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Il rospo bello come uno smeraldo

In Piemonte, il rospo smeraldino ha trovato luoghi ospitali tanto che le segnalazioni sono sempre più numerose. Per questa ragione, ci potremmo trovare nella condizione di scorgere questo ospite nei nostri orti e giardini: che fare, dunque? Ecco qualche consiglio, ricordando che si tratta di una specie protetta sebbene non considerata a rischio di estinzione. 

  • Daniele Castellino
  • marzo 2022
  • Mercoledì, 4 Maggio 2022
Esemplare di Rospo smeraldino | Foto D. Castellino Esemplare di Rospo smeraldino | Foto D. Castellino

 

In una ipotetica graduatoria delle simpatie umane per gli animali, i rospi non si trovano sicuramente ai primi posti. Se in fondo i girini incuriosiscono con la loro motilità (e per il fatto che stanno in acqua, in ambienti dove di solito noi non entriamo direttamente) e le rane ci risultano spesso "carine", gli adulti dei rospi, nell'immaginario collettivo, sono 'temuti' a livello dei pipistrelli e dei serpenti. Per quanto siano elusivi, si muovano soprattutto di notte, rifuggano la luce diretta del sole e si nascondano sotto le foglie, quando li incontriamo la maggior parte di noi prova un certo ribrezzo per il diverso e l'inconsueto. Rospo, infatti,  è un epiteto spregiativo, spesso un insulto. A questo animale Victor Hugo intitolò una poesia (Le crapeau in "Les Contemplations", 1856) cruda, efficace e un tempo anche abbastanza famosa.

Bello come uno smeraldo

Il Rospo smeraldino (Bufo Balearicus – va detto che la classificazione delle specie o sottospecie del genere Bufo è tuttora in evoluzione) è di dimensioni minori (7-10 cm di lunghezza) rispetto al rospo comune (Bufo Bufo) e si distingue soprattutto per una bella livrea chiara, quasi bianca con macchie verdi (da cui il nome). Sicuramente ha un aspetto più gentile rispetto al cugino e, probabilmente, spesso viene frettolosamente confuso con le rane.

Da buon rospo si nutre di insetti, larve e lombrichi. E' diffuso in gran parte dell'Italia e in Piemonte il suo areale è in espansione. Si adatta bene ai climi caldi e questa potrebbe essere una delle ragioni del suo attuale successo nell'alta Pianura Padana, dove, come ovunque, le temperature sono in considerevole aumento. E' un animale che frequenta e abita, come il suo congenere rospo comune, anche i nostri giardini e orti per quanto abbia bisogno, per la riproduzione, di pozze o corsi d'acqua.

Attenti al rospo!

Come tutti i rospi quando l'animale è disturbato e impaurito produce, da ghiandole sottopelle, una sostanza tossica (chiamata in gergo "veleno") secreta a scopo difensivo (contro la predazione). Tale essudato è irritante per le mucose (occhi, bocca...) ed è tossico se ingerito. Quindi per gli umani si possono escludere problemi. Anche se si maneggiasse un rospo a mani nude per spostarlo (e facendo attenzione a non danneggiarlo) basterebbe lavarsi le mani ed evitare di toccarsi occhi e bocca prima di averlo fatto. Non penso che nessun essere umano abbia intenzione di leccare o mangiare un rospo: gli animali domestici, soprattutto i cani e più raramente i gatti, possono invee essere meno prudenti, ma si tratta di casi piuttosto rari. Cani di piccola taglia potrebbero anche mostrare sintomi preoccupanti, se si ostinassero a prendere in bocca o a leccare i rospi. Di solito il gusto repellente del secreto è un deterrente sufficiente e istruttivo per il futuro.

In Piemonte, dove le segnalazioni sono sempre più numerose, il rospo smeraldino ha anche trovato luoghi ospitali. Nel Torinese, a Grugliasco negli anni passati è stato realizzato un sito di protezione e riproduzione, presso il Parco San Sebastiano (via Scoffone), l'Oasi del Rospo smeraldino.

Pur non essendo considerata a rischio di estinzione è una specie protetta e compare negli elenchi della Convenzione di Berna e della Direttiva Habitat (92/43/CEE). La progressiva modificazione in corso da decenni dell'ambiente agrario, con l'eliminazione delle alberate e delle siepi (e di conseguenza dell'ombra), l'accorpamento degli appezzamenti, il drenaggio sempre più profondo delle falde acquifere e la contemporanea modificazione del clima, più caldo e più secco, non sono certamente favorevoli alla vita degli anfibi e anche delle altre specie animali. Tuttavia il rospo smeraldino compare oggi in aree nuove, come per esempio nella pianura pinerolese.

Un abitante dei nostri giardini

Per una serie di ragioni, ci potremmo trovare nella condizione di dover accogliere questi ospiti nei nostri orti e giardini. Se laciamo lasciare a terra qualche cumulo di foglie, potrà divenire un loro rifugio per il periodo invernale, verificando che le recinzioni non siano troppo ermetiche ma abbiano qualche piccolo varco che permetta gli spostamenti (magari anche per i porcospini, mentre i topi non si fermano certamente con le reti di recinzione) importanti soprattutto nella primavera per raggiungere rii e pozze d'acqua per la riproduzione. In cambio della nostra 'ospitalità, provvederanno a contenere le popolazioni di insetti, anche quelli nocivi per le piante a cui teniamo.

E se ce ne trovassimo uno in casa? Nessun problema: sarebbe solo un inatteso diversivo per qualche osservazione interessante. Nella nostra casa è successo più volte e, spesso, gatti e cani li ignorano tranquillamente.
Basterà rimetterlo in giardino dove sparirà silenziosamente dalla nostra vista per ricomparire a sorpresa, lui o un altro, quando meno ce lo aspetteremo.

 

 

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