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I rischi che corre il "falco del grano"

Splendido animale, un tempo ampiamente diffuso in Italia, oggi l'Albanella minore ha un areale discontinuo perché il suo successo riproduttivo è a rischio. Vi spieghiamo il perchè. 

  • Paola Viviana Trovò
  • Ottobre 2022
  • Mercoledì, 12 Ottobre 2022
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Albanella minore in volo  | Foto F. Lorenzini Albanella minore in volo | Foto F. Lorenzini

L'Albanella minore (Circus pygargus) è rapace diurno che viene dall'Africa sud-sahariana per riprodursi in Europa ma, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha iniziato a subire un pesante declino. 
A marzo, quando torna in Italia dopo aver superato le linee dei bracconieri lungo le rotte di migrazione, cerca un posto dove fare il nido e allevare i suoi pulcini.

Con un volo lento e costante, planando con le ali tenute a V aperta, perlustra il terreno a bassa quota. Il sito lo cerca in pianura, nelle distese aperte di praterie e brughiere o di "oro giallo". Tutte aree ricche di prede, come topi e cavallette, e con la vegetazione alta, fin oltre anche i nostri fianchi, ideale per nascondere il nido dai predatori: condizioni all'apparenza perfette per un rapace che si riproduce a terra.
Quello che l'albanella minore però non sa è che le distese di oro giallo, ai suoi occhi un paradiso, sono in realtà campi cerali che, fino alla prima metà del '900 erano ideali per ospitare il suo nido ma oggi sono attraversati da mietitrebbie che entrano in azione velocemente e prima dell'involo dei pulcini, spesso schiacciati o falciati dai macchinari agricoli. 

L'albanella minore, conosciamola meglio

L'Albanella minore in Italia è nidificante in estate: specie migratrice a lungo raggio è presente da marzo fino a settembre. L'occupazione dei siti riproduttivi avviene tendenzialmente tra la fine di marzo e la metà di aprile. Nidifica in aree aperte, come le altre specie del genere Circus, preferenzialmente a quote non superiori i 500 m s.l.m. dove può sfruttare le termiche anche nell'attività di caccia.
La nidificazione può avvenire, nelle aree più idonee, in piccole colonie, che permettono un miglior successo riproduttivo dovuta alla maggior protezione dei nidi dai predatori (volpi, altri rapaci).

E' un volatile che, in periodo riproduttivo, preferisce territori a fisionomia steppica, con successivo adattamento al paesaggio cerealicolo estensivo. Viceversa, il congenere Falco di palude (Circus aeruginosus) nonostante nidifichi a terra, risente meno delle mietitrebbie perché è più legato alle zone umide. I siti prescelti per costruire il nido sono infatti situati fra le canne o altra vegetazione palustre e, solo a volte, tra il folto di erbe alte e nei campi di cereali.

Il suo spettro alimentario è ampio, ma le sue prede sono sempre di piccole e medie dimensioni come ortotteri, imenotteri, lucertole, ramarri, serpenti, micro-mammiferi, piccoli passeriformi, giovani di galliformi e, a volte, uova.

Cosa la minaccia

La principale causa del declino della specie è rappresentata dalle uccisioni dei nidiacei a opera delle macchine agricole durante le operazioni di trebbiatura dei cereali e delle foraggere, con perdite di anche il 100% dei nidi. Il recente atlante degli uccelli nidificanti europeo (European Breeding Bird Atlas, EBBA2) evidenzia in maniera netta che la Pianura padana è una delle aree dove avviene il maggior declino di questa specie. Inoltre l'elevata filopatria - ovvero la tendenza di alcune specie di animali migratori a tornare in un luogo particolare per nutrirsi o riprodursi - ostacola la ricolonizzazione di nuove aree, acuendo il problema.

