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Una paziente davvero "regale"

La cronaca del ritrovamento di un'aquila ferita, lo scorso febbraio a Valsavarenche, è l'occasione per scoprire abitudini e curiosità della regina degli uccelli

  • Alessandra Fassio
  • Marzo 2021
  • Domenica, 21 Marzo 2021
Aquila reale  - Foto Pixabay Aquila reale - Foto Pixabay

Valsavarenche, mercoledì 10 febbraio, un giorno di servizio come tanti altri. Stefano Cerise, Ispettore del Corpo di Sorveglianza e Stefano Borney, Caposervizio del Parco Nazionale del Gran Paradiso ricevono una telefonata da un ragazzo che, a pochi chilometri di distanza, segnala la presenza di un grosso uccello in difficoltà. Si sta facendo buio e c'è ancora la neve, i due soccorritori salgono attraverso il bosco fitto su un terreno non semplice da percorrere. Quando raggiungono il volatile scoprono che si tratta di un'aquila reale a terra, ferita e tutta bagnata, in una zona molto boscata in località Bois de Clin. L'animale nel frattempo ha iniziato a svolazzare, cercando di eludere la loro cattura. Dopo molte difficoltà, anche per evitare che l'uccello si ferisca ulteriormente, i due guardiaparco riescono a bloccarle becco e artigli e nel frattempo chiamano i rinforzi per avere un trasportino. L'aquila trema dalla paura nonostante le siano stati coperti gli occhi, perché ha un grosso buco a livello toracico.

L'aquila camera-2112207 960 720 * viene trasportata alla Casa di Cura Veterinaria Mont Emilius, una struttura convenzionata con la Regione Autonoma Valle d'Aosta per questo genere di interventi, dove viene operata il giorno successivo dal veterinario Michel Mottini camera-2112207 960 720 **che le ricuce la ferita dopo averla sottoposta ad esami di accertamento.

Un nido all'origine dello scontro? 

Un nido arroccato su una parete rocciosa, oppure nascosto su un'alta conifera in una vasta foresta, o posto sulla cima di un grande albero sempreverde in una zona adatta al pascolo del bestiame: sono queste le principali tipologie di rifugio costruite dalle aquile reali. Probabilmente un nido di questo tipo è stato la causa dell'attacco da parte di un'altra aquila, che ha portato al ferimento del rapace poi salvato. L'aquila, infatti, essendo un animale molto territoriale si scontra con i suoi simili per nidificare o per difendere la propria postazione. A marzo le femmine depongono le uova e questo comporta una forte aggressività intraspecifica, anche perchè si tratta di un animale che non ha altri antagonisti sul territorio se non - raramente - il gipeto.

Il nido viene già costruito a fine ottobre ed è formato da un grande ammasso di rami imbottito di materiali morbidi come foglie, lana ed erba, arriva a sfiorare un metro di spessore e due metri di diametro e può essere usato anche negli anni successivi.

Le aquile sono monogame e le coppie di solito dispongono di più nidi. La femmina, di norma depone 1-2 uova tra fine febbraio e aprile, che cova quasi esclusivamente da sola per 40-45 giorni, anche se il maschio le dà di tanto in tanto il cambio. La madre poi si occuperà di nutrire i nidiacei, di riscaldarli e di ripararli dalle intemperie, nonché di pulire il nido, finchè s'involeranno, dopo 2-3- mesi.

Un territorio frequentato da aquile reali è di solito caratterizzato da un sito di nidificazione e da spazi ben precisi per la caccia, situati di norma in posizione periferica rispetto al settore con i nidi. Questi ultimi sono collocati al di sotto dei territori di caccia estivi, per agevolare il trasporto di pesanti prede portate come nutrimento ai giovani. I nidi non sono situati in prossimità delle vette, come vorrebbe la tradizione popolare, ma intorno ai 1700–2200 metri. Altitudini record di 2500–2700 metri, segnalate in passato in Valle d'Aosta, sono probabilmente conseguenti a ripetute persecuzioni ai danni di nidi situati in località più accessibili. Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è tra le aree protette d'Italia con la più alta densità di coppie di aquila reale nidificanti: risultano censite 27 coppie, distribuite tra tutte le valli, e 141 nidi utilizzati dalle stesse grazie al monitoraggio effettuato dai guardiaparco insieme al Servizio Biodiversità e Ricerca Scientifica.

Come sta l'aquila ferita? 

L'animale, dopo le indagini cliniche che hanno fortunatamente escluso fratture alle ali camera-2112207 960 720 **, ha subito un'operazione delicata ma ora è in buone condizioni di salute: si nutre voracemente e verrà portata al C.R.A.S., il Centro per la cura e la riabilitazione degli animali selvatici di Aosta. Tra gli esami a cui l'aquila è stata sottoposta c'è stato anche quello per verificare se sia affetta da saturnismo. Tale disturbo è un'intossicazione cronica prodotta dal piombo e dai suoi derivati che può provocare anemia, coliche addominali, talvolta disturbi nervosi ed è una delle principali cause di morte in questa specie.

l C.R.A.S., oltre a occuparsi della cura di varie specie di fauna selvatica alpina e della riabilitazione finalizzata al reinserimento in natura, hanno un'importante attività di educazione didattico-ambientale per tutte le scuole che lo richiedano: è infatti possibile visitare la struttura, previa prenotazione, accompagnati da personale specializzato. Il C.R.A.S. si trova in Loc. Epilaz (Villair di Quart) del Comune di Quart, Aosta.

Il recupero dei rapaci è decisamente un'operazione complessa e difficile. Non basta fornire agli uccelli ottime cure veterinarie ma occorre rimetterli nelle condizioni ottimali. In natura, infatti, la competizione è spietata e ogni animale, specialmente un predatore, per poter sopravvivere deve sempre mantenersi in perfetta forma, come un atleta. Il più piccolo difetto può significare la morte per fame oppure per gli attacchi di altri predatori.

Una coppia indissolubile

Molto spesso i rapaci sono associati a un'immagine aggressiva e non tanto amorevole, ma osservare l'aquila reale nella sua vita di coppia può aiutare a sfatare questo falso mito. Le aquile infatti, una volta formata la coppia, rimangono fedeli per tutta la vita!

Maschio e femmina difendono il proprio territorio, generalmente compreso tra i 40 e i 180 chilometri quadrati, alternandosi nel presidiarne i confini, spesso semplicemente volteggiando o con il caratteristico volo a festoni, per segnalare la loro presenza.

Il corteggiamento si sviluppa in un bellissimo rituale di accoppiamento, la cosiddetta "danza del cielo" che prosegue per vari giorni. Durante le evoluzioni gli animali possono volare a testa all'ingiù, scambiarsi in volo prede o rami e esibirsi in giri della morte. Insomma cosa non si fa per trovare il compagno della vita!

Foto nel testo: * Stefano Borney: ** Michel Mottini

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