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Narciso: bello da cogliere l'attimo, ma non il fiore

Quanto è bello un narciso selvatico? Di una bellezza, però, che non va 'colta'. Così, dopo aver raccontato di questo fiore con un approfondimento mitologico, ne scriviamo anche con uno sguardo più conservazionistico, e vi spieghiamo perché i fiori non vanno raccolti.

 

  • Paola Viviana Trovò
  • Maggio 2021
  • Venerdì, 14 Maggio 2021
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Narciso: bello da cogliere l'attimo, ma non il fiore

 

[...] La pianta parla diffondendo intorno a sé la propria che noi attraversiamo con i nostri passi senza avvertirla, come se lacerassimo una rete tessuta con fili troppo sottili per la nostra percezione. [...] Tenevo il mazzo di fiori chiari come un calice; gli insetti entrarono in mutua comunicazione da esso, con esso e intorno ad esso, in un mondo sognante. [...]

Una mattina ad Antibes - Il contemplatore solitario (Ernst Jünger)

 

Il narciso selvatico, Narcissus poëticus, fa parte della famiglia delle Amaryllidacee. Il genere Narcissus, originario dell'Europa, include specie soprattutto del bacino del Mediterraneo e sono tutte piante bulbose annue. Le foglie sono basali, lunghe e strette, e i fiori, bianchi o gialli, spuntano isolati in cima a uno fusto fiorale privo di foglie.

Il narciso selvatico è ormai sempre più raro tanto che, in natura, siamo abituati a vedere le sue varietà ornamentali. L'eccessiva raccolta nei boschi, avvenuta in passato, ha infatti reso sporadica la sua presenza in natura.

È protetto dalla Legge Regionale n. 32/82 nella sola provincia di Alessandria, principalmente per motivi di distribuzione, in quanto si pensava assente in altri territori al momento della stesura della norma.

Cosa dicono le norme


A pagina 6 del libro Le specie botaniche del Piemonte a protezione assoluta pubblicato dalla Regione Piemonte, il testo recita così: "[...] Non importa tanto il fatto che distruggendo la natura l'uomo inevitabilmente finisce per distruggere se stesso, quanto piuttosto il fatto che tutte le manifestazioni di vita hanno il diritto di essere rispettate. Nel grande quadro dell'Universo, infatti, tanto conta la formica quanto l'uomo, tanto l'umile fiorellino quanto l'albero gigantesco: sono tutte parti, come noi, di un grandioso mosaico, che è il mosaico della vita [...]"

Come se non bastasse, è bene sapere che il volume supporta l'art. 15 comma 1 della Legge Regionale n. 32/1982 "Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell'assetto ambientale":

"[...] Può sembrare impossibile che la raccolta di pochi fiori possa avere ripercussioni significative, ma basta riflettere un istante per convincersene. Le piante sono in equilibrio naturale con l'ambiente: producono semi, una parte di questi semi vanno perduti, una parte germinano dando origine a nuove piante, che sostituiscono via via quelle morte, le quali costituiscono alimento per insetti e per erbivori, e così via. Un prelievo eccessivo e generalizzato di fiori, soprattutto se rari e protetti, può determinare effetti indiretti sul livello di biodiversità di una data area:

- la raccolta dei fiori può determinare la riduzione della produzione di semi o la scomparsa di una specie da un determinato ambito territoriale;

- la riduzione del livello di diversità di specie vegetali presenti determina la riduzione o la scomparsa di animali che si nutrono o che necessitano della presenza di una determinata pianta per la loro sopravvivenza (ad es. gli insetti impollinatori o alcune farfalle che si riproducono solo in

presenza di determinate specie vegetali);

- la scomparsa di questi ultimi si rifletterà sui loro predatori e così via determinando una semplificazione della catena alimentare e la riduzione del livello di biodiversità di un determinato luogo. [...]". 

Quanto riportato nel manuale citato, ma soprattutto nella Legge regionale, vale ancora di più per le specie vegetali rare e/o endemiche - come il nostro narciso - la cui scomparsa, anche di un solo esemplare, può  causare un significativo impoverimento della biodiversità del luogo.

 

Qui uno scatto di Roberto Pegolo (vedi suo profilo Facebook  Istagram e Flickr), appassionato fotografo naturalista.

Si occupa principalmente di educazione ambientale ed utilizza le sue fotografie anche come supporto alla sua attività didattica.

 

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