorso

La strada che sale alla Madonna degli Angeli e al SIC, stretta ma asfaltata (avendo tempo è consigliabile salire a piedi) inizia di fronte alla piazza centrale di Pradleves e raggiunge il piazzale (pic-nic, fontanella) ai piedi della collina dove si trova la chiesetta dopo essere passata a fianco di una grotticella e di alcune paretine in cui si trovano delle coppelle. In pochi minuti a piedi seguendo le indicazioni si è al santuario dove un ampio portico protegge dalle eventuali intemperie. Dal piazzale proseguendo ancora a piedi lungo il tracciato della Curnis Auta (cornice alta) con qualche saliscendi si può andare alla borgata dei Cugn.

Un bel libro, tutto da leggere per saperne di più su "questo piccolo mondo antico" è  REM, Ciò che resta-Luoghi e leggende di Pradleves. L'autore è Renato Lombardo, per molti anni medico a Pradleves e appassionato di botanica e cultura locale. Lo si può trovare in loco in vendita libera, per beneficenza.

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