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Salvato dall’estinzione il cervo sardo

Grazie a un progetto Life il cervo sardo, fino a ora a rischio di estinzione, torna a ripopolare la Sardegna e la Corsica

  • di Loredana Matonti
  • Aprile 2018
  • Lunedì, 16 Aprile 2018
Cervo sardo sulle dune di Piscinas (Sardegna) Domenico Ruiu Cervo sardo sulle dune di Piscinas (Sardegna) Domenico Ruiu

La penombra è appena scesa sulle dune selvagge di Piscinas. All'orizzonte uno dei mari più cristallini e azzurri d'Italia e nell'aria un profumo inebriante di macchia mediterranea che pervade le narici. Nascosti, tra gli arbusti della macchia, alcuni ricercatori. Improvvisamente un bramito rompe il silenzio e il tempo si ferma.
La scena è surreale: un cervo maschio affonda i suoi zoccoli nella morbida e tiepida sabbia delle dune. Uno spettacolo a cui solo in Sardegna si può avere la fortuna di assistere.

Si tratta del Cervus elaphus corsicanus, una sottospecie del più comune Cervus elaphus e diffuso su tutta la penisola, che si distingue da quest'ultimo perché più piccolo, con un mantello dal colore più rossastro e un palco più ridotto e meno ramificato rispetto ai cervi che vivono sulle Alpi e l'Appennino. Semmai, rassomiglia (anche geneticamente) al piccolo nucleo rimasto nel bosco della Mesola, nel Parco Delta del Po, in provincia di Ferrara.

La storia della specie

Per tutto l'Ottocento il Cervus elaphus corsicanus è stata una specie molto comune e abbondante in Sardegna e Corsica. La sua presenza ha iniziato a rarefarsi agli inizi del Novecento, ma è soprattutto a partire dal 1950 che la popolazione si è ridotta significativamente. Deforestazione, incendi pastorali, caccia e bracconaggio hanno causato la progressiva scomparsa e la concentrazione della specie in tre sole zone della Sardegna (Arburese, Sulcis e Sarrabus).
Tanto che, alla fine degli anni Sessanta, si era ridotto ad un centinaio di esemplari, giustificando così l'inserimento nell'elenco delle specie a maggior rischio d'estinzione del pianeta.

Poi, grazie ad alcuni interventi promossi dalla Regione Sardegna, gli esemplari hanno ripreso a riprodursi nell'isola a partire dagli anni Ottanta e, a seguito del trasferimento di alcuni esemplari in Corsica, è riapparso anche nell'isola francese.

Ma a dare una significativa spinta al ripopolamento, specialmente in aree idonee poste nei SIC (Siti di Importanza Comunitaria) dell'Ogliastra, è intervenuto il progetto "One deer, two Islands: conservation of Red Deer Cervus elaphus corsicanus in Sardinia and Corse", finalizzato a creare nuove popolazioni in zone della Sardegna dove non c'erano, come in Ogliastra, e rintroducendo altri esemplari in Corsica.
Finanziato dall'Unione Europea, al progetto LIFE+ hanno partecipato l'agenzia Forestas, la Provincia del Sud Sardegna, la Provincia di Nuoro, il parco Naturale Regionale della Corsica e l'Ispra.

I risultati del progetto sono stati presentati recentemente a Cagliari, l'1 e 2 marzo, nel corso di un convegno finale a chiusura delle attività.

Gli studi sulla popolazione presentati a Cagliari

Durante la prima sessione del convegno, si è affrontato il tema della tassonomia e della conservazione. In questa sessione si sono intrecciate storia e attualità. Se da un lato sono state approfondite le tecniche di gestione del Cervo nelle aree protette, gli strumenti per il monitoraggio delle popolazioni nonché la variabilità genetica degli esemplari nei diversi areali, dall'altro lato si è fatto un salto nel passato, ripercorrendo l'origine della specie e l'evoluzione del suo rapporto con l'uomo in Sardegna.

La seconda sessione è stata invece dedicata interamente all'analisi dei risultati del Progetto LIFE+ "Onedeertwoislands" in cui è stato approfondito lo status del Cervo elaphus corsicanus nelle due regioni (Sardegna e Corsica) così come lo stato di avanzamento del programma di reintroduzione nei due territori regionali. Si è anche illustrato lo stato sanitario delle popolazioni di Cervo Sardo Corso e si è analizzato l'impatto che questa specie ha sulle foreste Mediterranee e quali sono, di conseguenza, le implicazioni sulle politiche di gestione forestale.

Infine, l'ultimo giornata è stata dedicata al confronto fra gli esperti scientifici e i portatori di interesse territoriali: esperti di ambito giuridico, faunistico e gestionale hanno avuto modo di condividere i propri punti di vista fra loro e con gli stakeholder, con l'obiettivo di delineare i futuri possibili scenari di gestione e conservazione del Cervus Elaphus Corsicanus in Corsica e Sardegna.

Le operazioni del Progetto Life

Gli esemplari da rilasciare sono stati prelevati per la maggior parte dalla Costa verde, dove vi era un numeroso nucleo. 37 cervi sono stati rilasciati nel Golfo di Orosei (16 prelevati da un recinto di Orosei e i rimanenti 21 da un'area della Costa Verde). Altri 32 sono stati rilasciati nei monti del Gennargentu.

Il trasporto dai siti di cattura alle aree di rilascio non è stato semplice, attraverso van o fuoristrada e percorrendo anche 4-5 ore di viaggio. Lo spostamento dei cervi in Corsica è stato ancora più complesso: su automezzi fino a Santa Teresa di Gallura e da qui in elicottero fino ai siti di rilascio (tutti localizzati in ambienti montani).

Tredici degli individui reintrodotti in Ogliastra e dieci di quelli trasferiti in Corsica sono stati seguiti con radiocollari satellitari GPS/GSM, in grado di rilevare la loro posizione ed inviarla tramite messaggi SMS. L'analisi dei dati dei radiocollari ha consentito di studiare la dispersione dei cervi dal sito di rilascio e le loro aree vitali.

A questo punto però, non possiamo ancora scongiurare l'estinzione della specie, secondo il Francesco Riga*, biologo e tecnologo dell'Ispra, secondo cui "anche se non ci sono predatori naturali sull'isola, il bracconaggio non è totalmente scomparso da queste regioni per cui la specie è ancora a rischio, anche se i numeri attuali degli esemplari sono più confortanti. Mettendo in collegamento nuove popolazioni, il rischio senz'altro si è ridotto al minimo. D'altronde, l'obbiettivo del progetto era proprio quello di allargare la popolazione in modo più capillare, scongiurandone di conseguenza l'estinzione."

Per quanto riguarda i possibili sviluppi, Riga spiega che "il progetto Life si concluderà quest'anno, ma speriamo di poter proseguire con altre modalità per favorire tutte le misure necessarie ai fini dell'accettazione da parte della popolazione locale".

Probabilmente anche i posteri potranno ancora ascoltare l'emozionante bramito del Cervo sardo sui monti aspri del Gennargentu piuttosto che sulle splendide dune sabbiose della Sardegna.

*Dott. Francesco Riga, biologo e tecnologo dell'Ispra, specializzato in ungulati

Sitografia

http://www.onedeertwoislands.eu/it

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