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L'Antoroto

L'ultimo 2.000 metri delle Alpi è un Sito di interesse comunitario

  • Aldo Molino
  • luglio 2015
  • Mercoledì, 8 Luglio 2015
una delle bacheche illustrative del SIC foto A.Molino una delle bacheche illustrative del SIC foto A.Molino

Il più orientale tra i 2.000 delle Alpi (forse solo il modesto Monte Grosso sta un po' più in là) , comunque il primo rilievo significativo delle Alpi Liguri. Il monte Antoroto è più conosciuto e frequentato dagli abitanti della riviera di ponente che dai piemontesi, dalla cima a 2144 m slm si gode un panorama fantastico: da un lato il golfo ligure e dall'altro tutta la cerchia alpina sino a oriente che sfuma oltre la pianura. La sua ascesa è relativamente semplice e del tutto facile effettuabile anche nei mesi invernali. Si può raggiungere la cima per il Colle della Bassa, dalla Val d'Inferno (Garessio) o dalla Certosa di Casotto, oppure risalire il versante sud da Ormea.
La lunga cresta che presenta anche alcuni spuntoni rocciosi di interesse alpinistico, è composta da calcari sedimentari; più in basso agli affioramenti rocciosi e alle praterie si sostituiscono in particolare sui versanti settentrionali estese faggete. Gli insediamenti umani permanenti stanno molto più in basso, si tratta delle borgate montane di Garessio, Ormea, Franosa e Pamparato, caratterizzate un tempo da quel tipo particolare di costruzioni definite a "tetto racchiuso" la cui copertura era costituita dalla paglia di segale e di cui non restano che poche tracce.
La dorsale, i pascoli e le conche che salgono all' Antoroto sono comprese in un importante SIC, della rete Natura 2.000, come ci informa uno delle recenti bacheche didascaliche installate.
Il Sic si estende per una superficie di circa 1.000 ettari e comprende boschi e praterie alpine. Pur non essendo oggetto di una specifica tutela, la zona non risulta essere particolarmente minacciata tramontate ( si spera definitivamente ) le ipotesi di ampliamento o realizzazione di nuove stazioni sciistiche come quella di Cima Robert proposta all'inizio degli anni 'ottanta del secolo scorso.
Fra gli elementi vegetali più rappresentativi spicca la presenza di Fritillaria tubiformis [moggridgei] nella sua versione gialla, con numerose e abbondanti stazioni, ma sono presenti anche Stelle alpine, nigritelle, saxifraghe (sp), orchidee (sp.). Dal punto di vista faunistico oltre a un ricco popolamento ornitico è da segnalare la presenza consolidata in Val Casotto di un branco di lupi costantemente monitorato. Nella zona l'unico rifugio strutturato è il Savona in Val d'Inferno, sul versante rivolto a nord, troviamo invece il Rifugio Bivacco Manolino, non custodito e gestito dal CAI Ceva che si trova nei pressi dell'Alpe di Perabruna, mentre rari gias si trovano dal lato di Ormea. Il Rifugio manolino è stato ricavato in uno dei casotti di caccia della riserva reale del Castello di Casotto, residenza sabauda ma in passato monastero certosino. Una comoda via di acesso sul versante ormeasco è rappresentano dalla strada che dal capoluogo sale alla frazione Villaro (chiesa dedicata a san Matteo) e al nucleo rurale di Cascine (1.200 m). Di qui inizia uno sterrato, teoricamente percorribile in auto ma vivamente sconsigliabile per il terribile fondo che presenta nei tratti più ripidi canali, rocce sporgenti, massi, pietre, fosse, zone fangose, (meglio quindi andare a piedi o in MTB) e che in 8 Km conduce ai 2006 m del Colle dei Termini, al confine fra Ormea e Frabosa, uno dei posti più solitari di queste montagne. Questa strada, ora praticamente abbandonata, fu iniziata sul finire degli anni settanta con lo scopo di realizzare un collegamento turistico tra Ormea e Fontane in Val Corsaglia, collegamento mai completato e ora ridotto in queste condizioni. Tra bellissime praterie fiorite e per tracce di sentiero si può salire in pochi minuti sulla facile cima della Ciuiera (2175 m).con a vigilare la sagoma inconfondibile del non lontano Pizzo d'Ormea

 

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