Oltre a questo fattore principale, derivato dalla distruzione di habitat naturale e dalla sua sostituzione con ambienti surrogati di agro-ecosistemi, si sommano altri fattori limitanti e impattanti che non incidono in modo esclusivo sull'Albanella minore ma anche su altre componenti faunistiche e avifaunistiche. Tra questi, l'uso di biocidi (rodenticidi in particolare) che riducono il numero di prede disponibili e che causano intossicazioni/avvelenamenti, bocconi avvelenati, bracconaggio, presenza di linee elettriche che causano elettrocuzioni e collisioni, disturbo antropico causato da curiosi durante la nidificazione, parchi eolici in aree di alimentazione, nidificazione e transito di specie avifaunistiche.

Un nido sopravvive in un campo di grano?

"Potrebbe!", è la risposta. Ma serve l'aiuto e la collaborazione di agricoltori, istituzioni, bird-watcher.

Attualmente in Europa, e in qualche raro caso anche in Italia, vengono attuate azioni utili a evitare la distruzione delle covate in aree coltivate. In genere il successo avviene grazie ad agricoltori attenti e collaborativi.
Il primo passo è individuare i nidi e il secondo fare delle zone di protezione (indicativamente di 25 x 25 metri) intorno al nido con recinzioni temporanee.

Ridurre l'impatto della mietitura sul successo riproduttivo e ridurre o azzerare l'uso di fitofarmaci sono attualmente le misure necessarie per la conservazione dell'Albanella minore, così come l'adozione di modalità di coltivazione agro-ambientali, con il mantenimento di fasce perimetrali con vegetazione erbacea naturale. Altre azioni utili a beneficio di tutta la fauna e della vegetazione, sono la ricostruzione di habitat naturali aperti e l'intervento su tutti i fattori di minaccia.

Accordi fra agricoltori e istituzioni sono utili per attuare un monitoraggio tempestivo dei nidi dell'Albanella minore, con l'aiuto di appassionati bird-watcher. Affinché il volo planato delle Albanelle minori possa, in modo diffuso, tornare a fare compagnia a chi vive la campagna serve la collaborazione di tutte le persone che vivono e amano il territorio. E anche per queste ragioni, la conservazione delle Albanelle minori passa attraverso una corretta ed efficace comunicazione e sensibilizzazione.

La situazione in Italia

In Piemonte, il testo Uccelli nidificanti in Piemonte e Valle d'Aosta. Aggiornamento della distribuzione di 120 specie di Aimassi e Reteuna, riporta una stima di Boano e Pulcher del 2003 di 10-30 coppie nidificanti. Tuttavia, nei Resoconti Ornitologici Annuali del GPSO relativi agli anni dal 2000 al 2015, i bollettini finora disponibili on-line, si accenna a sole due nidificazioni: una nel 2000 e l'altra nel 2014.
Questi dati disponibili dimostrano da una parte, una situazione drammatica e, dall'altra, l'assenza di un monitoraggio a tappeto, programmato e coordinato.

Stato giuridico e grado di minaccia

Livello nazionale

- Legge 11 febbraio 1992 n. 157, art. 2: specie particolarmente protetta.

- Lista Rossa 2013 IUCN dei Vertebrati Italiani: Vulnerabile (VU);

Livello comunitario e internazionale

- Direttiva 2009/147/CE: Allegato I- specie che richiede misure speciali di conservazione;

- Convenzione di Berna del 19 settembre 1979: Allegato III - specie protetta;

- Convenzione di Bonn 23 giugno 1979: Allegato II - specie in cattivo stato di conservazione. 


Albanella minore | Foto F. Lorenzini
Albanella minore | Foto F. Lorenzini
Albanella minore | Foto F. Lorenzini
Albanella minore | Foto F. Lorenzini

 

Per saperne di più

https://www.lifegranatha.eu/ 

https://www.newtuscia.it/2020/08/07/lipu-viterbo-le-albanelle-ringraziano/ 

https://www.facebook.com/Progetto-Ricerca-e-Conservazione-dellAlbanella-minore-106812371443717/ 

https://www.komitee.de/it/campagne/germania/progetto-albanella-minore/ 

http://www.uccellidaproteggere.it/ 

http://www.iucn.it 

 

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