#piemonteparchi

Salta al contenuto
Logo Piemonte Parchi
  • Home
  • Parchi Piemontesi
  • Parchi nel mondo
  • Territorio
  • Natura
  • Ambiente
  • cerca
  • facebook
  • twitter
  • instagram
  • rss

Piemonte Parchi

Storie di orsi e di lupi in Piemonte

Un orso bruno è stato ripreso da una fotocamera nascosta a Villadossola. E' il primo caso documentato in Piemonte, in arrivo dal Trentino.

  • Laura Succi
  • Maggio 2020
  • Venerdì, 12 Giugno 2020
  • Stampa
Foto di Pexels da Pixabay  Foto di Pexels da Pixabay

Pizzicato con le dita nella marmellata, anzi con le zampe nel miele, o quasi.

Un bell'orso bruno adulto, un gigante che può raggiungere i 300 kg, immortalato dalla luce del flash di una fototrappola posizionata dalla polizia provinciale dell'azienda agricola Valle Ossola a Villadossola. E' così che l'orso ha fatto la sua apparizione in Piemonte.

Ma da dove arriva? E che cosa ci faceva lì?

La storia è lunga e inizia nel 1999, più precisamente tra il 1999 e 2002, quando il Parco Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento e l'Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, con un finanziamento dell'Unione Europea, hanno prelevato dieci orsi nelle foreste slovene di Notranjska e Kočevsko, dove ne vivono più di 560.

Gli orsi bruni (Ursus arctos arctos) un tempo vivevano su tutto l'arco alpino ma l'azione dell'uomo è stata tanto dura nei loro confronti che agli inizi degli anni Novanta ne erano rimasti solo più due o tre, 'sospesi' sulle Dolomiti del Brenta. Impossibile una ripresa naturale delle popolazione in quelle condizioni.

Così sono sbarcati in Trentino Masun, Kirka, Daniza, Jole, Irma, Jurka, Vida, Gasper, Brenta, Maya, quattro maschi e sei femmine, su un'arca di salvataggio chiamata Life Ursus.

Nulla era stato lasciato al caso in quel progetto di reintroduzione: l'Ente-Parco scrive che la fase preparatoria aveva previsto anche un sondaggio di opinione (affidato all'Istituto DOXA di Milano) che aveva coinvolto più di 1500 abitanti dell'area. I risultati erano stati sorprendenti: più del 70% aveva dichiarato di essere a favore del rilascio di orsi nell'area, percentuale che saliva fino all'80% se fossero state adottate misure di prevenzione dei danni e di gestione delle situazioni di emergenza. A quasi vent'anni da quel giorno si può dire che il progetto è perfettamente riuscito: gli orsi hanno avuto le loro storie, i loro cuccioli, oggi sono più di sessanta e pochi avrebbero scommesso che uno di quegli orsi sarebbe arrivato fino in Piemonte.

Ma ritorniamo a Villadossola

"La notte di sabato 2 maggio scorso" racconta Riccardo Maccagno, comandante della polizia provinciale del Verbano Cusio Ossola "uno di quegli orsi ha fatto una bella scorpacciata di miele: ha rovesciato e distrutto sei arnie per tirarlo fuori, poi ha lasciato le sue belle zampate su alcuni telaietti di cera che ha pestato nell'andirivieni". Non c'è stato bisogno di altro, c'è stata subito la certezza che era proprio una bricconata da orso.

La polizia provinciale ha subito posizionato delle fototrappole che la sera successiva hanno restituito due scatti fotografici all'infrarosso in sequenza: il miele gli era piaciuto. La sera dopo ancora ne hanno piazzate altre per riprenderlo con una qualità migliore. Risultato? L'hanno beccato a rovesciare una casetta delle api ma poi non è andato oltre. Il flash è scattato, si è fatto la fotografia, si deve essere spaventato e se n'è andato. Da lì in poi più nessuna notizia, disperso tra i suoi monti.

"I proprietari tutto sommato l'hanno presa bene, allevano le api e anche da questo si vede che ci tengono all'ambiente, certo sarebbe giusto che avessero pure un riconoscimento" dice Maccagno, che ha già scritto alla Regione proponendo di valutare la possibilità di risarcire i danni da orso: "una previsione di quel tipo evita i conflitti e tiene calmi gli animi perché la loro futura sopravvivenza è possibile solo con il supporto pubblico alla loro protezione: oggi hanno raggiunto un buon numero ma il pericolo che scompaiano del tutto è tutt'altro che scongiurato".

