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Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi...

E' un viaggio di 4500 chilometri, dalla Lomellina al Senegal e forse ancora più a Sud, quello che vi vogliamo raccontare. I viaggiatori hanno le ali, sono aironi rossi (Ardea purpurea) e si chiamano Beppe e Mauro, in onore di Giuseppe Bogliani e Mauro Fasola dell'Università di Pavia che, da anni, studiano gli andamenti delle popolazioni di questa specie in Piemonte e in Lombardia.

  • Raffaella Amelotti
  • Martedì, 6 Ottobre 2020
Airone rosso | Foto pgc N. Grattini Airone rosso | Foto pgc N. Grattini

A inizio settembre, la migrazione verso l'Africa di Beppe e Mauro, due aironi rossi (Ardea purpurea) la cui specie viene studiata da anni dai professori Bogliani e Fasola dell'Università di Pavia, viene documentata da alcuni post pubblicati sulla pagina Facebook @LomellinaNatura.

Voglio saperne di più, e così contatto Michelangelo Morganti, ricercatore del CNR IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque), che, in collaborazione con i docenti pavesi, segue il progetto Purpurea, nato nel 2018 all'Università di Pavia.

Aironi con lo 'zainetto'

Oggi gli aironi equipaggiati di "zainetto" con il piccolo trasmettitore sono quattordici. Attraverso un'applicazione per Android, Animal Tracker, è possibile seguire i loro movimenti monitorati in tempo quasi reale. Lo scarto è dovuto al fatto che il sistema di rilevamento della posizione si attiva e prende il punto GPS, ma scarica il dato solo quando aggancia la rete GSM. Se il segnale GSM è assente, come in mare aperto o nel deserto, il sistema accumula i punti GPS e li trasmette tutti insieme non appena torna in una zona coperta dalla rete.

I trasmettitori sono dispositivi di piccole dimensioni (5x2 cm) realizzati in materiale anallergico e alimentati a energia solare. Sono costruiti per durare nel tempo, ma spesso intervengono fattori esterni che ne causano la rottura. "E' molto difficile avere tracce di animali ripetute su più anni, purtroppo, spiega Michelangelo Morganti. Tuttavia, questa ricerca è fondamentale per conoscere il comportamento degli aironi rossi durante la riproduzione, quindi in estate, e la migrazione. Dove vanno, quando partono e che strada scelgono di percorrere, quale interazione con il vento e quali posti selezionano sia in Italia che in Africa. Questo è un aspetto molto importante della ricerca perché ci fornisce le informazioni per comprendere quale tipologia di habitat dobbiamo salvaguardare per proteggere la specie."

Dove osano gli aironi 

Cercando Ardea purpurea sull'App, si trovano gli aironi rossi marcati nell'ambito di questa ricerca in tre località del Nord Italia: in Lomellina lombarda, in Palude di Ostiglia, vicino a Mantova, e alle Foci dello Stella, in provincia di Udine.

E' possibile visualizzare la traccia del loro volo (camera-2112207 960 720): durante la migrazione, fanno soste per il rifocillamento, lo stop over, in Sardegna o alle Baleari o in Corsica sfruttando le piccole masse d'acqua dolce che trovano sul loro percorso.

Durante questi lunghi spostamenti, il ruolo svolto dal vento è determinante: analizzando le tracce, si è visto che, grazie al supporto del vento, raggiungono una velocità di 100 km orari (normalmente, in assenza di vento, la loro velocità di crociera è sui 40 km/h).

Escono sul mare, "guidano" ma si fanno spingere verso sud dalle correnti: che meravigliosa sensazione di libertà proveranno!

E così qualcuno fa una sosta sulla costa orientale sarda, come Mauro, qualcun altro nei pressi delle Baleari, e chi, come Beppe, con un lungo unico volo, raggiunge le coste africane alla foce del fiume Oued Sebaou.

La meta è il Santuario nazionale degli uccelli di Djoudj, Parc national des oiseaux du Djoudj, lungo il Fiume Senegal. Con i suoi 16.000 ettari, offre rifugio a un milione e mezzo di uccelli di 400 specie che vi giungono soprattutto dall'Europa, per trascorrere l'inverno.

E' stato istituito nel 1981 ed ora è un sito di protezione importante per l'avifauna, oltre che un centro di ricerca scientifica: una corretta politica di conservazione attuata in molti paesi africani ha conseguenze positive sulle popolazioni di migratori europei, e questo ne è la dimostrazione tangibile.

Proprio su questa sensibilità vuol far leva Michelangelo Morganti, che racconta un altro fatto: "In luglio, otto aironi marcati a Mantova e a Udine si sono spostati in Lomellina, attraversando il Nord Italia, alla ricerca di condizioni ecologiche favorevoli, zone umide, in cui nutrirsi adeguatamente in vista della migrazione. Questo ci insegna che un ambiente di risaia come la Lomellina è di grande rilevanza per la specie. Qui, gli aironi rossi sono un elemento molto comune del paesaggio: sono numerosi e visibili con frequenza, questo perché il sito, per le sue particolari condizioni, ospita soggetti che vi giungono da molti paesi europei.  Una concentrazione così nutrita di individui ci assegna una responsabilità di protezione e tutela che non è solo locale ma allarga i suoi confini, coinvolgendo le popolazioni europee di ardeidi e di altri uccelli acquatici".

 

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