#piemonteparchi

Salta al contenuto
Logo Piemonte Parchi
  • Home
  • Parchi Piemontesi
  • Parchi nel mondo
  • Territorio
  • Natura
  • Ambiente
  • cerca
  • facebook
  • twitter
  • instagram
  • rss

Piemonte Parchi

Piccola storia ignobile sul bracconaggio

Se nei secoli scorsi la caccia di frodo poteva avere un'attenuante perché permetteva di integrare un'alimentazione molto povera, oggi non ha più alcun alibi. E se un tempo, la tradizione popolare ammantava il bracconiere di una qualche aurea romantica, oggi tale connotazione ha smesso di esistere. Questo racconta una storia ignobile, piccola ma indicativa, accaduta in Alta Val Susa nell'autunno del 2019

  • Luca Giunti
  • Dicembre 2019
  • Mercoledì, 11 Dicembre 2019
  • Stampa
 Foto Servizio Vigilanza delle APAC Foto Servizio Vigilanza delle APAC

 

Due cacciatori, in regola con le leggi venatorie, durante una battuta di caccia al cinghiale in Alta Val Susa, invece che a un cinghiale sparano volutamente a una cerva e al suo cucciolo nato a maggio. Bambi è morto, la madre scappa. I ruoli immortalati dal cartone animato di Walt Disney sono stati invertiti. Purtroppo la femmina, ferita dalle fucilate, non è più stata trovata. Probabilmente è morta dopo qualche ora o qualche giorno per emorragia o setticemia, oppure, sciancata, incapace di alimentarsi o di fuggire, è diventata facile preda dei lupi che le hanno somministrato una pietosa eutanasia. La natura sa essere più onesta degli esseri umani.

È questa una spregevole storia di bracconaggio che fa disonore a quella gran parte dei cacciatori che si comporta correttamente, nel rispetto delle regole imposte dalla legge. I guardiaparco delle Aree Protette delle Alpi Cozie, in servizio di vigilanza sui confini del Gran Bosco di Salbertrand, hanno osservato i manigoldi agire all'esterno del parco e dove il reato sarebbe stato molto più grave. Hanno quindi attivato la collaborazione - frequente e proficua - con i colleghi del Servizio Tutela Flora e Fauna della Città metropolitana di Torino e con le guardie del Comprensorio Alpino TO2.

Durante gli interrogatori, uno dei malviventi ha cercato di discolparsi: "Ho percepito un movimento dietro un cespuglio, credevo fosse un cinghiale, ho sparato alla sagoma intravista". Una scusa spesso invocata in casi come questo perché potrebbe servire a sminuire la gravità del delitto. Il nostro ordinamento, infatti, stabilisce "in dubio pro reo" e dunque, mancando la prova fattuale del dolo, ai bracconieri è stata inflitta la sanzione di 2.000 euro prevista dalla legge venatoria regionale, senza il sequestro delle armi. Il loro comportamento è stato però segnalato al comparto di caccia di appartenenza affinché, come previsto dai regolamenti interni, nei prossimi anni sia loro ritirata l'autorizzazione alla caccia di selezione agli ungulati.

In ogni caso, la giustificazione addotta è la classica toppa peggiore del buco. Leggerezza aggravata dall'uso della carabina che, al contrario della doppietta normalmente utilizzata nella caccia al cinghiale, ha un tiro utile di circa 300 metri ma una gittata due volte superiore. La legge, saggiamente, vieta di sparare in direzione di strade, case, sentieri o luoghi dove potrebbero trovarsi persone ignare, per almeno 150 metri o "una volta e mezzo la gittata di tiro dell'arma adoperata". Nella stagione 2018/19 (tipicamente, dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) in Italia sono state colpite in incidenti di caccia 80 persone, di cui 21 decedute. Una strage dimenticata o, peggio, tollerata.

Le fotografie sulla scena del crimine dal Servizio Vigilanza delle APAC, mostrano i fori di entrata e uscita, caratteristici dei proiettili da carabina: piccoli in ingresso (foto camera-2112207 960 720 ) e larghi dopo aver attraversato il corpo degli animali colpiti (foto camera-2112207 960 720 ).

La caccia di frodo nel Duemila

Se nei secoli scorsi la caccia di frodo poteva avere un'attenuante perché permetteva di integrare ogni tanto un'alimentazione altrimenti molto povera, oggi non ha più alcun alibi. Se letteratura, cinema e una certa tradizione popolare hanno ammantato il bracconiere di una qualche aurea romantica, oggi tale connotazione si è completamente trasformata in un farabutto che non solo infrange la legge ma, senza neppure affrontare la fatica della montagna o di una tecnologia venatoria primitiva, si appropria fraudolentemente di un bene che appartiene all'intera collettività (la fauna selvatica è definita "patrimonio indisponibile dello Stato" dalla Legge 157/92). Tanto più che spesso gli illeciti vengono compiuti direttamente dalle strade o addirittura appoggiati sui cofani delle auto. E allora oggi, anziché una malintesa complicità o tolleranza omertosa, i bracconieri dovrebbero essere attorniati dal disprezzo delle comunità locali: solo così le pene previste dalla Legge acquisirebbero una deterrenza più efficace.

Il bracconaggio in Piemonte

Il bracconaggio, almeno in Piemonte, è certamente un fenomeno minoritario. L'anzianità dei potenziali criminali e una maggiore sensibilità ambientale relegano gli ultimi bracconieri ai margini della società e limitano i loro delitti a pochi episodi ogni anno. Ciononostante, questi reati restano gravi per gli animali, in primis, e per una loro corretta gestione: i capi uccisi illegalmente sfuggono a ogni conteggio o controllo sanitario. E poi, per i cacciatori che rispettano le regole che vengono equiparati a quelli sleali e per l'incolumità di turisti, cercatori di funghi, fondisti e amanti della montagna vera e pulita.