Per capire meglio tutta la vicenda bisogna però ritornare al 2019. A una decina di chilometri da Villadossola prospera il paese di Crevadossola, lì il 28 giugno di quell'anno un orso è stato visto su una strada laterale dell'abitato che porta al limite della montagna: quando ha incrociato i fari dell'automobile si è atterrito, ha scavalcato in fretta e furia le recinzioni delle due villette che lo separavano dal bosco dove si sente al sicuro ed è sparito. Il gran bel trambusto ha allarmato gli inquilini di una di queste case che l'hanno seguito increduli dal balcone: mai e poi mai si sarebbero aspettati di vedere un orso girovagare a nel loro giardino.

"Quella probabilmente era la stessa bestia che un recuperatore di automezzi incidentati aveva incontrato due sere prima ma non ci aveva segnalato" dice Maccagno. "Si è fatto avanti solo quando ha sentito che c'erano altri testimoni. Le sue testuali parole sono state: 'L'altra sera pure io ho visto l'orso sulla strada ma non ho detto niente per non passare per matto'".

Da quel momento abbiamo perso le sue tracce per un anno, più nessuno ha avuto l'occasione di vederlo o di incrociarlo fino all'episodio di qualche giorno fa.

A dire il vero sappiamo anche qualcosa di più, su quell'orso. Nello scavalcare steccati e cancelli si è procurato una ferita leggera e sul marciapiede ha lasciato delle gocce di sangue. Radames Bionda, tecnico faunistico del Parco naturale Alpe Veglia e Devero, che è in continuo contatto con la polizia provinciale, si è fatto da tramite per inviare ai laboratori dell'Università di Losanna, che fa le analisi genetiche sui grandi carnivori per la Svizzera, i vetrini con i campioni di sangue prelevato, perché aveva il sospetto che si trattasse dello stesso individuo che vagabondava in Svizzera dal 2016. "E' venuto fuori che era proprio lui: M29 - la numerazione è progressiva e M sta per maschio -" dice Bionda. "I colleghi svizzeri del KORA - Fondazione che si occupa dei grandi carnivori e della gestione della fauna selvatica - qualche giorno prima dell'episodio di Crevoladossola ci avevano segnalato la presenza di orso molto vicino al confine del Parco. Così abbiamo fatto un sopralluogo congiunto con la polizia provinciale al passo della Rossa che è al confine tra l'Alpe Veglia e Devero e il Parco svizzero della Valle di Binn, ma niente: in quei giorni faceva caldissimo, la neve si scioglieva di mezzo metro al giorno e non è stato trovato nulla". Quella stessa notte M29 era a Crevadossola.

L'orso è onnivoro ma ama soprattutto i vegetali: frutti, mele e pere e frutti di bosco, ma anche faggiole, e poi bulbi, radici, piante verdi ma anche funghi e prima di andare in letargo è preso da 'iperfagia', così passa la maggior parte del tempo a mangiare. Preda raramente animali più grandi ma non riesce a resistere alle carogne. Alle volte si scontra anche con altri predatori. Può infatti tranquillamente competere con i lupi, per esempio, li scaccia da solo dalle prede che questi hanno ucciso e forte della sua dimensione non rischia di essere predato a sua volta.

I lupi, sono tornati anche loro

Maccagno è consapevole che ormai i lupi si sono insediati anche in quel cantone di Piemonte "Se fino a qualche anno fa gli avvistamenti erano sporadici, adesso sono più frequenti".

Bionda concorda: "Adesso abbiamo almeno un branco al confine con la Valsesia e le valli Strona e Anzasca dove viene monitorato sia da noi del Parco che dalla Provincia e dai Carabinieri Forestali nell'ambito del progetto WolfAlps - anche questo è un 'Life' sostenuto dall'Unione Europea. Nei parchi gestiti dall'Ente di gestione delle Aree protette dell'Ossola, per il momento è stata accertata la presenza di almeno un animale nel solo parco dell'Alta valle Antrona, ma dal momento che c'è un certo via vai intorno a Devero e nelle valli vicine, e singoli lupi sono stati campionati con le fototrappole, ci aspettiamo che arrivino a breve anche qui".

