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Gli animali della Bibbia

Al bue e all'asino rappresentati nei presepi natalizi, fanno eco gli animali selvatici citati nella Bibbia, tutelati nella Riserva naturale israeliana di Hai-Bar Yotvata.

  • Enrico Massone
  • dicembre 2014
  • Venerdì, 20 Dicembre 2013
  • Stampa
Sacro Monte di Varese - Cappella della Natività  Sacro Monte di Varese - Cappella della Natività
Orici d'Arabia (Orix leucoryx)
Gazzelle del deserto (Gazella dorcas)
Asini selvatici (Equus africanus)
Fennec (Vulpes zerda)

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa. - Guido Gozzano, La Notte Santa
Il bue e l'asinello sono gli animali più conosciuti del presepe. A differenza di pecore e cammelli, anatre, oche e galline, sono 'pezzi unici' e occupano un posto di tutto riguardo nella grotta di Betlemme, riscaldando col loro caldo fiato il corpicino del neonato Gesù. In realtà non c'è fonte storica che ne parli, anche se Papa Benedetto XVI ha recentemente scritto che "nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asino".
La tradizione del presepe (che in latino significa mangiatoia, recinto) ha radici lontane, risalenti alla notte di Natale del 1223, quando a Greccio nell'alto Lazio, San Francesco rappresentò con personaggi viventi la natività di Gesù.La storia del rapporto uomo/animali risale ad un passato ancora più remoto e s'intreccia spesso coi miti e le leggende di antiche culture, civiltà e religioni.
In Israele esiste un'area naturale protetta molto particolare che ospita gli animali nominati nella Bibbia; si estende su una superficie di circa 1200 ettari nel deserto del Negev: è la Riserva naturale di Hai-Bar Yotvata. Fin dall'antichità la zona era sfruttata per i giacimenti di rame e precorsa da tracciati carovanieri che collegavano il mar Rosso col mar Mediterraneo.

Anche la cicogna conosce nel cielo le sue stagioni;
la tortora, la rondine e la gru
osservano il tempo quando debbono venire,
ma il mio popolo non conosce quel che il Signore ha ordinato. - Geremia 8,7
Con l'obiettivo di creare un'oasi di popolamento per animali in via d'estinzione, Uri Tzon e Avraham Yoffe realizzarono nel 1964,il nucleo dell'attuale Riserva naturale. All'inizio gli sforzi si concentrarono sulla tutela degli animali minacciati di estinzione e in uno spazio recintato, con la collaborazione di numerosi Centri di ricerca scientifica, crearono le condizioni ottimali per la riproduzione guidata delle specie più rare, l'acclimatazione e infine il rilascio in libertà.
Nel 1977 la Riserva naturale fu aperta al pubblico. Oggi è composta da due sezioni: un'ampia area aperta, con vegetazione simile alla savana e ricca di acacie, che favorisce il pascolo degli erbivori, dove vivono in assoluta libertà asini selvatici e antilopi, gazzelle e stambecchi, struzzi e orici bianchi, mentre nel Centro predatori, in regime di libertà controllata si trovano i piccoli animali del deserto e i rettili, il gatto selvatico e lo sciacallo, il lupo e il leopardo.
Hai-Bar (che in ebraico significa luogo selvaggio, wilderness) Yotvata (dal nome del vicino kibbuz), si visita in auto percorrendo un itinerario prestabilito lungo quasi 10 km. E' possibile sostare in apposite piazzole e attendere il tramonto del sole, per godere degli emozionanti avvistamenti di animali notturni. Chi ha partecipato a queste escursioni, parla entusiasticamente di "esperienza indimenticabile" e sottolinea la validità del tour anche sotto il profilo etico, giacchè gli introiti dei biglietti d'ingresso vengono impiegati all'interno della Riserva per contrastare l'estinzione degli animali rari o in pericolo.

Il lupo dimorerà insieme con l'agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà. - Isaia 11,6
Dalla realizzazione del progetto di recupero e restituzione ad Israele del patrimonio di fauna selvatica originaria di quelle terre, si sviluppò l'idea di radunare nell'area tutti gli animali citati nella Bibbia. Non raccolte di cataloghi sistematici finalizzati allo studio e alla ricerca, non repertori fotografici o filmati per imprigionare immagini spoettacolari, ma un luogo concreto e reale per ospitare gli animali vivi, una moderna arca di Noè con le condizioni ambientali idonee per proteggere e tutelare questo patrimonio.
L'operazione di notevole valore culturale e religioso è molto delicata, perché a volte nell'Antico Testamento lo stesso animale è indicato con nomi diversi e spesso, dopo aver individuato la specie faunistica, può essere ancora difficile risalire con esattezza al soggetto nominato In altri casi la ricerca è più semplice, il riferimento è preciso e l'individuazione dell'animale è univoca, come ad esempio lo stambecco della Nubia descritto nel Libro di Giobbe (39,1):"Sai tu quando le capre selvagge delle rocce figliano?".
Nel susseguirsi di preghiere, cronache e riflessioni, il Sacro Testo ci fa conoscere lo straordinario fascino che scaturisce dall'osservazione degli animali. Si scoprono così interessanti interpretazioni e considerazioni morali esplicite, come le qualità virtuose attribuite alla formica: "Va' dalla formica, o pigro, considera le sue abitudini e diventa saggio" (Proverbi 6, 6).
Nelle istruzioni che il Signore comunica a Mosé ed Aronne, vengono elencati i vari animali di cui l'uomo non può cibarsi: un materiale prezioso che c'informa su qual era l'avifauna presente sul territorio: "l'aquila, l'ossìfraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie di falco e di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviere, il gufo, l'alcione, l'ibis, il cigno, il pellicano, la fòlaga, la cicogna, ogni specie di airone, l'upupa e il pipistrello" (Levitico 11, 13-19).

Il mio diletto è simile a una gazzella o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta dietro al nostro muro,
guarda dalle finestre,
lancia occhiate attraverso l'inferriata. - Cantico dei Cantici 2,9
Fra Tel Aviv e Gerusalemme, sono stati messi a dimora gli alberi, le piante e i fiori citati nel Libro dei Libri. Dapprima il botanico Ephraim Hareuveni ebbe l'idea di raccogliere ciascuna specie in un erbario e successivamente, in una zona collinare di circa 250 ettari, progettò il parco-giardino di Neot Kedumim per coltivare le varie piante citate nella Bibbia nella loro espressione più viva e vegeta.
E' facile comprendere come entrambe le operazioni a favore della migliore conoscenza della fauna e della flora nominata nella Bibbia, abbiano un valore che supera i confini stessi in cui sono state realizzate, per assumere un interesse più ampio e condiviso, un'importanza di livello mondiale.

Clicca qui per guardare la multivisione (1' 28'')

 

 

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