"La nostra visione è quella di un mondo ricco di biodiversità, dove la gente e la natura possano vivere in armonia in modo equo e sostenibile".
Non è un parco, e neanche un SIC, ma in cima alla boscosa collina gli animali sono di casa.
Mentre siamo comodamente seduti all'interno del casotto del Centro visite ecco un verdone che saltella sull'albero di fronte, mentre dall'altro lato un nutrito gruppo di peppole fa colazione nella mangiatoia artificiale appositamente predisposta. E ancora, cardellini, capinere e tanti altri uccelli. Il sentiero naturalistico ci porta poi a visitare le gabbie dove sono custoditi gli uccelli in convalescenza e in attesa di essere liberati, e quelli che purtroppo non sono più adatti alla vita selvatica perché troppo confidenti con l'uomo, menomati o pericolosamente alieni (nel senso che non appartengono alla fauna autoctona e non possono essere reintrodotti nell'ambiente). Ecco allora gheppi, allocchi, poiane, un'aquila (nord-africana), e ci sono anche una gallina che forse si crede un colombo, un recinto per i piccoli mammiferi e un paio di caprioli che guardinghi osservano incuriositi i visitatori.
Il piccolo stagno con le tife e un tripudio di ranocchi, tra cui la rana di lataste che nelle notti estive riempie la collina del suo gracidare.
Tigliole, il cui nome significa "tiglio", è un comune dell'interland astigiano situato a ovest della città, non lontano da San Damiano e dalle valle del Triversa. Maggior gloria del paese è la chiesetta romanica dell'XI secolo che si trova isolata a est, ma per i naturalisti c'è soprattutto il Centro recupero fauna selvatica a case Doglioni, gestito dalla Lipu. Su una superficie complessiva di cinque ettari, un tempo vigneti e oggi prati o boschi, sono collocate una decina di voliere, i laboratori e i servizi. I terreni di proprietà di Guido Giovara sono concessi alla Lipu in regime di comodato d'uso gratuito per 10 anni.
A mandare avanti "la casa di cura" ci sono anche Angelo Rossi, consigliere nazionale Lipu, il delegato provinciale Domenico Marinetto e il veterinario Alessandro Viale, che con l'ausilio dei volontari si prendono cura degli animali feriti che arrivano da tutta la provincia.
Il CRFS è una struttura "ospedaliera" realizzata allo scopo di recuperare, curare e reintrodurre in natura esemplari di animali selvatici trovati feriti, malati o debilitati per cause diverse. Attualmente i recuperi effettuati sono circa 400 all'anno. Il 35%-40% degli uccelli curati sono rapaci diurni e notturni, specie protette fondamentali per la conservazione dell'equilibrio biologico. Le cause che determinano l'inabilità sono principalmente eventi traumatici causati dal traffico veicolare, dai cavi elettrici, dalle vetrate ma anche da atti di bracconaggio o di caccia abusiva. Ci sono poi gli immaturi, pulli (i pulcini) orfani o abbandonati dai genitori, o erroneamente ritenuti tali da chi li ha trovati sul territorio.
A fine luglio la liberazione degli uccelli che hanno terminato la riabilitazione è un appuntamento di festa che richiama ogni anno alcune centinaia di persone. Il Centro gestisce anche una serie di attività collaterali e si è fatto promotore di alcuni interessanti progetti.
Particolarmente rilevanti sono gli inanellamenti effettuati in collaborazione con INFS. Inanellare significa catturare gli uccelli selvatici, identificarli, applicare a una zampa un anello metallico e subito dopo rilasciarli. Per catturare gli uccelli si utilizzano diversi metodi, tutti ovviamente innocui per gli animali, e principalmente apposite reti.
La particolare morbidezza dei materiali con cui sono fabbricate garantisce che gli uccelli non ne abbiano danno. Le reti quando sono aperte sono controllate con cadenza oraria. Gli uccelli catturati, liberati dalla rete, vengono posti in sacchetti di cotone, che limitano i traumi da trasporto e anche lo stress da cattura. Misurati, pesati e determinata la specie, gli uccelli vengono dotati dell'anello di riconoscimento con inciso un codice alfa-numerico e quindi immediatamente liberati. L'inanellamento sistematico di migliaia di uccelli (annualmente 2500 solo a Tigliole) ha permesso negli ultimi decenni di tracciare le principali rotte migratorie di quasi tutte le specie europee e di individuare la rete di aree protette che garantisca la conservazione di questi animali e quindi della bio-diversità. La cattura e la successiva ricattura dei soggetti inanellati hanno permesso anche lo sviluppo delle conoscenze relative alla fisiologia, all'ecologia e all'etologia degli uccelli. L'attività di educazione ambientale si rivolge prevalentemente alle scolaresche; nel territorio del centro di recupero è stata realizzata un'aula didattica all'aperto dotata delle più moderne tecnologie, oltre a percorsi didattici con capanni e bacheche esplicative. E ancora, si controllano le popolazioni di colombi, si vigila contro il bracconaggio, si studiano le eventuali patologie degli animali ricoverati, si promuove la diffusione dei nidi artificiali non solo per gli uccelli ma anche per i pipistrelli. Tra i progetti che il Centro e la Lipu propugnano c'è l'istituzione di una zona di rispetto venatorio in cui l'unico vincolo richiesto è il divieto di caccia.
Info
Il CRFS è visitabile solo su prenotazione telefonando al n. 347 2425611 da marzo a settembre, il sabato pomeriggio dalle 15 alle 18.
Per contattare la LIPU di Asti
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www.lipuat.com
Il mestiere dell'inanellatore
L'attività di inanellatore in Italia può essere effettuata esclusivamente da persone in possesso di un apposito patentino rilasciato dall'ISPRA (Istituto Superiore Per Ricerca Ambientale) e dell'autorizzazione delle singole regioni a operare sul proprio territorio. L'acquisizione del patentino avviene al superamento di un esame inerente il riconoscimento delle specie e la componente teorica relativa al rilievo e alla gestione dei dati per la corretta gestione pratica di tutte le operazioni di inanellamento. Il patentino prevede tre diversi livelli di specializzazione in relazione alle specie che ogni inanellatore può inanellare. Gli inanellatori in Italia sono per lo più non professionisti (spesso ex-cacciatori) che svolgono questa attività nel loro tempo libero spinti dalla passione per l'ornitologia.