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Tanatosi, ovvero morire per vivere

In natura la lotta per la sopravvivenza impone l'adozione di trucchi e strategie per prevalere sugli avversari. Alcuni animali, per scampare all'uccisione o per predare d'assalto, fingono di essere morti: è la tanatosi, dal greco θάνατος (morte)

  • Alessandra Fassio
  • Aprile 2021
  • Martedì, 20 Aprile 2021
Martin pescatore in tanatosi  - Foto Juza photo Martin pescatore in tanatosi - Foto Juza photo

Il fingersi morti è tipico sia dei vertebrati che degli invertebrati, quando la loro vita è minacciata o quando non hanno più scampo. Questo fenomeno si chiama tanatosi e consiste nel "recitare" in maniera molto convincente la propria morte. La tanatosi si è evoluta perché molti predatori cacciano solo animali vivi ed è un comportamento animale molto intelligente e di difesa estrema che comporta l'irrigidimento totale del corpo in seguito ad una situazione di pericolo, al fine di simulare uno stato di morte sia nell'aspetto che nella posizione.

Quando un animale si trova di fronte ad un predatore che gli impedisce ogni altra via di fuga mette in atto questo tipo di strategia. Con questo atteggiamento la preda scoraggia il predatore: molti animali - infatti - non mangiano cadaveri, la cui carne potrebbe essere in putrefazione, risultando tossica. Il predatore quindi, si allontana e così la preda scappa velocemente al sicuro.

Alcuni si immobilizzano per diversi minuti, altri simulano proprio le fasi della morte mettendosi sdraiati a pancia in su oppure riversi su un lato, con gli occhi chiusi e la lingua a penzoloni. Altri ancora scoraggiano i potenziali assalitori rilasciando liquidi maleodoranti come quelli di carcasse in decomposizione e lasciano cadere sangue dalla bocca. Gli animali che si avvicinano per predarli si allontanano immediatamente, dubbiosi sulla bontà della carne che potrebbe essere infetta e la preda in questo modo vince la sua battaglia per la sopravvivenza.

Fingersi morti per vivere

Farsi credere morti è molto comodo: se ne sono accorti da un pezzo gli animali che ricorrono all'antico stratagemma quando si sentono minacciati e non hanno altro modo per poter salvare la pelle. Si tratta di una mossa provocata dal semplice istinto di sopravvivenza! Quando un rospo viene inseguito da un predatore, appena è raggiunto si rizza sulle zampe e rimane immobile per qualche secondo. Questa pausa è determinante. Se in quella frazione di secondo la vittima attua il trucco della morte, è salva. Ma se si lascia sfuggire il benchè minimo movimento, la sua sorte è segnata.

Un mammifero che in caso di necessità adotta la stessa strategia è l'opossum (Didelphis virginiana), che si dà per morto quando non vede via di scampo. Questo marsupiale nordamericano si sdraia a terra stendendo le sue zampe verso l'alto ed è come se fosse in uno stato comatoso. Rimane in questa posizione addirittura per alcune ore, a bocca e occhi spalancati e lingua penzoloni, emettendo un liquido verde e maleodorante dall'ano. In questo modo il predatore che si avvicina per aggredirlo resta disorientato. Come lui si comportano molti altri animali, che sfruttano  l'intolleranza dei predatori per la rigidità cadaverica o presunta tale.

Particolarmente impressionante è il caso del rospo africano (Bufo superciliaris) che non si accontenta di cadere stecchito al suolo, ma si stende supino sul dorso e congiunge le zampe sul petto! Analogo comportamento è stato documentato anche in alcune specie europee, come per esempio la Rana dalmatina camera-2112207 960 720.

Anche la biscia dal collare (Natrix natrixcamera-2112207 960 720 è nota per utilizzare la tanatosi come arma di difesa. Se disturbata, si distende con il ventre verso l'alto, apre la bocca e fa fuoriuscire dalla cloaca un liquido maleodorante che simula l'odore di un cadavere. 

Per qualsiasi predatore il banchetto non appare assolutamente invitante! La biscia riesce inoltre ad emettere sangue dalla bocca (autoemorrea), per rafforzare la finzione. Tra gli uccelli il martin pescatore (Alcedo atthis) quando è impaurito tende i propri muscoli fino quasi allo spasmo, tanto da sembrare morto da tempo.

Le volpi, non solo furbe ma anche attrici.

Non è detto, però, che la finzione della morte sia sempre messa in atto dagli animali per motivi di sopravvivenza, cioè per eludere l'inseguimento dei predatori. Secondo alcuni studi questa finzione sarebbe un'espediente adottato dai predatori per ingannare le loro vittime. In questo caso è dunque  l'animale aggressore a trarne vantaggio a scapito della preda e tra gli elenchi degli "attori tragici" non poteva certo mancare la volpe (Vulpes vulpes).

Le volpi, da sempre considerate animali astuti, adottano questa tecnica per riuscire ad attirare uccelli opportunisti o necrofagi, come corvi e cornacchie. Restano immobili mettendo la lingua di fuori e sperano che questa loro posizione attiri la curiosità di altri animali i quali avvicinandosi, perchè attirati dalla situazione "apparentemente" facile, vengono invece assaliti dalle volpi.
Le stesse con un balzo fulmineo hanno la meglio sui corvi o altre prede che credendole morte restano invece come scioccati e vengono assaliti camera-2112207 960 720.

Un comportamento simile è quello dei pesci ciclidi tipici di alcuni laghi africani. Il pesce giace su un fianco sul fondo sabbioso e con la sua lucentezza madreperlacea dà l'idea di un corpo in decomposizione. Altri pesci ed organismi saprofagi (che si nutrono di sostanza organica in decomposizione) accorrono attirati da quella falsa carcassa ma non appena si avvicinano il pesce con uno scatto apre la bocca e ne fa un sol boccone!

Tutti questi sono solo alcuni dei moltissimi esempi della tanatosi tra gli animali, ma sufficienti a dimostrare che spesso il miglior modo per sopravvivere è proprio quello di convincere gli altri che siamo già morti...

Credits delle foto di questo articolo: Biscia in tanatosi - Wikipedia; Rana - Forum Natura Mediterraneo; Volpe - Pixabay

 

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