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Mantidi, armi letali

Un nome evocativo che sa di mistero e di leggenda sia per il suo aspetto alieno che per il suo cannibalismo in amore

  • Federico Crovetto*
  • Settembre 2021
  • Lunedì, 17 Gennaio 2022
Ameles decolor - Foto F. Crovetto Ameles decolor - Foto F. Crovetto

Con più di 2.000 specie racchiuse in quasi 450 generi le mantidi sono, a parer mio, tra gli insetti più affascinanti.
L'appellativo religiose è dovuto all'abitudine di questi animali di tenere il primo paio di zampe l'una vicina all'altra, proprio come se stessero pregando.
In realtà questa loro consuetudine è dovuta alla peculiarità di questo paio di zampe. Chiamate zampe raptatorie, hanno l'importante funzione di catturare le loro prede, e per fare questo il femore e la tibia, muniti di dentelli, vengono usati come una pinza, opponendoli una all'altro. Così facendo si crea una presa micidiale, lasciando senza scampo la loro vittima.
Le altre due paia di zampe, invece, sono lunghe e snelle.
Nella maggior parte dei casi le mantidi sono predatori da agguato, cioè stanno immobili in attesa di una preda; l'ottima vista e l'ampia escursione della testa permettono loro di controllare tutto l'ambiente circostante. Alcune specie sono addirittura in grado di ruotare la testa di quasi 180°.
In Italia sono presenti tredici specie distinte, alcune di esse molto particolari, somiglianti ad alieni di un classico film hollywoodiano, come la specie Empusa pennata.
Munita di un corno sulla testa, questa specie di mantide presenta una colorazione bruno-rossastra in fase giovanile e verdastra da adulto; è estremamente mimetica e meno diffusa della classica Mantis religiosa. Quest'ultima è la specie più grande in Italia, potendo raggiungere gli otto centimetri. Comune è il comportamento "terrifico", cioè un sistema difensivo che serve a scoraggiare gli eventuali predatori. Per apparire più grande, infatti, si erge sulle zampe posteriori, allarga le zampe raptatorie e distende le ali.
Un'altra specie molto comune sul territorio italiano è l'Ameles spallanzania: comunemente nota come mantide nana europea e di piccole dimensioni, è in grado di fare piccoli balzi grazie alle sue zampe posteriori dotate di grossi femori simili a quelli delle cavallette.

Le mantidi spesso vengono associate ad un particolare rituale di accoppiamento, in cui il maschio, dopo aver adempiuto al suo dovere, viene decapitato e mangiato. Questo non succede in tutte le specie e, se succede, avviene di solito in un ordine diverso. In molti casi, infatti, la femmina decapita il maschio all'inizio dell'atto riproduttivo, questo perché fa aumentare la "prestazione" del maschio, incrementando così il successo riproduttivo. Secondo altri studi invece, le probabilità che un maschio venga divorato dalla femmina dipendono dalla qualità della dieta di quest'ultima.

*Naturalist and Wildlife Photographer

sito internet: www.federicocrovetto.it
pagina Instagram: @federico.crovetto
pagina Facebook: Federico Crovetto Naturalist and Wildlife Photographer

Sullo stesso argomento:

L'abbraccio mortale della mantide (da Piemonte Parchi del 25 maggio 2020)

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