L'orso è un animale selvatico, ha paura dell'uomo, l'evento di incontrarlo è raro, se può fugge lontano. E non solo ha, ma soprattutto deve avere, paura dell'uomo, deve sapere che l'uomo è pericoloso: permettendogli di accostarsi, offrendogli o lasciando in giro del cibo facciamo solo il suo male, quell'orso diventerà confidente e prima o poi si avvicinerà troppo all'uomo finendo poi, per tutta risposta, in un recinto o peggio ancora ucciso. Se sostituiamo la parola orso con la parola lupo la storia non cambia: animali diversi sono uniti dalla stessa stessa sorte.

Altro sull'argomento

Un uomo fra gli orsi

Un uomo fra gli orsi  

Il comune senso della predazione

Il comune senso della predazione  

In Appennino, lo steward insegna a convivere con il predatore

In Appennino, lo steward insegna a convivere con il predatore  

Un pollaio a prova d'orso

Un pollaio a prova d'orso  

Tags

orso bruno lupo wolfalps

Potrebbe interessarti anche...

S.O.S. Licena delle paludi

S.O.S. Licena delle paludi S.O.S. Licena delle paludi  
La Licena delle paludi è una specie distribuita in Europa e nell'Asia temperata ...

L'importanza dei dati, anche quando si tratta di lepidotteri

L'importanza dei dati, anche quando si tratta di lepidotteri L'importanza dei dati, anche quando si tratta di lepidotteri  
I dati che provengono dalle "piattaforme" iNaturalist e Ornitho rientrano in quella che oggi vien ...

Un Atlante sulle farfalle del Ticino

Un Atlante sulle farfalle del Ticino Un Atlante sulle farfalle del Ticino  
Frutto del lavoro dei volontari e dei dipendenti del Parco del Ticino, questo studio propedeutico ...

Grifone, il turista che passa l’estate sulle Alpi

Grifone, il turista che passa l’estate sulle Alpi Grifone, il turista che passa l’estate sulle Alpi  
Questo grande avvoltoio gregario arriva sulle nostre montagne a inizio giugno, principalmente dal ...
Tutti gli articoli

Iscriviti a Piemonte Parchi News

Ogni settimana, nella tua posta elettronica, l'informazione sui parchi del Piemonte (e molto di più!).
Per te, il numero speciale 'A piedi nella natura piemontese' (formato pdf) scaricabile gratis.

Iscriversi è semplice e gratuito: scopri di più!

Iscriviti subito

Iscriviti alla newsletter di Piemonte Parchi

Iscrivendoti a Piemonte Parchi News riceverai, ogni settimana, notizie e approfondimenti dai parchi piemontesi e come regalo di benvenuto potrai scaricare il numero speciale 'A piedi nella natura piemontese' (in formato pdf).
captcha 
Con l'iscrizione si autorizza il trattamento dei dati personali ai sensi del Decreto legislativo n. 196/2003 e del Regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito (GDPR)

Autorizzazione al trattamento dei dati

Gentile Utente, La informiamo che i dati personali da Lei forniti a Piemonte Parchi sono trattati secondo quanto previsto dal d.lgs.196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, di seguito Codice Privacy, e dal “Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito GDPR)” e illustrata nella Nota Informativa sul trattamento dei dati personali.

 

Tutte le categorie

  • Agricoltura
  • Alimentazione
  • Ambiente
  • Animali
  • Archeologia
  • Architettura e Paesaggio
  • Arte
  • Biodiversità
  • Biologia
  • Boschi e Foreste
  • Clima
  • Divulgazione
  • Ecologia
  • Ecomusei
  • Educazione ambientale
  • Energia
  • Enogastronomia
  • Etnografia
  • Fotografia
  • Geologia
  • Giardini botanici
  • Itinerari
  • Il Segna-Libro
  • Microcosmo
  • Miti, leggende, racconti
  • Musei
  • Natura
  • Natura 2000
  • Outdoor
  • Paleontologia
  • Parchi da gustare
  • Parchi nel mondo
  • Parchi piemontesi
  • Personaggi
  • Photostory
  • Piante
  • Ricerca
  • Salute
  • Scienze della Terra
  • Sentieri provati
  • Storia
  • Sviluppo sostenibile
  • Territorio
  • Turismo
  • Chi Siamo
  • Contatti
  • Pubblicazioni
  • Archivio
  • Copyright
  • Dichiarazione di accessibilità
  • Privacy Policy e Cookie
  • Trattamento dei dati
Editore Regione Piemonte - Piazza Castello 165 - Torino | Registrazione Tribunale di Torino n. 5944 del 17/02/2006
Creative Commons
I contenuti del sito sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione Non commerciale 2.5 Italia eccetto dove diversamente ed espressamente specificato.
Torna su