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Lumache, metafora d'autunno e di decrescita felice

Amata dai buongustai e odiata dagli ortolani, simbolo di timidezza e lentezza nell'era del "fast and furious": la lumaca (chiamiamola chiocciola, se ha un guscio), è stata definita da Serge Latouche un modello di decrescita felice, perché nel momento in cui raggiunge la taglia massima della conchiglia in rapporto alle proprie dimensioni, smette di crescere. 

  • Carlo Grande
  • ottobre 2019
  • Lunedì, 9 Settembre 2019
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 Foto Pixabay Foto Pixabay

 

Si fa presto a dire: "Sei un mollusco". Prendiamo Trilussa, che su una lumaca racconta una storiella un po' patetica: "La Lumachella de la Vanagloria - scrive - ch'era strisciata sopra un obbelisco,
 guardò la bava e disse: <già capisco che lascerò un'impronta nella storia>". Il suo è solo un apologo, si capisce, di Trilussa ci fidiamo, scherza su una lumachina megalomane. La lumaca invece (chiamiamola chiocciola, se ha un guscio), per quanto amata dai buongustai e odiata dagli ortolani, ha solide virtù, di questi tempi ancora più apprezzabili: la lentezza innanzitutto e la timidezza. Nell'era dei "fast and furious" e della spocchia non è poco.

Spuntano come funghi, spuntano con i funghi

Di questi tempi ci si avvia (lentamente) verso l'autunno e le lumache spunteranno come funghi. Come i funghi amano l'umidità e il buio, possono rimanere quiescenti anche dieci anni, quando vanno in letargo tappano il guscio con una membrana e buonanotte. Escono in questa stagione, come in primavera, perché si riproducono. E in un modo originalissimo: sono ermafrodite, hanno cioè sia gli organi maschili che quelli femminili; sono "ermafrodite insufficienti", hanno bisogno dell'intervento di un consimile; i due individui, durante l'accoppiamento, fecondano e rimangono fecondati.

Eccole dunque strisciare dalle parti dell'equinozio d'autunno, metafora perfetta del rientro dalle ferie, a dirci che è meglio prendersela con un pizzico di calma, nei tempi in cui non si ha mai tempo. Le lumache sono un elogio alla lentezza, all'affrettarsi senza fretta ma senza tregua, come diceva Goethe. Anche così si può stare al passo con i tempi. Sono un'ottima metafora stagionale, in sintonia con l'inizio (piaccia o no) della metà più oscura dell'anno, che richiede ritmi più lenti e crepuscolari. Settembre, si sa, è il mese del ripensamento e ogni tanto fa bene essere più cauti e timidi, riscoprire la calma. Le lumache vanno a 7-8 metri l'ora e se non vogliamo pagarla tutta "e a prezzi di inflazione/quella che chiaman la maturità", ispiriamoci ogni tanto a loro, rimettiamo serenamente e lentamente il carrello sui binari, oliamo i meccanismi e se ci tocca strisciare evitiamo le superfici ruvide e che l'acqua ci aiuti - "Be water my friend", lo diceva anche Bruce Lee - l'argentea bava è un lubrificante formidabile, aiuta a non ferirsi.

Ci sorprendono da milioni di anni

Da milioni di anni le chiocciole non finiscono di soprenderci. Prendiamo ad esempio la faccenda della spirale "destrorsa" del guscio, cioé gira quasi sempre a destra, va in senso orario: l'avevamo detto che le lumache vanno a tempo, pur essendo lente. Ma ci sono anche le eccezioni, lumache che adottano il senso antiorario, cioé non svoltano a sinistra - non è una posizione politica, le lumache non prendono posizioni politiche - per difendersi dai predatori. Le chiocciole del genere Satsuma hanno normalmente un guscio a spirale destrorsa, ma si trovano spesso di fronte (anzi, di lato e di spalle) un nemico agguerrito, il serpente mangia-chiocciole di Iwasaki. Sembra un nome da cartone animato, dunque ecco quello scientifico: Pareas Iwasakii. Il suo menù è a base di escargots, per aggredire le chiocciole adotta una strategia speciale, attacca le chiocciole con spirale destrorsa da sinistra, dove è più facile stanarle. La sua dentatura si è evoluta, la parte destra della mandibola ha molti più denti della sinistra, per sradicare il mollusco dal suo rifugio. Ma con una chiocciola a spirale sinistrorsa, il serpente di Iwasaki fallisce clamorosamente: le chiocciole "mancine" sopravvivono agli attacchi nell'88% dei casi, mentre quelle old-stylenon hanno alcuna possibilità.

Il "tiro mancino" delle chocciole

Dunque, per difendersi, alcune lumache nascono con il guscio che gira "al contrario".

Capito, le lentissime furbone? Bel tiro mancino, bel senso dell'avvolgimento.

Anche nel sesso sanno essere ingegnose. Osservare due lumache che si accoppiano è pura slow motion, non si pensa che l'amore sia pericoloso. Invece alcune specie posseggono una sorta di mini-spada affilatache inietta sostanze in grado di ridurre la fertilità del partner, dopo averlo fecondato, un modo da trarne vantaggio riproduttivo.

Non è una rarità, fra i molluschi: un "nudibranco" che vive nella Grande Barriera corallina australiana, oltre al pene possiede una sorta di ago ipodermico in grado di iniettare nel partner una sostanza chimica che rende più facile l'accoppiamento e la riproduzione.

Insomma, non si fanno mancare nulla: dai "giri giusti", come gli umani - le chiocciole per accoppiarsi devono avere la spirale che gira nello stesso senso - alle stilettate. Parlare di sesso, droghe e violenza fra i molluschi pare eccessivo, ma di amore pericoloso forse si può.

Al contrario di quanto ammiccava Kubrick, la loro sessualità è totale. In Spartacus, uno degli ultimi film censurato da Hollywood, il regista fu costretto a tagliare una memorabile scena in cui Crasso (Laurence Olivier) tenta di sedurre Antonino (Tony Curtis) chiedendogli se ama di più le lumache o le ostriche, non so se la metafora rende l'idea. A Crasso piacciono entrambe, ad Antonino solo le ostriche; così fugge, per unirsi ai ribelli e forse per non condividere le passioni di Crasso.

La decrescita felice del guscio

Aldilà delle preferenze sessuali, le chiocciole sono metafora della sostenibilità, oltre che di autunno. Lo dimostra Slowfood e lo sottolinea l'accademico francese Serge Latouche, teorico della decrescita felice: nel momento in cui la chiocciola raggiunge la taglia massima della conchiglia, in rapporto alle proprie dimensioni, l'accrescimento si arresta. È la naturale saggezza della lumaca: "Costruisce la delicata architettura del suo guscio - scrive Latouche - aggiungendo una dopo l'altra spire sempre più larghe, poi smette bruscamente e comincia a creare circonvoluzioni stavolta decrescenti. Una sola spira più larga darebbe al guscio una dimensione sedici volte più grande. La lumaca, evidentemente dimostra più saggezza degli uomini, che l'eccessiva grandezza peggiorerebbe la qualità della sua esistenza e allora abbandona la ragione geometrica in favore di una progressione aritmetica".

Lo scrittore e gesuita seicentesco Daniello Bartoli l'aveva capito. Ne La ricreatione del Saviodecanta il decoro, l'avvenenza e il garbo delle chiocciole. Gli uomini e la società capitalistiche-globalizzate non l'hanno ancora capito e rischiano di lasciare la terra come un guscio vuoto.

 

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