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Mors tua vita mea, il crudele mondo dei parassiti

Entriamo nell'affascinante e crudele mondo dei parassiti, animali che hanno elaborato strategie di sopravvivenza particolarmente efficaci, anche se a discapito di altri esseri viventi.

  • Federico Crovetto
  • Marzo 2022
  • Giovedì, 7 Aprile 2022
Podagrion sp.- Foto F. Crovetto Podagrion sp.- Foto F. Crovetto

Sono molti i parassiti a questo mondo, basti pensare a quelli che meglio conosciamo come pulci, zecche e pidocchi, anche se ne esistono di dimensioni nettamente inferiori e decisamente più pericolosi. Non sempre però un animale parassita è una bestia orripilante, basti pensare al cuculo (Cuculus canorus), il quale depone le sue uova nel nido di altre specie di uccelli, in modo tale che siano altri genitori ad assolvere il gravoso compito di sfamarli e crescerli, a discapito dei propri piccoli.
Almeno la metà delle specie viventi sulla terra sono parassiti di qualche tipo.

Essi si possono dividere in due tipologie: gli endoparassiti, che vivono all'interno dell'ospite, e gli ectoparassiti, quelli che vivono all'esterno, come ad esempio la pulce, che vive fra i peli di molti animali.

Un caso particolare di parassitismo presente nel mondo animale ha come oggetto le ooteche (involucri contenenti le uova) create dalla mantide religiosa italiana (Mantis religiosa), le quali vengono attaccate da dei piccoli imenotteri, i Torymidae, un tipo di piccola vespa dai colori metallici. Questa famiglia è composta da circa 100 specie sparse per il mondo. La maggior parte di esse è specializzata nel parassitare altre tipologie di vespe le quali, per compiere il loro ciclo vitale, realizzano delle "galle" sulle piante che hanno la funzione di custodire le loro uova. Per similitudine il genere Podagrion sp., il cui esponente più studiato è sicuramente Podagrion mantis, si è evoluto nel deporre le uova all'interno delle ooteche di mantide.

Questo piccolo insetto presenta una colorazione dai riflessi verdi-blu sul torace e marroncina sull'addome, è lungo sui 3-4 mm ed ha delle zampe posteriori molto forti e dotate di numerose spine, usate per uno scopo ben preciso. Servono per ancorarsi alle ali delle mantidi adulte femmine, in modo da farsi trasportare fino al luogo dove esse deporranno le uova. Questi femori posteriori rigonfi sono il tratto distintivo caratteristico che permette di riconoscerli da tutti gli altri Torymidae.

Una volta che la mantide ha creato l'ooteca, questa viene subito parassitata dalla femmina di Podagrion sp. che, tramite l'ovopositore, un lungo aculeo presente sulla punta dell'addome, depone le proprie uova all'interno, prima che l'ooteca si solidifichi. Una volta schiuse, le larve di questa creatura famelica divoreranno le uova di mantide, una a testa. Nella maggior parte dei casi però qualche piccola mantide riesce comunque a salvarsi, cosicchè insieme alle giovani vespe, già formate, se tutto va bene usciranno dal nido anche alcune giovani mantidi.

 

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