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Quella piccola macchia rossa

Venerdì, 3 Settembre 2010

Una calda estate sulle dune di sabbia dell'isola di Walney, in Gran Bretagna. Decine di migliaia di uccelli, tra gabbiani reali e zafferani, nidificano sulla sabbia. Al centro delle dune un naturalista è nascosto in un capanno mimetico, sotto il caldo cocente come nella pioggia, e osserva pazientemente per ore e ore gli animali per cercare di capire il significato dei numerosi segnali che si scambiano. Uno lo incuriosisce in modo particolare: la presenza sul becco giallo dell'adulto di una piccola macchia rossa. Quel naturalista è Niko Tinbergen, che verrà insignito nel 1973 del premio Nobel per la Medicina per i suoi studi sul comportamento animale. Insieme a lui riceveranno il premio anche Konrad Lorenz e Karl Von Frish. Ma torniamo a quella piccola macchia rossa. Gli attenti occhi di Tinbergen evidenziarono come i pulcini dei gabbiani colpiscono con il loro becco proprio quella macchia per chiedere il cibo ai genitori. «Il pulcino non becca a caso –scrive il naturalista inglese – ma indirizza i suoi colpetti verso la macchia rossa che caratterizza la parte inferiore del becco del genitore. Questa macchia è, quindi, un segnale; un segnale cromatico, simile in un certo senso alle bandiere o alle luci che noi usiamo per i semafori. In risposta a questo segnale cromatico, il pulcino affamato emette un segnale che consiste nel becchettare la macchia sul becco del genitore. Quest'ultimo, a sua volta, risponde rigurgitando il cibo». Curiosi, come il titolo del suo libro più conosciuto "Naturalisti curiosi", sono gli esperimenti di Tinbergen per dimostrare il significato e la forza del segnale. Esperimenti realizzati rigorosamente sul campo, tra le dune della spiaggia, e non in sterili e artificiali laboratori, costruendo sagome dalla forma del becco e della testa del gabbiano, provando a cambiare il colore del becco e il colore della macchia, per poi presentarle ai pulcini nei nidi e osservarne le diverse reazioni.
Vestiti a festa
Come nella specie umana il maschio esibisce, o almeno esibiva, la sua forza e i muscoli per corteggiare le femmine, così in molte specie di uccelli i maschi hanno delle colorazioni particolarmente vistose, entrando in competizione fra di loro per essere scelti da una femmina. Ecco allora che nella stagione riproduttiva, generalmente in primavera, le grandi fregate dal piumaggio nero brillante gonfiano una sacca sotto
la gola che si colora di rosso, o i maschi di molte anatre esibiscono fantastiche colorazioni per attirare le femmine. O ancora il pulcinella di mare, il grazioso uccello che popola le scogliere dei mari del nord, nella stagione degli amori ostenta il grande becco che si colora di grigio, giallo e rosso, tanto che molti l'hanno paragonato a un clown, senza pensare ai colori del maschio del più comune fagiano o alla splendida coda del pavone.
Femmine poco appariscenti
A differenza dei maschi di molti uccelli, che esibiscono colorazioni sgargianti ed evidenti, le femmine, in particolare tra le specie che nidificano a terra o comunque in situazioni "visibili", hanno invece molto spesso un piumaggio mimetico, con colori che vanno
da marroncino al grigio. Questa strategia consente loro di poter covare le uova al nido senza essere viste dai predatori, e senza mettere quindi in pericolo la covata.