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Verso il ritorno della lontra sulle nostre Alpi

Meno famosa dell'orso, del lupo o della lince, la lontra è uno dei mammiferi a maggiore rischio di estinzione in Italia, ma anche forse il più sconosciuto al grande pubblico. Grazie a un workshop internazionale organizzato dal Parco nazionale del Gran Paradiso, è stato condiviso un manifesto per una strategia transnazionale di conservazione di questo meraviglioso e schivo abitante dei nostri fiumi.

 

 

  • Anna Loy *
  • Novembre 2018
  • Lunedì, 26 Novembre 2018
 Foto Pixabay Foto Pixabay


Meno famosa dell'orso, del lupo o della lince, la lontra è uno dei mammiferi a maggiore rischio di estinzione in Italia, ma anche forse il più sconosciuto al grande pubblico. Le sue abitudini notturne e acquatiche lo rendono infatti uno dei carnivori più elusivi e 'invisibili' della nostra fauna.

Il suo legame con l'acqua

La lontra è un mustelide (la famiglia che include la martora, la faina, la donnola, la puzzola e il tasso) caratteristico dei corsi d'acqua europei e asiatici si nutre esclusivamente di prede acquatiche, soprattutto pesci, e durante il giorno riposa in tane ripariali ricavate negli anfratti rocciosi, nei rovi o negli apparati radicali degli alberi che lungo le rive. Uno stesso animale può usare fino a 30 tane diverse dislocate nel suo territorio, che include da 10 a 18 chilometri di corsi d'acqua.
Come tutti i carnivori si tratta infatti di un animale territoriale, anche se meno solitario di quanto ritenuto un tempo. Le femmine in particolare, vivono in gruppi familiari composti dalla madre e dai cuccioli che restano con lei fino a circa due anni di età.

Perchè rischia l'estinzione

Un tempo diffusa in tutti in corsi d'acqua europei, a seguito di una caccia indiscriminata per la sua pelliccia e dell'alterazione degli ambienti acquatici per inquinamento delle acque (soprattutto da pesticidi drenati dai terreni circostanti) e distruzione della vegetazione ripariale (taglio della vegetazione per guadagnare terreni agricoli, cementificazione degli argini e sistemazioni idrauliche), la lontra è progressivamente scomparsa dai fiumi europei, fino a essere decretata estinta o sull'orlo dell'estinzione in molti paesi europei, tra cui l'Italia. Questo destino è stato condiviso con tutte le specie di lontre del mondo, tanto da portare l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) a creare un gruppo dedicato solo alla salvaguardia di queste specie (IUCN Otter Specialist Group).

La situazione in Europa e in Italia

Alla fine degli Anni '80 sopravviveva solo una piccola popolazione di lontra nel sud della penisola completamente isolata dal resto delle popolazioni europee: questa situazione partcolarmente critica ha portato il ministero dell'Ambiente a redigere un piano d'azione nazionale per la conservazione del mustelide. L'adozione di una protezione legale (la lontra è strettamente protetta dalla Direttiva Habitat) e la messa al bando di alcuni pesticidi, hanno consentito a partire dagli Anni '90 un progressivo recupero delle popolazioni di lontra in Europa, portando alla rioccupazione di molte parti del suo areale storico. Processo favorito anche da alcuni progetti di reintroduzione che hanno accelerato il ritorno della lontra in Inghilterra, Olanda, Spagna e nella Svezia meridionale. Le politiche europee di conservazione delle specie e degli ambienti acquatici stanno anche favorendo l'espansione naturale delle popolazioni dall'Europa orientale, con la progressiva rioccupazione di gran parte dell'Austria, della Slovenia, della Germania occidentale, dell'Ungheria e della Repubblica Ceca. La lontra si sta infatti dimostrando una specie molto reattiva, in grado di recuperare velocemente tutte le aree in cui si ritrovino condizioni favorevoli.
Questo fenomeno sta interessando anche l'Italia settentrionale e la Svizzera, dove la lontra si sta timidamente riaffacciando lungo i confini austriaco e sloveno. Dove è protetta e vive indisturbata da molto tempo è anche possibile vederla in azione di giorno, come ben sanno i frequentatori dell'Oasi WWF di Serre Persano in Campania. Purtroppo però l'incremento delle popolazioni è spesso accompagnato da un atteggiamento ostile da parte delle comunità locali che vedono nella lontra un potenziale competitore con le attività di pesca sportiva e commerciale (impianti di acquacoltura). E' il caso ad esempio dell'Austria, dove il governo di alcuni lander ha chiesto una deroga alla Direttiva Habitat per poter abbattere ogni anno alcune decine di lontre. Questo atteggiamento è apertamente in conflitto/contrasto con le politiche di molti Paesi e in particolare dei parchi nazionali, interessati al contrario a sostenere il ritorno di questa specie simbolica degli ambienti acquatici europei, anche attraverso la promozione di progetti di reintroduzione, come nel caso del Parco del Gran Paradiso. Non a caso pochi giorni fa il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ha finalmente potuto salutare il ritorno della lontra, scomparsa negli Anni '70, e che, con il lupo e l'orso marsicano completa la lista di predatori dell'Appennino presenti nel parco.

L'impegno degli Enti parco per il suo ritorno

La situazione in Italia è però ancora molto critica, dato che le lontre sopravvivono solo nei fiumi di alcune regioni dell'Italia centro meridionale (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania e Calabria), mentre è ancora assente dalle regioni centrali e settentrionali, così come nella maggior parte dell'arco alpino (in Svizzera, dove è stata decretata la sua estinzione negli anni '80 solo recentemente è stata segnalata di nuovo in alcuni fiumi, mentre in Francia il processo di riespansione procede molto lentamente dalle aree occidentali del paese). Proprio al fine di intraprendere un percorso virtuoso e con la consapevolezza che il ritorno della lontra nelle Alpi sia possibile solo grazie ad interventi coordinati tra tutti i paesi confinanti il Parco Nazionale del Gran Paradiso ha organizzato lo scorso 12 ottobre un workshop internazionale in Valsavarenche, finalizzato a disegnare una strategia comune di gestione di questa regina dei fiumi nell'arco alpino.
All'incontro hanno partecipato i massimi esperti della lontra dell'IUCN-Otter Specialist Group, amministratori, esperti e ricercatori tedeschi, svizzeri, austriaci, sloveni e francesi. Il convegno ha permesso di avere un quadro aggiornato dello stato di conservazione, delle minacce e dei potenziali conflitti con le attività umane nelle diverse realtà presenti sull'arco alpino, nonvhè di formulare ipotesi di gestione condivise tra i diversi Paesi. I risultati dei lavori hanno portato alla redazione e condivisione di un manifesto (Gran Paradiso Otters in the Alps Manifesto - Manifesto del Gran Paradiso sulla lontra nelle Alpi) che l'IUCN-Otter Specialist Group diffonderà attraverso tutti suoi canali e che rappresenta un primo passo verso una strategia transnazionale condivisa di conservazione di questo meraviglioso e schivo abitante dei nostri fiumi.

* Anna Loy è docente associato presso il dipartimento di Bioscienze e Territorio dell'Università degli studi del Molise 

 

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