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La civetta che di giorno scompare

Nei giorni della civetta (owl, in inglese), bisogna scrutare nel buio e non sbattere nei mobili né rompersi il naso contro il muro, procedendo a tentoni. Meglio essere pipistrelli (con un sonar in dotazione) ma anche la civetta aiuta, è speciale, ci vede benissimo anche nelle tenebre e per questo è diventata simbolo di saggezza.

  • Carlo Grande
  • Settembre 2019
  • Lunedì, 12 Agosto 2019
La civetta che di giorno scompare

È piccolina – poco più di una spanna, se apre le ali non ne raggiunge nemmeno tre, per un totale di sessanta centimetri; pesa uno o due etti, come un panetto di burro. Ha una testona (si fa per dire, è piccola anche quella) piatta, senza i ciuffi auricolari del gufo. Ma gli occhioni gialli le permettono di vedere. Così se ne va silenziosamente a caccia nelle dolci tenebre, appollaiata sui rami più bassi; ascolta e osserva, oltre alla super-vista ha anche un super-udito che le permette di avvertire il minimo fruscio di un topo nel sottobosco. Ruota la testa, talmente mobile da sembrare svitabile: l'Esorcista avrà preso ispirazione da lei. Individuata la preda, plana veloce, silenziosa e morbida (ah, il Volo di notte di Saint-Exupéry, leggetelo e volerete sulla Patagonia).

Stranissimo come ingurgita le prede vive: le sputa praticamente eviscerate e mummificate, in pallottole di pelo chiamate borre: all'interno c'èlo scheletro, perfettamente integro. Come fa? Magia. Avrà imparato da Edvige, la civetta delle nevi di Harry Potter.

Delle lunghe notti estive è dunque regina, lei che conosce la mappa del bosco e del sottobosco. Anche noi, senza ultra-vista, potremmo mandare a memoria la mappa dell'alloggio, spigolo dopo spigolo. Come dice Frances McDormand, in una bella miniserie uscita in quattro puntate qualche anno fa e intitolata Olive Kitteridge (tratta da un romanzo di Elizabeth Strout) "La mappa, a una certa età, ognuno se la deve disegnare da solo".
Dunque, meglio essere pronti a viaggiare al buio.

Simbolo di sapienza

Olive Kitteridge osserva a ciglio asciutto l'esistenza (del film fanno parte Richard Jenkins e Bill Murray, fior di attori) e accetta quello che viene, senza perdere la rotta. Così come la civetta, che nell'antica Grecia era simbolo della sapienza, era emblema di chi sapeva osservare e interpretare la realtà. Sacra ad Atena, dea della sapienza, di qui il nome del genere: Athene, mentre quello della specie riporta il nome latino dell'uccello, A. noctua, cioè "notturna". Ancora oggi la specie è raffigurata in molti portafortuna e viene detta Civetta di Minerva.

La tradizione popolare la considerava (come molti altri animali notturni) portatrice di sfortuna: nell'antico Egitto si credeva che il suo verso fosse presagio di morte e durante il medioevo veniva associata alla stregoneria. Ma oggi, per piacere! Quando vanno in scena la verità e la vita bisogna imparare zittirsi e a osservare senza paura la civetta, cosicché qualche infinitesima parte di saggezza e di etica ci raggiunga.
Perché il giorno della civetta è tutti i giorni dell'anno ed è nei libri: le creature "strigiformi" - da strige, strix, antenata della strega - frequentano la letteratura: "S'udiva il grido delle strigi alterno" scrive Gozzano, non a caso un crepuscolare.

Loro fanno parte a pieno titolo di quest'epoca brumosa: Desmond Morris gli ha dedicato un libro molto bello, Le civette e altre creature della notte, che le riporta all'onor del mondo insieme con gufi, allocchi e assioli; riempiono pagine coloratissime, dense di fotografie, rimandi e suggestioni. Il volume è uscito da Castelvecchi, che ha tra l'altro ripubblicato un romanzo del papà di Dracula Bram Stoker, La vergine del sudario.
Insomma, il New Gothic impazza insieme alle figure notturne e sepolcrali, dal sequel letterario di Dracula, uscito negli States e scritto da un pronipote, alla saga Twilight e al film che Brad Pitt produce su Dracula (Vlad). Per chi vuole capire la regione, e non solo i miti, c'è il freschissimo Oltre Dracula. Un cammino invernale nei Carpazi di Mario Casella (Ediciclo).

La civetta è di moda

Sciascia, nel suo celebre titolo l'ha accostata alla mafia: "Come la civetta che di giorno scompare" dice, usando una citazione dall'Enrico VI di Shakespeare.
Con una capriola semantica e geniale connette il simbolo della morte non al buio, ma alla luce accecante, perché uno dei protagonisti "febbrilmente ebbe visione di un fitto raduno di uccelli notturni nel chiarchiaro, un cieco sbattere di voli nell'opaca luce dell'ora; e gli pareva che il senso della morte non si potesse dare in immagine più di questa paurosa".
Per le nostre menti sospese tra luce e ombra, la luce può essere così accecante da diventare buio. Dunque la morte è simboleggiata non dal buio, ma dal suo opposto, la troppa luce. Il "chiarchiaro" è un terreno sconnesso, roccioso, pieno di precipizi e impervio. La similitudine si riferisce alla sua forma e al modo in cui la luce penetra nel terreno. La spugna è porosa come quel luogo è pieno di buchi e incongruo; la luce entra in tutti i "pori" del chiarchiaro e sembra inzupparlo in ogni parte. Il chiarchiaro è un'ora incertissima, un'alba, un tramonto, nel quale c'è la morte.

La notte è tema affascinante che sa essere anche ampiamente positivo, magico: sarà il tema del prossimo Torino Spiritualità organizzato da Armando Buonaiuto, a breve. Da non perdere, qualcuno parlerà sicuramente anche della civetta, piccolo essere dal gigantesco carisma. La sua ombra diventa immensa, nel nostro immaginario, sprigiona calma possente, come il rapace notturno disegnato circa trentamila anni fa sul soffitto di una grotta in Francia, a Chauvet.

Bisogna frequentare la notte, viaggiare fino al suo fondo, come consiglia Céline, se si vuole tentare di capire. Lì troveremo la "nottola di Minerva" che "spicca il volo soltanto sul far del crepuscolo" come scriveva Hegel. Il processo della comprensione è lungo e doloroso, si prendono molte nasate. Mentre noi cerchiamo di capire a che punto è la notte, lei, saggia e assennata, veglia silenziosamente. Come un saggio, come un uomo tormentato.
In fondo aveva ragione la pubblicità di profumi e cosmetici nei negozi: "All you need is owl".

 

 

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