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La gestione della fauna tra suggestione e gestione

Una questione di territorio, strategie e connessioni

  • Lorenzo Vay
  • Lunedì, 2 Luglio 2018
La gestione della fauna tra suggestione e gestione

Una delle motivazioni fondanti dell’istituzione delle Aree protette è che queste debbano svolgere un ruolo di sperimentazione di modelli di gestione del territorio, eventualmente esportabili in altri contesti. La particolarità delle varie attività gestionali che si svolgono nei Parchi risiede proprio in questo principio, che consente di operare tecnicamente in modo critico e “creativo”, purché efficace. La fauna selvatica, quale componente dell’ecosistema, non fa eccezione, essendo oggetto di molteplici obiettivi e azioni pianificate che dipendono dallo status delle singole specie: a rischio di estinzione perché molto localizzate, problematiche a livello sociale, tutelate in ambito nazionale e comunitario e via dicendo. In effetti, in Europa non esistono praticamente situazioni idilliache dove la fauna possa essere unicamente oggetto di contemplazione. Questo perché l’alterazione degli habitat e le interferenze all’ambiente provocate dall’uomo a tutti i livelli impongono alle Aree protette il compito primario di conservazione di specie, comunità ed ecosistemi, nonché sviluppare metodi di intervento interdisciplinari per proteggere e ripristinare la biodiversità sfruttando gli strumenti normativi, economici e sociali a disposizione. Questi obiettivi si identificano con i principi della “biologia della conservazione”, i cui fondamenti teorici sono alla base della creazione delle Aree protette in tutto il mondo. In aggiunta, per specie che provocano danni alle attività agricole, quali il cinghiale, o esotiche, quali ad esempio la nutria, è necessario il controllo numerico al fine di ridurne il potenziale dannoso e il livello di allarme sociale che esse provocano: sulla base di specifici piani approvati vengono attuate tecniche di prelievo corrette ed efficaci che tengono conto dell’ecologia degli animali e del contesto ambientale. In ultima analisi il lavoro di costruire i modelli, predisporre gli strumenti e intervenire si applica a tutti gli ambiti di attività delle Aree protette, la cui finalità fondamentale è tutelare il valore intrinseco più grande del nostro pianeta: la sua biodiversità.

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