C'è però un altro tipo di bracconaggio che ha negli ultimi anni un disgraziato revival. Esche avvelenate sparse su prati, colline e montagne sono tornate di moda, soprattutto per uccidere i lupi. È un'azione ancora più vigliacca e odiosa, perché non è selettiva e avvelena tanti animali, dalle volpi ai tassi, dalle cornacchie agli avvoltoi, fino ai cani di ignari escursionisti e pastori. Talvolta è un metodo adoperato deliberatamente contro i cani: nei giardini pubblici, dove qualcuno li considera fastidiosi, o nelle province dove si raccolgono i tartufi, per eliminare i migliori segugi altrui. Inoltre, presuppone un commercio illegale di sostanze farmaceutiche proibite in Italia da decenni.
Il progetto europeo Life Wolf Alps, da poco concluso e già riapprovato dalla Unione Europea fino al 2024, ha dedicato finanziamenti e personale al contrasto di questi subdoli crimini, attivando numerosi interventi risolutivi le cui indagini, alcune ancora in corso, hanno svelato retroscene e interessi prima ignoti.

 

Altro sull'argomento

Diciamo basta ai crimini contro la natura

Diciamo basta ai crimini contro la natura  

Giovane lupa uccisa da un proiettile nel Canavese

Operazione antibracconaggio ai Laghi di Caselette

Mi chiamo Luna e sono un cane antiveleno

Mi chiamo Luna e sono un cane antiveleno  

Tags

bracconaggio wolfalps

Potrebbe interessarti anche...

Genetta, l’africana di cui nessuno ha mai sentito parlare

Genetta, l’africana di cui nessuno ha mai sentito parlare Genetta, l’africana di cui nessuno ha mai sentito parlare  
La genetta è un carnivoro appartenente alla famiglia dei viverridi che è davvero difficile da i ...

Una salamandra piccola e nera

Una salamandra piccola e nera Una salamandra piccola e nera  
Questo particolare anfibio è stato una delle ultime specie di vertebrati a essere scoperta in Eu ...

Tuteliamo il gallo forcello

Tuteliamo il gallo forcello Tuteliamo il gallo forcello  
Il gallo forcello, conosciuto anche come fagiano di monte, è minacciato dalla presenza dell'uomo ...

Avvoltoi di ritorno: il grifone è in Piemonte per restare

Avvoltoi di ritorno: il grifone è in Piemonte per restare Avvoltoi di ritorno: il grifone è in Piemonte per restare  
Negli ultimi anni gli avvistamenti di grifone su tutte le Alpi Occidentali si sono fatti più fre ...
Tutti gli articoli

Iscriviti a Piemonte Parchi News

Ogni settimana, nella tua posta elettronica, l'informazione sui parchi del Piemonte (e molto di più!).
Per te, il numero speciale 'Parchi da gustare - I Protagonisti' (formato pdf) scaricabile gratis.

Iscriversi è semplice e gratuito: scopri di più!

Iscriviti subito

Iscriviti alla newsletter di Piemonte Parchi

Iscrivendoti a Piemonte Parchi News riceverai, ogni settimana, notizie e approfondimenti dai parchi piemontesi e come regalo di benvenuto potrai scaricare il numero speciale 'Parchi da gustare - I Protagonisti' (in formato pdf).
captcha 
Con l'iscrizione si autorizza il trattamento dei dati personali ai sensi del Decreto legislativo n. 196/2003 e del Regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito (GDPR)

Autorizzazione al trattamento dei dati

Gentile Utente, La informiamo che i dati personali da Lei forniti a Piemonte Parchi sono trattati secondo quanto previsto dal d.lgs.196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”, di seguito Codice Privacy, e dal “Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento Generale sulla Protezione dei dati, di seguito GDPR)” e illustrata nella Nota Informativa sul trattamento dei dati personali.

 

Tutte le categorie

  • Agricoltura
  • Alimentazione
  • Ambiente
  • Animali
  • Archeologia
  • Architettura e Paesaggio
  • Arte
  • Biodiversità
  • Biologia
  • Boschi e Foreste
  • Clima
  • Divulgazione
  • Ecologia
  • Ecomusei
  • Educazione ambientale
  • Energia
  • Enogastronomia
  • Etnografia
  • Fotografia
  • Geologia
  • Giardini botanici
  • Itinerari
  • Il Segna-Libro
  • Microcosmo
  • Miti, leggende, racconti
  • Musei
  • Natura
  • Natura 2000
  • Outdoor
  • Paleontologia
  • Parchi da gustare
  • Parchi nel mondo
  • Parchi piemontesi
  • Personaggi
  • Photostory
  • Piante
  • Ricerca
  • Salute
  • Scienze della Terra
  • Sentieri provati
  • Storia
  • Sviluppo sostenibile
  • Territorio
  • Turismo
  • Chi Siamo
  • Contatti
  • Pubblicazioni
  • Archivio
  • Copyright
  • Dichiarazione di accessibilità
  • Privacy Policy e Cookie
  • Trattamento dei dati
Editore Regione Piemonte - Piazza Castello 165 - Torino | Registrazione Tribunale di Torino n. 5944 del 17/02/2006
Creative Commons
I contenuti del sito sono rilasciati con licenza Creative Commons Attribuzione Non commerciale 2.5 Italia eccetto dove diversamente ed espressamente specificato.
Torna su