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Biancone, il rapace immacolato che dipende dai rettili

E' un rapace di grandi dimensioni, leggermente più piccolo dell'aquila, migratore dall'Africa subsahariana (dove sverna) e nidificante stabilmente nelle Alpi sud-occidentali. Il colore del petto e dell'addome è prevalentemente bianco e questo aspetto immacolato lo rende particolarmente elegante. Una sua caratteristica è quella di compiere in fase di caccia il cosiddetto spettacolare 'spirito santo', ovvero il volo statico, sul posto per intercettare e focalizzare la preda. Il biancone si nutre esclusivamente di rettili e questo lo rende 'vulnerabile' secondo la lista rossa Iucn per la riduzione di habitat e le uccisioni illegali

  • Testo e foto di Franco Borgogno
  • Ottobre 2021
  • Mercoledì, 27 Ottobre 2021
Biancone in volo - Foto F. Borgogno Biancone in volo - Foto F. Borgogno

Il biancone è un rapace particolarmente bello ed elegante: grande poco meno di un'aquila, con un'apertura alare fino a circa un metro e 80 centimetri, osservandolo dal basso mentre vola sopra le nostre teste ci appare bianco, luminoso. Il contrasto con il cielo azzurro durante le giornate estive è affascinante e meraviglioso. Le uniche macchie di colore sono sulle estremità delle ali primarie (marrone scuro), tre bande marroni su secondarie e terziarie, tre barre scure che si alternano sulla parte inferiore della coda corta e squadrata. Petto e addome bianchi sono appena segnati da macchie scure che possono essere più o meno evidenti in base all'età del soggetto: più chiari i giovani nei primi due anni di vita. Nella parte dorsale, invece, la colorazione è scura, marrone-grigia, piuttosto uniforme. Testa e collo sono tozzi e il capo appare particolarmente grosso rispetto alla figura dell'animale, dimensione evidente soprattutto quando il biancone è posato su un ramo o una roccia.

Arrivano in Europa a marzo

Questi rapaci diurni sono migratori e giungono in Europa nel mese di marzo; solo gli individui più giovani e ancora non maturi dal punto di vita riproduttivo possono giungere da noi anche a maggio, perché non dovranno spendere tempo per il corteggiamento, la costruzione del nido ecc...

In Italia si stimano meno di 500 coppie e i nuclei principali sono localizzati sulle Alpi Occidentali, soprattutto meridionali ma anche fino alla Valle d'Aosta, e nella Maremma tosco-laziale. Ma il biancone è presente anche in Basilicata e Sicilia.

I bianconi nidificano principalmente sulla cima di alti alberi, in particolare di conifere sulle nostre montagne, da cui possono rapidamente alzarsi in volo e che sono facilmente accessibili.

Appena arrivati, dopo la migrazione dall'Africa, gli individui maturi (almeno 3-4 anni) animano l'inizio della primavera con il cerimoniale di corteggiamento: voli ampi e molte espressioni 'vocali', con il maschio che offre serpenti alla femmina; essa sceglierà anche l'albero più adatto per la successiva nidificazione, diverso dalle annate precedenti. La covata è unica e con un solo uovo deposto tra aprile e fine primavera. La cova, di pertinenza quasi esclusivamente femminile, dura circa 45 giorni. Il pulcino resta nel nido un paio di mesi: inizialmente nutrito dalla madre che lo imbecca spezzettando la preda, successivamente nutrendosi da solo con il serpente lasciato nel nido dagli adulti. Quando si avvicina il momento dell'involo, il giovanissimo biancone esegue alcune prove verso i rami circostanti il nido per poi partire.

Serpenti, che bontà!

Il biancone è chiamato anche aquila dei serpenti il che ci dice tutto sulla sua dieta, fatta quasi totalmente (si stima il 90 per cento) di serpenti, soprattutto biacchi. Un piccolo può mangiare anche 2-3 serpenti al giorno. Occasionalmente si nutre anche di grosse lucertole e ramarri, qualche volta di rane e piccoli mammiferi, come lo scoiattolo o il ghiro, e piccoli uccelli.

Ovviamente, una specializzazione così elevata condiziona fortemente la scelta dell'habitat e i tempi della migrazione, anche in relazione alle dinamiche climatiche in corso e alla presenza dell'uomo in montagna. La crescita o il declino di frequentazione in talune aree sono un importante indicatore di 'salubrità' e completezza ecologica dei territori: essendo al vertice della catena alimentare, la sua presenza è un segnale chiaro di efficienza dell'intero sistema.

Il biancone trova il suo ambiente ideale in aree aperte, anche aride, con un paesaggio vario, fatto di rocce, arbusti, pascoli e prati: gli ambienti in cui si trovano gli animali di cui si nutre. Ma ha anche bisogno di boschi, dove nidificare.

Un elemento tipico del volo del biancone, che ci permette di individuarlo con certezza, è il cosiddetto spirito santo: lo stallo in volo, con battute alari ad "otto", che ha in comune con il gheppio (molto più piccolo) e che gli permettono di individuare a terra la preda su cui si tufferà poi con una spettacolare picchiata anche da 50 metri di altezza.

In determinate condizioni, ad esempio in assenza di vento, può cacciare anche appostato su alberi o rocce.

Una specie vulnerabile in Italia ed Europa

In Italia, secondo la lista IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), è considerato "specie vulnerabile" e "rara" in Europa. Il numero di individui maturi nel nostro Paese è soltanto di circa mille unità. I fattori di rischio sono rappresentati innanzi tutto dalla perdita di zone adatte alla caccia, con importante diminuzione dei prati e pascoli e la conseguente drastica riduzione delle zone aperte: questa tendenza mette a rischio le future nidificazioni. Inoltre, la caccia illegale – soprattutto durante la migrazione - e l'utilizzo di bocconi avvelenati contribuisce alla minaccia per la specie.

Con i primi freddi il ritorno verso l'Africa

I bianconi si rimettono in volo verso l'Africa subsahariana dopo la metà di agosto e il loro passaggio – attraverso i principali corridoi di migrazione dell'Italia occidentale, in particolare la Valle Stura e Liguria – prosegue fino a ottobre. Il periodo di rientro in Africa dipende dalla disponibilità di cibo: i rettili con i primi freddi vanno in ibernazione, quello che chiamiamo comunemente letargo, e quindi non sono più disponibili fino alla primavera successiva. i soggetti provenienti dalla Polonia, ad esempio, migreranno per primi, mentre quelli provenienti dalla Basilicata o Sicilia partiranno per ultimi. Esistono anche alcune popolazioni stanziali: in India e in alcune piccole aree del sud della Sicilia.

L'età dei soggetti condiziona anche i tempi della migrazione. I giovani, che devono affrontare il loro primo epico viaggio, attendono di essere realmente pronti per questo sforzo. I soggetti più maturi, tendono a partire prima per conquistare le aree più ricche e preziose nelle terre di destinazione, puntando gli habitat più ricchi di cibo.

 

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